La proposta del direttore Dante Freddi
David Allegranti: “Sospettati in gabbia e internet al potere. Il futuro secondo Casaleggio. Il libro del guru a 5 stelle, un mix di stalinismo e distopia”
Da qualche parte, in una galassia lontana lontana, c’è un “mondo perfetto” nel quale la Rete ha finalmente trionfato. Il Telespalla Bob di Beppe Grillo, al secolo Gianroberto Casaleggio, ha scritto un libro di previsioni, a metà fra lo stalinismo e la distopia, dal titolo “Veni vidi web” (Adagio editore, la casa editrice digitale del Casalgrillo, 75 pp.), che vanta Fedez come introduttore. …
Il guru grillino, dopo aver magnificato la Rete, che frantuma i corpi intermedi, che ci libera dalla burocrazia e cambierà la storia del mondo in modo “radicale e assoluto”, dice che un giorno “solo il senso di comunità e appartenenza, il riconoscersi in valori comuni consentirà alle società di sopravvivere”. Il “mondo perfetto” immaginato da Casaleggio è in sostanza quello che si trova nei programmi elettorali del M5s e dei suoi MeetUp, compreso però quel “senso di comunità” che uno fatica a distinguere dall’obbligatorio esercizio di conformismo – nel senso di conformità agli standard, agli statuti e alle regole del sacro blog – imposto da Grillo ai suoi militanti e dirigenti, pena l’espulsione. …
Nel futuro distopico del casaleggismo, non ci sono più librerie, macellerie, taxi e tabaccai. “Non si possono possedere complessivamente mobili e immobili per un valore superiore a cinque milioni di euro. Ogni euro in più deve andare a favore della comunità. Chi si sottrae è rieducato alla comprensione della vita in appositi centri yoga gestiti da neomaoisti. La parola leader è diventata un insulto. Ognuno è responsabile verso sé stesso e la collettività senza deleghe o intermediazioni”. I corrotti e i corruttori vengono “esposti in apposite gabbie sulle circonvallazioni delle città. Ogni cinque anni si vota on line per una nuova costituzione e si rinnova il patto sociale nei diversi Paesi. La parola ‘mercato’ si usa solo per il mercato rionale”.
In futuro, dice Casaleggio, nascerà la figura dell’“interactive leader”, colui che trasforma in continuazione i desideri della pubblica opinione in realtà. “Questo nuovo politico non avrà bisogno di essere interpretato dai media attuali, che perderanno quindi la loro importanza. L’interactive leader da una parte acquisterà potere, ma dall’altra lo perderà perché dovrà rendere conto ai cittadini delle sue azioni e a perseguire la volontà dell’elettorato in tempo reale”. Pure l’elettorato cambierà, non sarà quello solito, composto da pecoroni fissati con la democrazia rappresentativa. … (David Allegranti, Il Foglio, 23 Dicembre 2015)
L’opinione di Franco Raimondo Barbabella
Come si sa, Gianroberto Casaleggio non è nuovo a queste proposte di immaginifici scenari di una società futuribile: nel 2008 profetizzava Gaia, il nuovo ordine mondiale del 2054, con tanto di guerra mondiale, distruzione dei simboli dell’Occidente, trionfo di Internet, ecc.; nel video dell’ottobre scorso per la kermesse di M5s all’autodromo di Imola immaginava l’Italia del 2042 dopo 25 anni di governo del suo movimento, “un Paese – come riassume Gioia Salvatori – senza poveri, salvato dalla bellezza e senza l‘odiato euro”; oggi scrive quello di cui ci propone un assaggio il nostro direttore.
Il 23 giugno 2013, intervistato su La Lettura del Corriere della Sera, Casaleggio definiva la descrizione di Gaia “un gioco”. Il 24 dicembre scorso, in un’intervista ancora al Corriere della sera ha definito analogamente il contenuto di Veni, vidi, web “una provocazione”. Nel frattempo, tra un ‘gioco’ e una ‘provocazione’ di Casaleggio, una ‘comicata’ e una ‘serietata’ di Grillo, M5s cresce e insidia al centrodestra (che non si sa bene che cosa sia) il secondo posto (che dà diritto al ballottaggio) alle prossime elezioni (2017?, 2018?), le quali nelle intenzioni di Matteo Renzi dovrebbero essere vinte dal Pd (nel cui interesse primario è stato costruito appunto l’Italicum), che però l’ultimo sondaggio dà in calo fino a sfiorare la pericolosa soglia del 30%. Bah!
Comunque sia, mentre M5s raccoglie senza troppi sforzi e trasforma in consenso i mal di pancia di una società un po’ sbandata che vorrebbe risolvere alla svelta problemi complicati di lungo periodo con improbabili ma fascinose operazioni chirurgiche sulle élites, “Casaleggio Associati srl” fa impresa collocandosi tra le élites. E naturalmente la contraddizione, mentre è ritenuta del tutto ininfluente dall’establishment, è vissuta senza alcun disagio dai militanti. Gli altri semplicemente non la considerano, sbagliando. Segno della temperie attuale del “tutto è possibile”.
