Avrebbe dovuto chiudere il 15 novembre la personale di Orietta Pierassa alla libreria “Parole Ribelli” di Orvieto. Invece l’iniziativa, su richiesta, è stata protratta di un paio di settimane. Componente dell’Associazione “Porta Maggiore” con cui si era presentata anche a Praga in occasione dell’esposizione per il Corpus Domini 2015, questa volta la Pierassa si presenta da sola con studi e opere inerenti all’ampio tema, “Figure, animali e fiori”. Tecniche varie per supporti che vanno dalla carta al cartoncino, MDF, legno… con alcuni elementi per ciascuna categoria. Ma la prima cosa che colpisce per la finezza del tocco è il bel ritratto di una eterea Virna Lisi realizzato con grafiti, matita bianca e colpi di taglierino sul fondo nero dei capelli. Una Virna Lisi resa terrena dai colori forti e decisi delle due farfalle tracciate con sanguigna seppia e pastello giallo fosforescente. Ritratto, dunque. E possiamo dire che la tipicità dell’artista è proprio il ritratto, anche di animali, i quali hanno il privilegio di dare gioia senza chiedere nulla in cambio, a parte il cibo. Ed ecco i gatti che sembrano ronfare dietro quegli occhi sornioni, decisamente verdi. Tanto amati, i gatti, che sono realizzati anche con il mosaico, le piccole pietruzze colorate e i sassolini di fiume che danno vita alle Madonne e al bel micetto in braccio ad una bambina bionda, gli stessi occhi del gatto.
<<Io ritengo importante che i bambini possano avere un animale e imparare a trattare un animale.- dice Orietta. -L’amicizia che si crea tra bambino e animale è una cosa da non sottovalutare perchè quel sentimento permette al bambino di vivere meglio, tante volte l’animale compensa qualcosa che gli uomini tra loro non si possono dare.>>
Simbiosi e complicità tra uomo e animale? A sostegno di questa affermazione potrebbe contribuire l’immagine del vecchio pastore che beve alla fontana, una mano sul dorso della capra che beve anch’essa allo stesso scroscio, entrambi fiduciosi e sereni.
E che dire della cavalla, lo sguardo amorevole sui due puledrini appena partoriti, il primo dei quali già tenta di rizzarsi in piedi, se non che esprime tenerezza e fierezza gioiosa, sentimenti profondi che l’accomunano agli esseri umani.
<<L’arte non è solo bellezza o arte del brutto- dice Orietta -ma è un modo per estendere se stessi, un mezzo per cercare di capire, un linguaggio alla ricerca…>>