Riceviamo dal Coordinatore del Comitato degli Iscritti FP-CGIL del Comune di Orvieto, Cristiano Baciarello, e pubblichiamo.
A seguito degli incontri tenutisi nelle scorse settimane tra le OO.SS., RSU e Amministrazione Comunale sul tema della Riorganizzazione dell’Ente, la CGIL ritiene necessario intervenire a puntualizzare alcune considerazioni.
Dalla discussione è emerso come il documento che ci è stato presentato risulti essere carente di alcuni aspetti fondamentali in un processo complesso come la riorganizzazione di un Ente.
In particolare, come la CGIL evidenzia già da tempo, difetta di una indispensabile preliminare analisi approfondita dello stato attuale dell’ente, delle criticità, della quantità e qualità dell’organico a disposizione, delle professionalità, delle competenze, delle specifiche esigenze formative.
L’unico provvedimento in cui sembra sostanziarsi l’intervento annunciato, è l’aumento delle Posizioni Organizzative, dalle attuali 7 unità ad 11, con la dichiarata motivazione di creare un livello intermedio tra la Dirigenza e uffici in tutti i settori. Stante il ruolo strategico e complesso della Posizione Organizzativa, riteniamo tale motivazione discutibile, oltre che in contrasto con il quadro normativo di riferimento.
L’individuazione di nuove P.O. dovrebbe essere infatti funzionale agli obiettivi ed alle strategie di governo, cui non si fa accenno nella proposta di riorganizzazione finora sottopostaci che, così strutturata, sembra risolversi in un esclusivo ulteriore onere finanziario che grava su una situazione già fortemente compromessa.
Ricordiamo inoltre che il riconoscimento dell’indennità di risultato prevista per le P.O. è anch’essa strettamente legata al raggiungimento di obiettivi e risultati e che, fino ad oggi, è stata sempre corrisposta nella misura massima. Se lo strumento della valutazione dovrebbe servire, oltre che come incentivo, anche a far emergere differenze di rendimento e merito, la logica della valutazione massima di tutte le figure apicali, in un quadro giudicato inefficiente, ci risulta francamente incomprensibile. Tale elemento stride inoltre col fatto che, per ben due anni, 2013 e 2014, il personale dipendente si è visto ridurre la produttività collettiva del 50%.
Sembra inoltre essere stata “dimenticata” la prospettiva dei numerosi pensionamenti cui questo Ente si troverà a far fronte da qui ai prossimi 4/5 anni, rendendo di fatto necessario a breve un nuovo riesame dell’assetto organico.
Come CGIL riteniamo le misure contenute nella proposta di riorganizzazione finora presentata assolutamente inadeguate a fronteggiare le reali difficoltà in cui noi tutti ci vediamo costretti ad operare e sottolineiamo come, nonostante questa Riorganizzazione sia stata annunciata dall’Amministrazione da quasi un anno ormai, i Dipendenti con il loro lavoro abbiano continuato a garantire il buon funzionamento di Uffici e Servizi.
Quella che si continua a presentare come una Riorganizzazione dell’Ente, sembra essere, allo stato attuale, la riproposizione di un vecchio modello organizzativo basato esclusivamente sull’individuazione di nuove figure apicali, associando a queste, funzioni che in molti casi potrebbero essere ricoperte valorizzando i numerosi funzionari e livelli direttivi di cui l’amministrazione è dotata.
Crediamo che una buona riorganizzazione sia nell’interesse di tutti, soprattutto dei dipendenti e sarebbe auspicabile un confronto serio ed approfondito su questo tema che ad oggi, più che affrontato, sembra esser stato aggirato.