Sabato 10 e domenica 11 ottobre 2015 a Fabro si è svolto l’evento “Discovering Alto Orvietano”, fortemente voluto dal Comune di Fabro e dal Sindaco Maurizio Terzino per fare il punto sul livello di consapevolezza dei limiti ma anche del valore e delle potenzialità del territorio dell’Alto Orvietano da parte degli attori che su questo territorio hanno potere d’intervento. “Anche con questa iniziativa, come con la Mostra del Tartufo di Fabro ed il sostegno all’istituto, la nostra amministrazione ribadisce l’impegno verso il rilancio del territorio attraverso la valorizzazione delle eccellenze agricole e della crescita di nuove professionalità locali”.
“Forte e reale è la disponibilità a mettersi in gioco da parte della Regione Umbria” afferma il Dott. Giuliano Polenzani, esperto di PSR, “essendo la nuova programmazione del PSR 2014-2020 pensata per favorire progetti e politiche locali delle zone più disagiate dell’Umbria e per implementare su questi distretti l’utilizzo delle nuove tecnologie”.
L’evento ha ricevuto il plauso di tutti i convenuti e in modo particolare di Luciano Martelloni della Camera di Commercio di Terni che ha messo l’accento su quali vantaggi possa portare alla comunità abbandonare la competizione e fare sistema servendo così l’assist, subito raccolto, a Lorenzo Mariani, Segr, Generale di Conf-Cooperative, che ha sottolineato come la cooperazione e la possibilità di riunirsi in cooperative agricole possa costituire per i giovani un importante strumento di realizzazione ed affermazione.
Forti e reali sono anche l’entusiasmo e la tenacia del professor Cipolla e della dottoressa Amori dell’IPAA – Istituto Professionale per l’Agricoltura e l’Ambiente “Bruno Marchino” di Fabro, che insieme ai loro studenti strutturano e realizzano progetti che partono direttamente dal territorio, anzi, dalla terra, con la volontà di trasformarla per valorizzarla: l’iniziativa ‘All’orto…te ce porto’ è un concreto esempio di sviluppo agricolo locale che valorizza sia le professionalità che si stanno formando grazie all’istituto sia la tradizione del territorio. Stanno emergendo anche collaborazioni con agricoltori locali che metteranno a disposizione terreni inutilizzati per attività di ricerca, innovazione e sperimentazione dell’IPAA. Un buon esempio di impegno comune e di cooperazione dal basso. Impegno riconosciuto ed messo in evidenza anche dal Prof. Anselmi, dell’Università della Tuscia, che ha sottolineato l’importanza dell’ Istituto Agrario in un territorio a forte vocazione agricola come quello dell’Alto Orvietano, con l’importante missione di formare nel settore dell’agricoltura e dell’ambiente professionalità a servizio della comunità.
Sul “mancato sviluppo di capacità imprenditoriali”, sull’assenza cioè di un reale sostegno all’idee che potrebbero creare innovazione e ricchezza anche nelle imprese agricole si è inserito l’intervento di Alessio Fioretti del GAL. E se da una parte questa è una innegabile verità, dall’altra la risposta è già in atto e viene da una giovane donna, Clelia Cini dei Giovani Imprenditori della Confederazione Italiana Agricoltori, che fa Impresa in agricoltura da anni e che questa Impresa (in ogni senso!) la porta avanti nonostante le molte difficoltà infrastrutturali e finanziarie; e la risposta viene anche da un’altra giovane donna, Alessia Dorillo del Parco tecnologico 3A, la cui mission è proprio quella di poter garantire ai giovani un sostegno per poter passare dall’idea d’impresa alla realizzazione stessa dell’Impresa.
Nella nuova Impresa agricola passato e il presente non si combattono, l’agricoltura 2.0 parte comunque dalla terra. Ne è un esempio il drone, soggetto ed oggetto del video proiettato durante il convegno: il drone è una tecnologia innovativa che trova nell’agricoltura uno dei suoi maggiori impieghi; è a servizio dell’agricoltore, lo aiuta ad ottimizzare risorse e tempi e a migliorare le prestazioni della propria impresa.
Il confronto sulle nuove tecnologie e sulle nuove modalità di fare impresa in agricoltura, è stato accompagnato nei due giorni dell’evento dalle degustazioni dei prodotti tipici, offerte ai presenti dai più importanti produttori locali, e dalle escursioni in bici, a cavallo e a piedi lungo i sentieri dell’Alto orvietano, consentendo ai presenti e appassionati di immergersi, letteralmente, nella grande potenzialità turistica del territorio.
“ Sostenere le giovani generazioni, nella loro formazione e nella loro preparazione al mondo del lavoro, – conclude Sanni Mezzasoma vice presidente del Consorzio ITACA-alternando conoscenze didattiche ad esperienze fattive sul campo, consente di rimettere in movimento un patrimonio agricolo che è stato per troppo tempo penalizzato. L’agricoltura deve essere rivista come asset strategico che insieme alla valorizzazione dei prodotti locali, ai servizi innovativi e ad un artigianato di qualità possa creare quello sviluppo tanto atteso e che ora non possiamo permetterci di lasciarci sfuggire. La sfida è aperta e con queste iniziative dove mettiamo insieme giovani, opportunità, passione, ricerca e cura e cultura del territorio siamo sicuri di dare vita ad una rivoluzione culturale che parte dal territorio per riflettersi in una nuova società globale” .