Si tratta di un modello di sviluppo territoriale a basso impatto ambientale, per la sua realizzazione non è necessario costruire nulla, ma soltanto recuperare quanto esiste già mettendo in rete case pre-esistenti.
E’ l’albergo diffuso, una nuova forma di economia e di recupero architettonico, un progetto, il primo nell’Orvietano, che l’amministrazione di Castel Viscardo ha previsto nelle more del piano regolatore comunale.
«Nella sostanza – spiega il sindaco Daniele Longaroni – attraverso questo particolare modello di gestione che si basa sull’utilizzazione di unità abitative dislocate in più edifici preesistenti, possiamo in vario modo, non solo valorizzare il nostro borgo, ma anche il territorio, la cultura e la tradizione.
Tutto questo al fine di trasformare il centro storico abitato anche in una struttura predisposta alla valorizzazione turistica senza ingerenze esterne e soprattutto senza costruire nuove strutture».
Praticamente in un albergo diffuso, gli ospiti alloggiano in case e camere che distano entro i 200 metri dai servizi comuni quali la reception e l’area ristoro. L’obiettivo, dunque, è duplice: da una parte salvaguardare e valorizzare il patrimonio locale dal degrado e dall’abbandono, mediante l’attrazione di risorse finanziarie, dando nuove opportunità economiche alla comunità, nuova imprenditorialità, e possibilità di reddito.
E dall’altra, sviluppare un modello di turismo sostenibile rispettoso dei luoghi e che permetta ai turisti non solo di dormire ma soprattutto di vivere il paese con le sue abitudini e la sua cultura. Vengono così raccolti gli elementi della casa in quanto luogo familiare ed accogliente ed i servizi dell’albergo, fatti di qualche servizio in più. Insomma, un po’ casa e un po’ albergo, per chi ama immergersi in un contesto reale, vivo, naturale e non artefatto. (Sara Simonetti)
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