ORVIETO – Il detto è “Chi fa da sé fa per tre” … e per la Tari. Almeno per i cittadini di Morrano, quelli che – e sono un centinaio (tutta la frazione ne conta duecento) – pur di riutilizzare un bene abbandonato come l’ex scuola elementare sono disposti a farsi carico dei costi di sistemazione e delle utenze.
Ma non della tassa dei rifiuti che per uno stabile di almeno duecento metri quadrati ha il suo bel peso soprattutto in considerazione del fatto che sarebbe utilizzato sì e no due mesi all’anno.
«Abbiamo chiesto al Comune di poter utilizzare la vecchia scuola per le attività di baby sitting nei mesi estivi organizzate da alcune studentesse del paese e per qualche iniziativa del circolo – spiega il presidente Arci Gabriele Ceprini – ma se, insieme ai non pochi sacrifici per accollarci le spese di sistemazione dobbiamo pagare anche la Tari, il gioco non vale la candela».
E’ una querelle che va avanti almeno da quattro anni ma il Circolo, se non ha in mano un contratto scritto, Tari a parte, non è disposto ad avanzare soldi di tasca propria per fare i lavori.
Ora una bozza ci sarebbe pure, peccato manchi una quadra. «E’ giusto pagare le utenze come luce, acqua e gas – aggiunge Ceprini – ma pagare anche la Tari per soli due mesi di utilizzo è eccessivo. Dopo che ci impegniamo con risorse economiche ed umane a risistemare i beni abbandonati dal Comune, dobbiamo anche pagare?» si chiede il presidente nell’aggiungere che l’intento era solo quello «di non vedere abbandonate le strutture del paese e sistemare dei locali per un uso sociale».
La stessa cosa vale per la gestione degli impianti sportivi del paese, in disuso ormai da parecchio tempo. «Crediamo che certe iniziative vadano incentivate da parte di un’amministrazione attenta – aggiungono dal Circolo – che si vedrebbe sistemare i propri beni a costo zero, anziché far girare e perdere tempo ai propri cittadini che ancora non sanno cosa fare».
L’amministrazione se da un lato capisce l’esigenza dall’altro ha però le mani legate. «Purtroppo le regole non le facciamo noi ma lo Stato – spiega l’assessore Massimo Gnagnarini – non possiamo non far pagare la Tari, tassa prevista in qualsiasi contratto di comodato d’uso».
Ma l’assessore, che si dichiara disponibile per un incontro vis à vis, avanza una soluzione. «Ciò che possiamo fare – dice – è dare un contributo con il quale questi cittadini volenterosi potrebbero pagare la tariffa. Più di questo non possiamo fare». Della serie, con una mano si dà e con l’altra si prende ma, alla fine, potrebbe essere un giusto compromesso per il bene di una comunità. (Sa.Si)