Venerdì 11 dicembre si celebra in tutta Italia la Giornata Internazionale delle montagne, istituita dall’ONU nel 2003 allo scopo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza delle aree montane per la vita sulla Terra e per lo sviluppo sostenibile, così come contenuto nel documento sui cambiamenti climatici in montagna proposto dal CAI e votato all’unanimità dall’Assemblea dell’Unione internazionale delle associazioni alpinistiche (UIAA).
Proprio Venerdì 11 dicembre, alle ore 21 al Cinema Corso di Orvieto verrà proiettato il film Storie Sospese del regista Stefano Chiantini, con Marco Giallini, Maya Sansa, Alessandro Tiberi, presentato in apertura delle “Giornate degli Autori” al Festival del Cinema di Venezia 2015.
Film liberamente ispirato alla vicenda degli abitanti del borgo appenninico di Ripoli, in provincia di Bologna, per anni alle prese con gli scavi di una galleria per la Variante di Valico (la grande opera di Autostrade per l’Italia Spa passa proprio sotto il centro abitato, malgrado una paleofrana quiescente da due milioni di metri cubi di argilla e per la quale sono stati investiti 4 miliardi di euro). Come previsto dal cittadino Dino Ricci, geometra in pensione che per una vita ha progettato autostrade, i lavori hanno arrecato enormi danni alle abitazioni e agli abitanti, costretti a svendere ed abbandonare il paese che slitta a valle. Gli scavi sono terminati nel novembre 2014, quando è stato abbattuto l’ultimo diaframma tra i due tratti di galleria. Oggi ci si chiede se un’opera, progettata trent’anni fa e subito messa in discussione per la mancanza dei necessari studi idrogeologici preliminari, debba essere ultimata ad ogni costo. Come coniugare la sicurezza alla viabilità di una intera nazione con il diritto alla sopravvivenza di un paese, con la sua identità e la sua storia?
Le Storie Sospese sono quelle dei rocciatori, in perenne equilibrio tra la scelta della salvaguardia della montagna e una sicurezza economica prospettata dalle grandi opere. I protagonisti, individualisti, anarchici, malinconici, insospettabili eroi armati di chiodi e moschettoni, divisi tra natura e civiltà, sono risucchiati dalle dinamiche interne ad un sistema che preferisce sacrificare le minuscole problematiche di una comunità agli interessi speculativi di grandi capitali e grandi opere votati al progresso, o all’idea di progresso.
Marco Giallini, con aria scontrosa e disillusa, è chiamato a fare una scelta che forse non cambierà le cose, racconta il regista, ma che cambierà lui, “perché riscatto e vittoria esistono solo nella dignità con cui si affronta la vita”. Ho dovuto fare un corso di arrampicata – dice Giallini – insieme a dei veri rocciatori abruzzesi. Più di una volta ho anche avuto paura. Non avevamo protezioni, e il regista ci teneva a che tutto fosse vero”.
Alla proiezione del film saranno presenti il regista Stefano Chiantini e la sceneggiatrice Chiara Atalanta Ridolfi che hanno dedicato il film agli abitanti di Ripoli.
Introduce e conduce il dibattito che seguirà la visione del film, il giornalista Roberto Conticelli, Direttore del quotidiano “La Nazione – Umbria”. Interviene Sofia Coletti, critica cinematografica. Letture di Andrea Brugnera e Maria Celeste Pierantoni.
All’appuntamento interverranno anche il Sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani ed Endro Martini, Presidente di Alta Scuola / Scuola di Alta Specializzazione e Centro Studi per la Manutenzione e Conservazione dei Centri Storici in Territori Instabili istituita da Regione Umbria e dai Comuni di Orvieto e Todi, nella prospettiva di un progetto sulla salvaguardia ambientale che dovrebbe coinvolgere le scuole della provincia di Terni e Viterbo.