foto e articolo di Angela Marina Strano
Gli studenti dell’Istituto comprensivo “Orvieto-Baschi” hanno partecipato all’iniziativa denominata “L’albero del migrante”, nata da un’idea di Alessia Arcolaci, giornalista di Vanity Fair. Per ricordare la morte in mare di 800 migranti, avvenuta nella notte tra il 19 e il 20 aprile 2015, la Arcolaci ha proposto di piantare un albero in tutta Italia. La sua iniziativa ha avuto un seguito numeroso e in breve tempo, molte scuole dello Stivale si sono attivate per piantare un albero in commemorazione di bambini, donne e uomini inghiottiti dal mare. L’istituto “Orvieto- Baschi”, guidato con professionalità ed entusiasmo dalla dirigente Anna Rita Bellini, ha sentito propria l’iniziativa e ha avviato un progetto che ha coinvolto alunni di varie fasce d’età. L’educazione alla cittadinanza e alla solidarietà, infatti, fa parte del Piano dell’Offerta Formativa dell’istituto. Per l’occasione, oltre a studenti, professori e genitori, erano presenti il sindaco di Baschi, Anacleto Bernardini e Emanuela Leonardi, responsabile dell’associazione “Il filo di Antonia”.
I ragazzi della scuola media hanno piantato con le proprie mani un albero d’ulivo, rappresentativo della terra umbra e simbolo universale di pace. Con grande entusiasmo, poi, gli studenti hanno recitato poesie, hanno prodotto disegni sull’emigrazione e hanno rivolto delle domande agli esperti delle cooperazioni internazionali. Tutti insieme, guidati dalle insegnanti, hanno riflettuto sulla situazione attuale dell’emigrazione. La cultura e la conoscenza, sono le strategie migliori per un’integrazione e un’inclusione corretta degli stranieri nel nostro paese. La Leonardi, rispondendo alle domande degli studenti, ha raccontato loro le proprie esperienze personali e gli incontri con gli immigrati, spesso giovanissimi. “Hanno sofferto molto- ha detto- e hanno cercato aiuto in Italia. Qui, nonostante tante difficoltà, sono spesso supportati euiQQ v in molti, riconoscono la generosità degli italiani e li ringraziano”. L’albero d’ulivo piantato nel giardino della scuola servirà a ricordare quegli esseri umani che hanno perso la vita su una carretta del mare, illudendosi di intraprendere un viaggio che li conducesse al cambiamento e alla felicità. E sarà per giovani e adulti, un simbolo di speranza, affinché tutti possano trovare la pace nella propria terra e in quella degli altri, affinché tutti riescano a convivere serenamente, senza alcun pregiudizio. I giovani dicono no alla xenofobia, no all’odio, no alle guerre.
Sognano e sperano di poter vivere tutti insieme serenamente un giorno, senza distinzione di razza, in un mondo che sia uguale per tutti.