di direttivo dell’Associazione Val di Paglia Bene Comune
Car@ soci@, car@ concittadin@
Martedì 12 gennaio si sono riuniti i sindaci dei comuni appartenenti all’Area interna dell’orvietano. Pensiamo che la Strategia delle Aree interne del Ministero dello Sviluppo proponga un approccio interessante alla crescita socio-economica del territorio e così ci sentiamo in dovere di ringraziare quei politici che sono riusciti a far inserire l’Orvietano nella Strategia ministeriale. Ma la tribolata vicenda locale, tre anni di annunci, induce qualche sintetica considerazione: per restare sull’attualità prendiamo spunto dal resoconto giornalistico della riunione dei Sindaci.
Si dice che i sindaci definiranno i criteri di valutazione. Secondo noi fanno bene i sindaci a riaffermare la loro facoltà decisionale, sono i rappresentanti politici delle comunità. Ma in questo senso valuteranno le proposte pervenute e definiranno le priorità sulla base dei criteri già definiti dalle Aree interne e che dovrebbero aver guidato i progettisti.
Si dice che sono arrivati più di 100 proposte per un totale di 70 milioni di euro. Non è una bella notizia perché sappiamo che saranno realizzati solo alcuni progetti, siamo sull’ordine delle unità, e che il budget è inferiore ai 10 milioni. Abbiamo assistito a sollecitazioni dell’ultimo momento e occasionali per presentare proposte, sappiamo di scarsa presenza di interi settori e di partecipazioni lobbistiche, abbiamo sperimentato l’incongruenza dei formulari e l’improponibilità delle scadenze di consegne. Per tutto questo i numeri sbandierati non indicano un successo, ma il fatto che non si è governato il processo.
Si dice che si stanno ponendo le basi per lo sviluppo dei prossimi 20 anni. Per ciò che conosciamo non è così: le ragioni strutturali del nostro non-sviluppo erano state individuate da parte delle Autorità responsabili della Strategia aree interne nella mancanza di visione organica e condivisa e nell’incapacità di fare rete e collaborare. I responsabili dell’Area interna dell’Orvietano non hanno saputo e/o voluto affrontare la questione, hanno lasciato che tutto diventasse troppo complicato e poi hanno fatto ricorso a tecnicità draconiane, esterne ai processi e sterilizzanti.
Si dice che sarà organizzato un Focus 2. Nel glossario e nelle pratiche dell’Area interna dell’Orvietano, il termine ha significato ambiguo. Speriamo che Focus 2 sia un insieme di iniziative per una valutazione critica di quanto fatto fin qui, per adottare i correttivi idonei, per rendere effettivamente l’area interna dell’Orvietano uno strumento partecipato di sviluppo della comunità e del territorio.
Grazie per l’attenzione,