E’ convocato per Martedì 24 novembre p.v. alle ore 16:00 (con termine previsto alle ore 19.00) presso la sede dell’Alta Scuola situata nell’edificio della ex Madonna del Velo in via delle Conce n. 5, il Tavolo di lavoro del Contratto di Fiume sul “RISCHIO IDRAULICO / SICUREZZA” scaturito dall’Open Space Conference del 14 luglio scorso.
“L’incontro a cui parteciperanno tecnici del Consorzio di Bonifica, CNR, Università di Perugia e delle Autorità Idrauliche competenti della Regione Umbria, della Protezione Civile Regionale e dell’ Autorità di Bacino del Tevere insieme a vari tecnici e liberi professionisti – spiega il Dott. Geol. Endro Martini, Presidente di Alta Scuola che coordina i lavori del Tavolo – è volto ad effettuare una attività di SWOT ANALYS partecipata rispetto alle criticità e opportunità relative al tema in argomento, partendo dal report dell’Open Space, per andare avanti e approfondire con maggior dettaglio, integrando, ove necessario, sulla base di nuove criticità e valutando anche nuove ‘opportunità’ da cogliere.
L’attività sarà condotta in relazione anche al quadro di riferimento delle risorse potenzialmente attivabili sui nuovi Programmi in fase di avvio (PSR-POR FERS-FSE-AREE INTERNE, ecc.) per ricercare e trovare una auspicabile condivisione su alcune idee-progetto o progetti già in stato avanzato di elaborazione, ai fini di una loro possibile attuazione nel breve periodo”.
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Di seguito le indicazioni emerse nell’Open Space Conference del luglio scorso, relativamente al tema RISCHIO IDRAULICO / SICUREZZA, da risolvere attraverso il “Contratto di Fiume”:
Criticità:
– la conoscenza del Fiume e della sua storia evolutiva e comportamentale nel tempo ricostruita dagli studi recenti e passati, ritenuta fondamentale per la costruzione del futuro piano di Azione. Si sono ritenuti necessari dei seminari brevi di illustrazione del Fiume per approfondirne e condividerne la “Conoscenza” con gli altri Gruppi di Lavoro, aperti anche a chi vive il fiume e nel fiume (residenti di prossimità-pescatori, ecc.) più da vicino per raccogliere ogni dettaglio conoscitivo;
– è stata segnalata come criticità non ancora completamente risolta per i residenti la strettoia esistente all’altezza del Ponte dell’Adunata (argine in sinistra idrografica);
– è stata segnalata come criticità la mancata realizzazione della diga dell’Alfina che avrebbe contribuito anche alla laminazione delle piene;
– segnalata come criticità anche la situazione dei versanti in parte calanchivi, nudi e degradati esistenti in sinistra idrografica, oggetto di lisciviazione e di fortissimi apporti idrici al fiume in occasione di eventi idrologici eccezionali. E’ stata suggerita la necessità di valutare con approccio geologico-ambientale ed ecosistemico la possibilità di ridurre queste ampie superfici con interventi vegetativi (progetto pilota di rivegetazione);
– l’insufficiente coinvolgimento delle popolazioni rivierasche (agricoltori, imprese agricole residenti in prossimità del Fiume);
– l’esistenza di previsioni urbanistiche che prevedono occupazione di suolo e aumento dell’impermeabilizzazione in prossimità del fiume;
– la non ancora intrapresa strada della perequazione urbanistica come intervento alternativo alle opere passive che fronteggiano gli effetti per liberare suoli all’esondazione anche parziale;
– la non efficacia del sistema di smaltimento delle acque reflue e delle acque di prima pioggia;
– l’assenza dei Comuni e delle Regioni a monte del territorio Orvietano (Lazio e Toscana) in quanto il Paglia può essere “curato” solo attraverso un approccio integrato multigovernance come richiama l’art. 7 del decreto “Sblocca Italia”.
Potenzialità da sviluppare:
La riduzione del rischio idraulico-geologico genera effetti positivi in termini di attività e di sviluppo dell’economia locale. Il territorio è nella condizione di basare parte dello sviluppo locale anche sulla ricostruzione dopo i disastri. Le esperienze, ancorché negative, possono accrescere la resilienza delle popolazioni locali e incrementare la capacità di convivere con i rischi facendo crescere la cultura della cura e della manutenzione partecipata e programmata del territorio a rischio, come altra potenzialità. Prevenzione mirata e tutela attiva del territorio, necessità di una gestione controllata della vegetazione in ambito ripariale e perifluviale.
Dalle esperienze negative connesse agli episodi alluvionali e dalle conoscenze evolutive e comportamentali del Paglia si possono trarre informazioni per allestire corsi di formazione e di educazione a convivere con i rischi idraulici-idrogeologici della zona da effettuare nelle scuole primarie e secondarie nel territorio del Paglia.
Ultima potenzialità è rappresentata dalla interregionalità del Paglia che andrebbe a costituire il primo esempio Italiano di Contratto di Fiume Interregionale con la partecipazione di Lazio e Toscana
Soggetti da coinvolgere:
– le tre Regioni Umbria, Toscana, Lazio con i loro Servizi competenti;
– l’Autorità Idraulica Regionale; l’Autorità di bacino del Tevere; i Comuni, l’Università di Perugia e il CNR di Porano. Le associazioni locali, gli agricoltori e le imprese agricole; i pescatori e i frequentatori del fiume.