di Carlo Perali
L’Aver condizionato i primi cento giorni di governo a un progetto di pedonalizzazione di una piazza è stata una politica miope e una autentica perdita di tempo , anche perché si potevano impiegare meglio e con maggior profitto mettendo a reddito una ricchezza che sembra invece che nemmeno ci appartenga . Abbiamo un patrimonio architettonico da fare invidia a città come Roma e Firenze ma non sappiamo utilizzarlo o almeno non ne usufruiamo come si dovrebbe tanto è vero che i dati sul turismo ci riportano come il fanalino di coda della Regione Umbria (Notizia falsa. A piè di pagina i dati statisti pubblicati dalla Regione Umbria n.d.r.) . Allora come fare per rilanciare un centro storico in declino e riattivare una politica basata sulla sopravvivenza ?
È evidente che servono nuove formule di rivitalizzazione della rupe ma è anche vero che la politica ha rinunciato alle sue funzioni più essenziali senza mai interrogarsi sulle cause che hanno portato Orvieto a uno stato di regresso ,né di come rilanciarlo,mentre i partiti hanno lasciato ad altri il compito di gestire la ripresa
In questo clima di indifferenza generale,tuttavia , si continua a discutere del niente lasciando la città al suo destino . Oggi più che mai serve di cambiare pagina e orizzonti ;non possiamo più permetterci di dilungarci in oziose presentazioni e sterili proposte serve invece un progetto di città e di territorio con un nuovo modello di sviluppo che si faccia interprete dei tempi che viviamo iniziando dal nostro patrimonio culturale . Bisogna anche capire che le logiche non sono più le stesse ,è cambiato il mercato ,il mondo del lavoro ,il modo di fare impresa ed è cambiato anche il turismo con l’offerta
Oggi più che mai serve quel salto di qualità in grado di internazionalizzare Orvieto e dare quelle risposte che nessuno ha dato mai ,tenendo conto che un centro storico vive di clienti e la mancanza di economia e di un settore su cui basare la ripresa favorisce la chiusura di molte attività e la fine del centro storico medesimo .
Per cui bisogna ritrovare un nuovo approccio con la città,con il suo senso di città antica per ritagliarci poi ,una politica su misura .Servono cambiamenti radicali capaci di trasformare posizioni conservative in aperture coraggiose e se c’è un argomento da sfatare questo è la nostra diffidenza nei confronti dell’innovazione e di una politica che non sa vedere le potenzialità della città e quindi non scommette su un turismo culturale e non investe sul futuro . Serve una riflessione su quale destino dare alla città ,serve l’ascolto ,serve la partecipazione e l’azione del privato ,serve di riportare la qualità dentro le mura e di riavvicinare la città d’arte alla città economica ,serve di riequilibrare il peso del passato con le sfide del futuro ,e serve anche di reinterpretare l’arte con nuove soluzioni e ricette clamorose e a questo punto lancio anch’io la mia proposta choc che consiste nel fare del secondo monumento della città il primo assoluto . Una sfida o meglio una follia ,ma del resto non è forse una follia anche lasciare un’opera di ingegneria così famosa utilizzata solamente per gli incassi di una biglietteria ?
e la proposta trova subito un rapido riscontro nelle parole dell’ex Sindaco di Assisi ,quando intervistato su l’iter da seguire per rientrare nei termini e modalità stabilite dall’UNESCO Lui suggerisce di abbinare la bellissima facciata con altre parti della città in un unicum straordinario capace di riunire la città visibile con quella non visibile .La domanda allora è questa :Perché non associare la splendida facciata alle tenebre del pozzo,le altezze alle profondità , facendo di questo monumento il simbolo di una città ipogea nonché di una emergenza che si fa sempre più inquietante ed attuale che riguarda l’intera umanità ?
Anche questo è un aspetto di città invisibile cha attualizza l’arte e la rende universale .
O meglio:Perché non si coinvolge il Consigliere Regionali Ricci ,il Sindaco di Orvieto ,il vicepresidente Antonio Tajani e il Ministro Franceschini per fare del pozzo più importante della storia “il logo mondiale della mancanza d’acqua sulla terra “ ?Un progetto ambizioso condiviso già da molte personalità della cultura e della politica che potrebbe rafforzare la richiesta orvietana nei confronti dell’UNESCO ,internazionalizzare Orvieto, facendo del bene anche al Paese .Un modo per aprire la città a nuove prospettive e restituire più vigore alla politica
Movimento comprensoriale regionale 6 mesi 2015