Cento musicisti, oltre cento eventi in cinque giorni dal 30 dicembre al 3 gennaio. Sono i numeri di Umbria Jazz Winter 23^ edizione 2015.
L’evento più atteso, entrato ormai nella tradizione nel panorama del jazz italiano e internazionale, si conferma all’insegna dell’eccellenza, in grado di attrarre – grazie alla formula di successo, consolidata e affinata nel corso degli anni – un pubblico sempre più motivato, attento, esigente ed affezionato al festival. Il fortunato connubio tra turismo e spettacolo di qualità, con il valore aggiunto dell’ospitalità di Orvieto e dell’Umbria, tra storia, cultura ed enogastronomia fanno il resto.
Così, dal 30 dicembre 2015 al 3 gennaio 2016 musicisti ed eventi si alterneranno nei “luoghi della cultura” di Orvieto come: Teatro Mancinelli, Duomo, Palazzo del Popolo, Palazzo dei Sette, Museo Emilio Greco, fino a coinvolgere “Il Malandrino”, locale dove si suonerà fino a tarda notte e infine piazze, vicoli e strade. Ma tutta la città che vanta una storia lunga di millenni si offrirà agli appassionati del jazz aprendo i suoi scrigni di arte e cultura.
In cinque giorni Orvieto proporrà musica a ogni ora del giorno fino a tarda notte, e il centro storico si animerà di un pubblico festoso e appassionato. In programma gli immancabili cenoni di fine anno in musica per salutare a suon di jazz e soul la fine del 2015 e l’arrivo del 2016 e la tradizionale Messa della Pace in Duomo il pomeriggio di Capodanno, resa ancora più solenne dalle voci gospel.
Se l’atmosfera generale sarà decisamente unica, la proposta artistica di questa 23^ edizione di Umbria Jazz Winter è decisamente all’altezza delle aspettative, come dimostra il ricco cartellone che è stato presentato questa mattina al Teatro Mancinelli di Orvieto da: Giuseppe Germani – Sindaco di Orvieto, Sabrina Ceprini – Presidente dell’Associazione TeMa, Vincenzina Anna Maria Martino – Assessore alla Cultura e grandi eventi, Carlo Pagnotta – Direttore artistico e dall’Avv. Gian Luca Laurenzi rappresentante della Fondazione Umbria Jazz.
Quest’anno, in occasione delle celebrazioni per il centenario dalla nascita del cantante Frank Sinatra, il Festival ospiterà Kurt Elling che omaggerà ‘The Voice’ con due concerti tributo dal titolo “Elling Swings Sinatra”. Un progetto ambizioso e impegnativo, una rilettura personale ed emotiva che riesce nel suo scopo grazie alla capacità improvvisativa di Elling che JazzTimes ha indicato come il più influente cantante jazz dei nostri tempi. Con lui on stage una big band di diciassette elementi con alcuni tra i più interessanti giovani jazzmen italiani che andrà ad affiancare il suo quartetto, con il quale presenterà anche l’ultimo lavoro dal titolo Passion World.
Voce ancora protagonista con Jarrod Lawson, astro nascente del panorama soul-jazz. Il suo primo lavoro omonimo è stato salutato dalla critica come uno degli album d’esordio più interessanti della musica soul degli ultimi dieci anni. Notevole inoltre il fatto che tutti i brani siano stati scritti, arrangiati e prodotti dallo stesso Lawson.
Repentino cambio di musica e genere, a dimostrazione della varietà del cartellone, con la batteria di Lewis Nash che incontra il sax alto di Steve Wilson. Sono molti i punti in comune tra i due artisti: un modo di suonare moderno che al contempo rimanda ai grandi classici della storia del jazz, inventando un marchio musicale elegante e ben definito. Per queste caratteristiche sono oggi tra i musicisti più ricercati della scena jazz contemporanea: improvvisazione e creatività ai massimi livelli per un perfetto ingranaggio musicale.
Cambiando completamente coordinate musicali, sempre musica strumentale con Romero Lubambo, che in solo con la sua chitarra propone l’essenza della musica brasiliana.
Di livello, e con proposte musicali molto creative e particolari, il folto gruppo dei musicisti italiani presenti a Orvieto. Ad iniziare da un Paolo Fresu particolarmente poetico e intimista con Vinodentro, ispirato all’omonimo romanzo di Fabio Marcotto che mette insieme il mito del Faust e la passione per il vino. Musiche eseguite con il bandoneonista Daniele Di Bonaventura e l’Orchestra da Camera di Perugia in collaborazione con la Sagra Musicale Umbra, che nasce dalla pluriennale esperienza di giovani musicisti umbri nella diffusione della cultura musicale. Per Fresu e Di Bonaventura anche l’impegno in trio con il contrabbassista Marco Bardoscia.
Dal celebre doppio album live registrato nel 1965 al Golden Circle di Stoccolma da Ornette Coleman, recentemente scomparso, prendono spunto quattro grandi jazzisti Italiani: Rosario Giuliani, Fabrizio Bosso, Enzo Pietropaoli e Marcello Di Leonardo. Un ‘cerchio d’oro’ immaginario, dove racchiudono le loro esperienze, abbandonano per una volta i panni di leader e mettono al servizio di una band vera e propria tutta la loro grandezza di interpreti e compositori. Per Rosario Giuliani anche l’impegno come special guest nel quintet di Kurt Elling.