Per parte mia mi limito a riportare l’analisi di Isaiah Berlin sui pericoli costanti, che lo si prenda sul serio o per scherzo, del pensiero unico, così come espressa nel 1994 in Un messaggio al Ventunesimo secolo. Diceva il grande filosofo dell’etica e della politica: “Ci sono uomini che uccidono e mutilano con la coscienza tranquilla sotto l’influsso delle parole di chi è certo di sapere che si può raggiungere la perfezione. Lasciate che mi spieghi. Se siete davvero convinti che ci sia una soluzione a tutti i problemi umani, che si possa concepire una società ideale che gli uomini sono in grado di realizzare semplicemente facendo ciò che serve per raggiungerla, allora voi e vostri seguaci crederete che non esiste prezzo troppo alto da pagare per aprire le porte di un simile paradiso …”. Le conseguenze dell’idea che ci possa essere una soluzione unica ai problemi dell’umanità non sono automatiche, ma la storia ne è piena di esempi. Il presente ce ne parla con la drammaticità delle immagini giornaliere e con lo spettacolo triste delle presunzioni senza fondamento. Esse ci parlano di errori, illusioni e sottovalutazioni. Il futuro sarà pessimo, se non recupereremo la forza e la funzione della ragione critica.
L’opinione di Pier Luigi Leoni
Casaleggio si è divertito a intessere una serie di provocazioni assumendo la veste dell’utopista, secondo un’antica tradizione filosofica, religiosa e letteraria. Egli prende lo spunto da un aspetto della tecnica, il web, che effettivamente sta costringendo l’umanità a un adeguamento dei rapporti economici, politici e culturali in una visione tendenzialmente planetaria. Un adeguamento che può essere visto con ottimismo: il governo mondiale degli onesti e la concordia universale, o con pessimismo: il governo mondiale del grande fratello e la fine delle libertà. Casaleggio sceglie la strada di un visionario ottimismo e punta tutto sul web, in cui è specialista, trascurando, come ogni utopista, la complessità, la creatività e la imprevedibilità della natura umana. Il guaio per Casaleggio è che ha scelto un genere in cui si sono spesi dei veri geni della filosofia, dell’economia, della politica e della letteratura, di fronte ai quali dimostra di essere un dilettante. Se qualche giornalista è costretto a parlarne è perché Casaleggio ha un ruolo politico in un movimento che rischia di conquistare il governo in alcune grandi città italiane e punta sul governo nazionale. Ma il programma dei cinquestellati non si trova nel libro di Casaleggio né si trova in qualche altro luogo, per il semplice motivo che non c’è. A parte un certo moralismo giacobino che fa sempre il suo effetto, ma che non ha niente di forcaiolo, le proposte dei pentastellati sono poche e poco o punto originali. Quella che mi sembra l’unica idea veramente geniale è la riluttanza a stipulare alleanze, che fa impazzire i politici tradizionali, vanamente intenti a pescare le anguille con le mani, perché non possiedono ancora la tecnica giusta per catturare esseri che hanno una natura un po’ diversa.
La proposta di Barbabella a Leoni
Dominique Velati: “Vado a morire in Svizzera prima che il male mi divori”
Dominique Velati, affetta da un tumore incurabile, il giorno prima di partire per la Svizzera racconta perché ha scelto la strada dell’eutanasia: “Le metastasi sono dappertutto, starei sempre peggio, non sopporterei più la chemio… e io sono contraria al dolore inutile. Ci vuole più coraggio ad affrontare tutta questa sofferenza che non la morte. E finalmente, con questa scelta, sono serena”. (Ferruccio Sansa, MicroMega, 8/2015)
Basilio Puoti (1782-1847) grammatico, lessicografo e critico letterario italiano, sembra che abbia pronunciato, sul letto di morte, la seguente frase: «Me ne vado, oppure me ne vò: è ben detto sia nell’uno che nell’altro modo.» Questo per dire che ognuno, finché è vivo, cerca di manifestare la propria personalità dicendo ciò che gli preme. Dominique Velati non è andata a morire in silenzio, ma ha rilasciato un’intervista, perché ha voluto lasciare un messaggio a favore di un modo di morire che in una nazione antica e civile come la Svizzera è consentito e in Italia invece no. Non so se chi fa le leggi in Italia accoglierà il messaggio di Dominique Velati. Io condivido la dottrina cattolica in materia di eutanasia, compresa la condanna dell’accanimento terapeutico, ma penso che l’opposta opinione sia destinata a prevalere. Del resto vivo in una società in cui l’aborto volontario è consentito ed è largamente praticato a spese dello Stato, quindi anche a mie spese. Francamente la soppressione di un malato terminale consenziente mi sembra molto meno grave di un aborto volontario.