“Confessori, vero segno della Misericordia del Padre” ( MV 17)
Nel quadro delle iniziative che precedono l’apertura della Porta Santa del Giubileo della Misericordia presso il Santuario di Collevalenza, la Congregazione dei Figli dell’Amore Misericordioso, in totale condivisione con il pensiero di Papa Francesco, ha promosso il primo dei due convegni per confessori nei giorni di martedì 10 e di mercoledì 11 novembre per una riflessione approfondita sul tema “Confessori, vero segno della Misericordia del Padre”(MV 17).
Ecco in breve il programma del convegno.
Martedì 10 novembre: ore 7,30 Lodi nella cripta della Basilica; ore 8 colazione; ore 9 P. Aurelio Perez, Superiore Gen. Fam, su: “Il Confessore “giudice severo” o “padre buono”? La testimonianza della beata Madre Speranza e il Magistero di Papa Francesco”; ore 10 Break; ore 10,30 Dialogo in comune sul tema; ore 12 Eucaristia in Santuario; ore 13 Pranzo; ore 16 Don Mauro Salciarini su “Non ci si improvvisa Confessori”(Mv 17); ore 17 Break; ore 17,30 Dialogo sulla nostra esperienza di Confessori; ore 18,30 Celebrazione penitenziale e Vespri in Santuario; ore 20 Cena.
Mercoledì 11 novembre: ore 7,30 Lodi nella cripta della Basilica; ore 8 colazione; ore 9,30 Suor Ombretta Pettigiani, docente di sacra scrittura su “L’incontro dei peccatori con il Vultus Misericordiae di Gesù, secondo il Vangelo”; ore 10,30 Break; ore 11 Dialogo con la relatrice; ore 12 Eucaristia in Santuario; ore 13 Pranzo; ore 16 Don Luciano Avenati, liturgista e parroco, su “ Misericordia e verità s’incontreranno”. Rivisitando l’Ordo Penitentiae; ore 17 Break; ore 17,30 Lavori in gruppi sui temi del giorno; ore 18,30 Vespri in Santuario; ore 20 Cena.
“Non mi stancherò mai di insistere perché i confessori siano un vero segno della misericordia del Padre. Non ci si improvvisa confessori. Lo si diventa quando, anzitutto, ci facciamo noi per primi penitenti in cerca di perdono. Non dimentichiamo mai che essere confessori significa partecipare della stessa missione di Gesù ed essere segno concreto della continuità di un amore divino che perdona e che salva. Ognuno di noi ha ricevuto il dono dello Spirito Santo per il perdono dei peccati, di questo siamo responsabili. Nessuno di noi è padrone del Sacramento, ma un fedele servitore del perdono di Dio. Ogni confessore dovrà accogliere i fedeli come il padre nella parabola del figlio prodigo: un padre che corre incontro al figlio nonostante avesse dissipato i suoi beni. I confessori sono chiamati a stringere a sé quel figlio pentito che ritorna a casa e ad esprimere la gioia per averlo ritrovato. Non si stancheranno di andare anche verso l’altro figlio rimasto fuori e incapace di gioire, per spiegargli che il suo giudizio severo è ingiusto, e non ha senso dinanzi alla misericordia del Padre che non ha confini. Non porranno domande impertinenti, ma come il padre della parabola interromperanno il discorso preparato dal figlio prodigo, perché sapranno cogliere nel cuore di ogni penitente l’invocazione di aiuto e la richiesta di perdono. Insomma, i confessori sono chiamati ad essere sempre, dovunque, in ogni situazione e nonostante tutto, il segno del primato della misericordia”
(Cfr. Papa Francesco in Vultus Misericordiae, n° 17).