di Dante Freddi – L’anno prossimo sarà migliore di quello passato.
Non è l’auspicio di un almanacco di quelli buoni, da trenta soldi, ma è la l’idea che lascia in mente la conferenza stampa di fine anno dell’Amministrazione comunale di Orvieto.
Il sindaco ha raccontato i 2015 come un anno molto difficile, che a gennaio scorso non era scontato sarebbe stato superato agevolmente per la stretta imposta dal piano di predissesto .
Soddisfazione quindi per il risultato positivo della chiusura del bilancio con un avanzo robusto, determinato dalla scelta politica di impegnarsi ad individuare nuove possibilità di entrata anziché piagnucolare sulla impossibilità di chiudere i conti con le disponibilità date.
L’impegno a valorizzare il turismo attraverso una proficua politica dei parcheggi, la tassa di soggiorno, già imposta dalla precedente amministrazione e presente nel piano di predissesto, sono state entrate decisive in gran parte imputabili al turismo, che è aumentato del 13%.
L’Amministrazione vuole liberarsi del debito nel minor tempo possibile, per poter intraprendere un politica di redistribuzione che oggi, con il contratto di “concordato fallimentare” controllato strettamente dalla Corte dei Conti è impossibile, anche di fronte ad un avanzo, che aiuterà invece ad abbattere il debito e a garantire una dignitosa manutenzione della città. Il Comune aderirà anche alla possibilità, prevista nella nuova finanziaria, di concordare un rientro trentennale anziché decennale, con la conseguenza di liberare risorse per alleggerire subito la tassazione sui servizi.
Il Contratto di Fiume è in attesa dei fondi promessi dal Ministero, essendo Orvieto comune pilota dell’esperienza, ma già da primavera inizieranno o lavori per la messa in sicurezza del Paglia, con un investimento di circa 10milioni di euro, che aiuteranno l’economia della città.
L’iter delle “Aree interne” è avanzato e sono stati presentati 100 progetti, che sono in fase di valutazione preliminare, per poi essere sottoposti alla grigia decisionale dei venti comuni d’area e dalla Regione.
Sull’ambiente la posizione dell’Amministrazione è chiara e il sindaco l’ha confermata. No ad ampliamenti ma impianti moderni di lavorazione dei materiali che usciranno dalla raccolta differenziata, che si spera raggiunga velocemente i livelli di Allerona e Castel Viscardo, intorno al 70%.
L’argomento, delicatissimo, richiederà un forte impegno dei cittadini, premialità per chi è più virtuoso, controlli serrati, nascita di una nuova cultura del rifiuto, verso quell’idea di Rifiuto zero che deve coinvolgere tutta la comunità, cittadini, negozi, supermercati.
Il passaggio dalla differenziata di oggi a quella di domani non sarà indolore, anche l’Amministrazione se ne rende conto, ma è l’unica via possibile di smaltimento virtuoso e di una possibile diminuzione dei costi Tari.
Trattati anche altri argomenti, dalla Te.MA al Centro studi alla politica di internazionalizzazione che il Comune sta seguendo con aziende che già sono impegnate all’estero.
E poi lo stato dell’arte su ex ospedale. Ora la palla è in mano alla Regione che dovrà raccogliere manifestazioni pubbliche di interesse.
Sulla ex Piave il sindaco Germani, per la verità, si allontana da Còncina soprattutto perché racconta che “stiamo lavorando con… eccetera eccetera”, mentre l’altro garantiva una più generica corsa “ventre a terra”: risultati certificati su questo fronte, ad oggi, gli stessi.
Nei prossimi giorni entreremo nei diversi argomenti con maggiore approfondimento, studiando i documenti che ci sono stati posti a disposizione.
Anche se i tempi sono difficili, la Giunta Germani, sindaco tonico e vivace, assessori presenti e rilassati, ha sparso ieri mattina nella sala delle quattro virtù un ottimismo renziano a cui è stato difficile opporsi.