di Alessio Tempesta
Caro Beppe Natale è ormai evidente la profonda crisi sociale e d’animo che stiamo vivendo in questi tempi…
La crisi delle vocazioni è tale, che solo ad Orvieto poteva vedersi uno slancio spirituale come mai prima d’ora, tant’è che la nuova amministrazione ha deciso di prendere i Voti, e di dare il via ad una vera Vocazione per tutta la città!
Dai Voti alla Vocazione il passo è stato breve…
Gira che ti rigira ci voleva una Vocazione speciale, mai avuta prima in città, una Vocazione che ridesse slancio emotivo ai cittadini che, per secoli, altro non avevano avuto che il Santo Duomo, panacea di ogni malessere economico di generazione in generazione, tale da essere genitrice di un popolare detto cittadino “Tanto c’avemo ‘l Domo” tramandatosi di padre in figlio con ostinato orgoglio; un detto, questo, assai più taumaturgico e rassicurante di un Sacro Rosario recitato ai vespri!
Ma i tempi cambiano e così, nuovi e più avveduti condottieri cittadini, suffragati dal popolo orvietano, hanno preso per la città la laurea delle Vocazioni, una laurea super specialistica, quella della Vocazione Turistica!!!
Quando il popolo ha sentito dire che per risollevare la città dai tempi duri ci sarebbe stata la Vocazione Turistica, ha giubilato, festante e rinnovato nell’entusiasmo di garantire ai propri figli una Orvieto ricca e piena di opportunità economiche, garantite dal nuovo flusso turistico…
Perché Orvieto della vocazione turistica non ne aveva mai sentito parlare, né sentito il bisogno, grazie alla caserma che aveva regalato, per decenni, ogni 40 giorni, un flusso continuo di turisti che, nei ristoranti e negli alberghi, un po’ anche nei negozi, nei monumenti e nei musei, permetteva una “grassa” sopravvivenza ai tempi di quelle “vacche” che oggi, senza caserma e per via dell’economia in contrazione, sono sempre più “magre”!
Non è stato mai necessario industrializzare la città, convinti che la caserma, 4 cocci e l’artigianato diffuso sarebbe bastato per un altro millennio…
Allora, adesso che abbiamo solo delle attività mai valorizzate e rispettate adeguatamente dalla politica cittadina, e che devono farcela solo con le proprie forze, i reggenti parlano di Vocazione Turistica!
Io penso, caro Beppe Natale, che è meglio accontentarsi di una città turistica senza esagerare con la vocazione, perché per la vocazione serve un sistema di accoglienza straordinario e condiviso, con una informatizzazione e notorietà del brand Orvieto garantita da un marketing cittadino politico a supporto di tutte le attività che costituiscono il tessuto economico cittadino, con un programma di orari di apertura straordinaria per il Duomo, il pozzo di San Patrizio, il museo Faina ed Emilio Greco, delle tombe etrusche e delle grotte, con un sistema di viabilità che incentivi l’uso pedestre della città, con biciclette e auto elettriche a noleggio, mezzi pubblici e corse più numerose, taxi, percorsi turistici strutturati e definiti con una segnaletica appropriata, puliti, manutentuti ed accoglienti, con tutti i luoghi cittadini valorizzati, come per esempio la sudicia e bistrattata Porta Maggiore, addirittura irrisa difronte ad una petizione firmata da 150 cittadini residenti in quella zona!
Caro Beppe Natale, forse non te lo ricordi che Orvieto, storicamente città religiosa e sede papale, doveva avere già organizzato, con il giubileo alle porte, questa Vocazione Turistica che forse è fatta più da piccole azioni ed idee che da grandi elucubrazioni mentali!
Quest’anno porta almeno un po’ di verità per i cittadini, da parte degli amministratori della mia città, perché i Voti li hanno sicuramente presi, ma di Turistico qui si vede solo il solito menù…, ed io prometto di essere più buono l’anno prossimo, sperando che me ne vorrai dare la possibilità.