A un altro grande, Duke Ellington, è dedicato l’ultimo lavoro di Fabrizio Bosso. Una lettura di Ellington colma di classe, eleganza e swing, cucita su misura per il trombettista torinese, timbricamente ricchissima, come gli originali del Duca, ma rilette con la coerenza dei musicisti di oggi da un ensemble di assoluto livello diretto da Paolo Silvestri.
Danilo Rea, infine, sorprende ancora una volta, dimostrando il suo eclettismo che ne fa uno dei pianisti di punta del jazz, non solo italiano. Una rilettura in piano solo dei due gruppi più importanti e seminali della storia della musica rock: i Beatles e i Rolling Stones.
Dopo essere stati per molti anni al fianco del cantante Mario Biondi con il nome di Italian Jazz Players e aver inciso per le maggiori etichette discografiche jazz, frequentando i festival di tutto il mondo, i Dirty 6 ripartono con un sound completamente rinnovato, sotto la sapiente regia del pianista Claudio Filippini, con un progetto in prima assoluta e pensato in esclusiva per il prestigioso palco di Umbria Jazz Winter. Saranno accompagnati dalla voce di Walter Ricci, tra i semi finalisti del prestigioso concorso vocale indetto dal Thelonious Monk Institute che si terrà il prossimo novembre a Los Angeles.
Non mancheranno le due esibizioni quotidiane della marching band per le vie del centro storico: i popolari Funk Off, interpretano a modo loro la formula della street band con grande senso dello spettacolo e una originale evoluzione artistica che rivitalizza un genere vecchio di un secolo. Da non perdere il loro show on stage la notte di Capodanno. Esordio in trio per il leader dei Funk Off, Dario Cecchini, che con il Triozone si pone alla ricerca di una maggiore libertà sia armonica che dello sviluppo del brano, alla continua ricerca di nuove contaminazioni stilistiche.
Il gospel, presente per tradizione a Umbria Jazz Winter, quest’anno sarà rappresentato dalle Light of Love Gospel Singers, espressione di pura spiritualità, ma anche delle autentiche radici del jazz e più in generale della cultura popolare delle comunità Nere.
Il quartetto di Larry Franco renderà omaggio alle più grandi voci del jazz e dello swing di tutti i tempi, ricordando nello specifico la musica dei crooner italiani e americani degli anni ’40 e ’50.
Viaggi nel tempo anche per Allan Harris, quintessenza del crooner, che con il suo quintetto propone uno spettacolo da non perdere dedicato alla musica melodica degli anni ’50 e per i Tuba Skinny, gruppo musicale americano di dixieland jazz e old blues music anni ‘20 e ’30. Sempre a quegli anni ma in chiave gipsy, fanno riferimento gli Accordi Disaccordi, apprezzati lo scorso luglio a Perugia. Un caleidoscopio musicale quello degli Sugarpie & the Candymen, che vede affiancati i Led Zeppelin a Django Reinhardt, i Beatles a Bessie Smith, Van Halen a Benny Goodman, i Guns N’ Roses a Ray Charles, i Queen a Peggy Lee.
Esordi infine a UJ per Dirotta su Cuba, che festeggiano con un tour i vent’anni dall’uscita dell’album che nel 1995 li rese famosi al grande pubblico, e Camera Soul, che si muovono all’interno di sonorità bossa-jazz e soul-funk.
I migliori studenti, selezionati questa estate durante la trentesima edizione dei seminari estivi della Berklee Summer School at Umbria Jazz Clinics, si esibiranno il primo giorno del Festival. Prima di loro il Sam Mortellaro Trio, vincitore del concorso per giovani talenti tenutosi durante l’edizione 2015 di Umbria Jazz nello scorso luglio.
Per finire due curiosità: i Beatbox e Vince. I Beatbox, molto più che un semplice tributo ai Beatles, la performance dei quattro italiani si propone di far rivivere l’energia e il fascino del mitico quartetto di Liverpool. E per ottenere il risultato desiderato nulla è stato lasciato al caso: dalla strumentazione, identica a quella usata dai Beatles nei loro storici concerti, ai vestiti, confezionati su misura dalla stessa sartoria che li creò per la tournée americana dei ‘Fab Four’. Vince, voce e chitarra: si tratta di un musicista busker che si esibiva in Corso Vannucci a Perugia durante il Festival di luglio, così bravo e particolare da non passare inosservato e trovare immediatamente un ingaggio per Orvieto, quando la musica è veramente grande ed è la passione della propria vita, basta solo aspettare la buona stella!
Infine, il manifesto di Umbria Jazz Winter #23 che va ad accrescere la galleria artistica della manifestazione è degli artisti Massimo Chioccia e Olga Tsarkova (coppia nell’arte e nella vita) creativi nella loro bottega di Orvieto.
Molto stimati e apprezzati in Italia e all’estero, con il jazz Chioccia e Tsarkova hanno importanti “frequentazioni”. Hanno firmato, infatti, il manifesto di una delle edizioni del Newport Jazz Festival il più antico e forse più importante jazz festival del mondo; inoltre, le loro opere sono da anni esposte nella vetrina del “Jazz Corner of the World”, lo storico jazz club Birdland di New York. Mentre, l’estate scorsa hanno esposto al Jazz Musem di Rotterdam nel quadro del “North Sea Jazz Festival”, con una rassegna di opere ispirata alla musica jazz, ma anche al Blue Note di Milano con la mostra di arte contemporanea “Jazzpo”
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