di Giuseppe R. Baiocco
E’ andato anche lui, dopo 90 anni, a riposare per sempre. L’avevo visto due giorni prima che saliva a passi svelti Via Roma. Probabilmente si sbrigava a raggiungere l’edicola di Piazza XXIX Marzo per acquistare il Corriere dello Sport. Poi se lo sarebbe andato a leggere al Circolo Acli, dove era di poche parole, e spicce, ma accolto con calore. Ed è lì che qualche anno fa mi ha raccontato la sua storia, che era legata a filo doppio con quella di suo fratello Mario. Nello Frustalupi era il più grande di una famiglia onesta e laboriosa, dopo di lui nacquero altri nove tra fratelli e sorelle. L’ultimo, Mariuccio, nato il 12 settembre del ’42, era costretto a dormire nel suo stesso letto perché non c’era posto dove metterlo. Mariuccio divenne un campione in grado di vincere due scudetti con Inter e Lazio, e secondo alcuni anziani di Orvieto in grado, da bambino, di fare fino a mille palleggi senza far cadere mai la palla per terra. Quasi un fenomeno da circo. E lui, Nello, quando osservatori della Sampdoria scelsero il piccolo fenomeno di Viale Pagnottini, fu pronto a fare le valige e seguire il ragazzino su al nord. A Genova, dove il presidente della squadra gli trovò un lavoro da saldatore, divenne il padre putativo di Mariuccio, che intanto bruciava le tappe e dopo la vittoria del titolo nazionale primavera esordì in serie A contro il Torino segnando anche un gol. Quasi tra le lacrime Nello, al Circolo Acli, confessò che per il piccolo fratello lui aveva sacrificato la vita. Neanche moglie ci aveva preso, girando l’Italia al seguito del celebre centrocampista dai mille palleggi. Ora Nello, detto Lupetto, tipo fumino, di poche parole, ma secche, se ne starà in silenzio dopo aver compiuto il suo percorso. Alcune di esse rimarranno stampate nel libro “Frustalupi. Il piccolo gigante del centrocampo”, edito da LibrosìEdizioni, che lui teneva sul comodino di casa e ogni tanto rileggeva con qualche accenno di occhi lucidi ben mascherati dai modi spicci. Alla presentazione del libro, ad Orvieto, al bar Montanucci, ci fu un brusco litigio tra opposte fazioni politiche, con qualcuno che dietro i baffi se la rideva per aver manomesso il piccolo evento. A Pistoia, invece, dove i Frustalupi si erano stabiliti, alla fine della presentazione la gente si alzò in piedi e regalò un lunghissimo, commosso applauso al campione scomparso. Il caso volle che il “Corriere dello Sport”, autonomamente, considerò “Frustalupi. Il piccolo gigante del centrocampo” fu considerato uno dei dieci migliori libri sportivi del 2013.
Leggerlo oggi, il “Frustalupi”, potrebbe rappresentare un doveroso omaggio allo scomparso Nello e al campione Mario.