Su Facebook e sui giornali web, da anni, documentiamo con foto quanto non va, va a disdoro della città, la sporca, la rende disordinata, ci fa vergognare. Da anni tentiamo faticosamente di stimolare lo sviluppo di una mentalità che contribuisca a rendere migliore Orvieto, per quanto possiamo con i nostri mezzi. La tendenza, quella sintetizzata con il “vergogna” sputato nella rete, è di dare la colpa soprattutto agli amministratori, un po’ per facilità, un po’ per qualunquismo, un po’ per politica, un po’ perché le loro colpe di disattenzione ce le hanno.
Ma quel “vergogna”, nella gran parte dei casi, credo sia giusto lanciarlo sprezzanti a chi ci insozza la città con rifiuti e brutture, perché se si riconosce il problema vero si potrebbe anche tentare di risolverlo.
Ieri un amico mi ha inviato questa foto che ha scattato nel pomeriggio, ma che già circolava su FB. È probabile che quel materasso ci sia anche domani, perché per toglierlo ci vuole un mezzo adatto e costerà soldi, ingrossando la bolletta Tari di ciascuno di noi.
Il nostro energico “vergogna” deve arrivare allo zozzo che ha portato lì quel materasso, se vogliamo che domani, forse, non ci riprovi.
“Vergogna”, zozzone.
Da domani, con frequenza bisettimanale e la durata che Bellini vorrà, inaugureremo una rubrica fotografica in collaborazione con Alberto Bellini, che ci aiuterà a scoprire con i suoi occhi quanto è bella la nostra città.
Si titolerà W Orvieto. (d.f.)