di Alessio Tempesta
Caro Beppe Natale vorrei… UNA VERA E GRANDE PARTECIPAZIONE CITTADINA!
Caro Beppe Natale, stanotte ho fatto un Sogno…
Era, per me, un sogno bellissimo tanto che, stamattina, quando mi sono svegliato, ho pensato di scriverti subito una letterina per chiederti di portarci, ad Orvieto, una vera e grande partecipazione dei cittadini alla vita politica della mia città!
Tu sai che anche io, come tutti i “bambini” (ma a volte anche i molti adulti che sperano di chiedere le cose con le votazioni elettorali…) siamo un po’ utopisti, e ci illudiamo che le cose semplici si possano fare e realizzare con un po’ di buonsenso, di attenzione e di ascolto, vero ed attento, alle indicazioni ed ai punti di vista altrui, seppur numerosissimi e differentissimi tra loro, ma che vengono dalle persone che vivono, lavorano, producono, per e nella propria città!
Tutto questa illusione nasce però anche dal fatto che il programma della nostra attuale amministrazione cittadina aveva messo la PARTECIPAZIONE tra i propri primi punti, quindi mettendola alla base fondante di un nuovo modo di governare la città che, di fatto, non è mai esistito nemmeno in democrazia, tanto che questa straordinaria e nostrana novità ci sembrava far diventare Orvieto la solitaria e nobilissima culla di una nuova civiltà politica!
Ma evidentemente la politica, quella che deve governare, è diversa da quella Politica che penso io, quella fatta cioè, fondamentalmente, da un doveroso interessamento, Vero, da parte di chi amministra, e da un altrettanto vero Ascolto dei punti di vista altrui, una Politica che prenda spunto, se meritevoli, dalle indicazioni, a volte anche un po’ troppo di parte, ma di una comunità cittadina tutta!
Io penso veramente, ma forse mi illudo, che se ai cittadini venisse data una concreta possibilità di esprimere un punto di vista, (non con una segreteria o un ufficio di protocollo che tanto non ascoltano nemmeno i 150 residenti firmatari della petizione per la pulizia di Porta Maggiore…) ma attraverso un ufficio ad hoc che sappia raccogliere, strutturare, e smistare direttamente nei processi decisionali le richieste, le indicazioni, le idee dei cittadini, forse questo potrebbe essere un segno positivo e la base, vera, di una grande partecipazione cittadina alla vita politica, così come credo anche che i cittadini abbiano il desiderio di proporre, di attivarsi, di sacrificarsi anche un po’ per la propria comunità sentendosi realmente “al centro” di quelle decisioni che dovrebbero migliorare la loro qualità della vita e la loro fruizione dei servizi nella propria comunità!
Caro Beppe Natale, a me non piace sventolare le bandiere, tu lo sai, non trasformo le persone di sensibilità e cultura in un feticcio di un certo modo di pensare, di un certo modo di agire, di un certo modo di essere… quindi ti voglio solo ricordare una Persona che stimavo molto, e basta, che era Giorgio Gaber il quale, in una sua famosissima canzone, diceva che la libertà non è star sopra un albero, non è neanche un gesto o un’invenzione, la libertà non è uno spazio libero, libertà è Partecipazione!
Se la libertà è partecipazione, allora non siamo liberi ad Orvieto, perché abbiamo l’impressione di tanti “sì, sì, sì, stiamo facendo, stiamo provvedendo, stiamo risolvendo…” ma di risposte concrete alle perplessità della gente in merito a tante scelte che hanno aumentato le imposte cittadine, alle difficoltà dei tanti cittadini meno fortunati che vivono accanto a noi e facciamo finta di niente, alla necessità di tornare a sperare veramente in una città dove far crescere, studiare, e magari anche trovare lavoro ai propri figli, sembriamo non trovare risposta se non in qualche fredda riga di un ormai altrettanto algido, raggelante, distante programma sempre più in bianco e nero!
Spero di sbagliarmi, spero di essere smentito tra poco dai fatti, ma non pensi anche tu, caro Beppe Natale che, se nella mia città, al posto di cercare di “indirizzare per forza” la trasformazione dell’ex ospedale in un grande albergo a 5 stelle, ci si attivasse con fermezza e volontà per realizzare una struttura da destinare ad attività di pubblica utilità sociale, o meglio ancora una vera università, o una scuola d’arti e mestieri (prima che il patrimonio di artisti ed artigiani orvietani si perda definitivamente con la loro morte) non pensi che si renderebbe un servizio migliore al presente e soprattutto al futuro dei cittadini, non credi che si porterebbe turismo studentesco, e non solo, ad Orvieto, creando anche un nuovo fermento culturale ed artistico in città e contestualmente un’occasione comunque di lavoro per le attività della rupe e del comprensorio?
Ma i motivi per cui le cose semplici non si possono mai fare sono sempre tanti ed inspiegabili, e le responsabilità sono sempre di qualcun altro, della politica di rigore, della corte dei conti, dei bilanci del passato, del dissesto, del predissesto, di pincopallino, di Gianni e Pinotto…
Caro Beppe Natale io lo so che non contiamo niente, noi cittadini della mia città, e che Orvieto non deve alzare la testa più di tanto, ma portaci almeno un grande e realizzabile Sogno, perché le favole ce le hanno già portate tante, ed ormai conosciamo talmente bene la solita storia che la sappiamo già e non ci crediamo più… ed io ti prometto di essere più buono l’anno prossimo, sperando che me ne vorrai dare la possibilità!