ORVIETO I turisti che quest’anno per la prima volta sono arrivati ad Orvieto non l’hanno potuto ammirare nel suo splendore, ne hanno solo intravisto i marmi e i mosaici, qua e là, tra un ponteggio e l’altro. Una cartolina delle vacanze da non appendere al muro. Piuttosto, sarà più fortunato chi raggiungerà la Rupe a partire dalla prossima settimana.
Finalmente, infatti, dopo quattro mesi di lavori, lunedì inizieranno le operazioni di smontaggio dei ponteggi. «I restauri sono praticamente giunti a conclusione – conferma l’architetto Maurizio Damiani, direttore dei lavori al cantiere della Soprintendenza Bap Umbria – manca di terminare la documentazione fotografica e alcuni piccoli interventi che possono essere conclusi solamente durante le operazioni di smontaggio».
Gli interventi per togliere le impalcature che da luglio fino ad oggi hanno sorretto una squadra di otto restauratrici inizieranno quindi dalla prossima settimana e tempo qualche giorno la facciata del Duomo rivedrà finalmente la luce e ritornerà ad essere fotografata da turisti e amanti dell’arte.
I lavori per la messa in sicurezza dei mosaici della facciata fanno seguito ai sopralluoghi avvenuti ad aprile scorso che hanno evidenziato il distacco di alcune tessere e i danni provocati dal guano dei piccioni.
Nell’immediato l’Opera del Duomo aveva provveduto a far applicare delle garze per stabilizzare le lacune e, quindi, è stato subito chiesto ed ottenuto il finanziamento al Ministero per interventi di somma urgenza. Attuati dalla Soprintendenza, infatti, i lavori sono stati finanziati appunto dal Ministero senza alcun impegno diretto dell’Opera del Duomo. Importo dei lavori a base d’asta: 251mila 407 euro. Il progetto, curato da Ingenium Engineering srl, è stato approvato con decreto della Soprintendenza a firma dell’architetto Stefano Gizzi a maggio.
Ed è stato proprio al soprintendente Gizzi che Italia Nostra si era rivolta preoccupata che gli ancoraggi dei ponteggi potessero danneggiare per assurdo ciò che dovevano tutelare.
«Una polemica inesistente» non si è attardato a definire lo stesso architetto Damiani ma che l’esponente di Italia Nostra Lucio Riccetti aveva invece ampiamente cavalcato nel sostenere che «i ponteggi erano stati ancorati alla stessa facciata del Duomo tramite perforazione dei marmi, compresi gli stipiti del portale centrale e delle aree ricoperte dai mosaici e inserimento di occhielli a vite».
Considerazione subito smentite dal direttore del cantiere nello spiegare che «i lavori sono stati compiuti nel massimo rispetto dei marmi e, ove possibile, forando laddove presente una precedente foratura, lasciata dai precedenti ancoraggi». (Sa.Simo)
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