Accolti presso la sede comunale dall’Assessore all’Urbanistica e Protezione Civile, Floriano Custolino, nella tarda mattina di ieri un folto gruppo di studenti e ricercatori provenienti da 16 Nazioni (dagli Stati Uniti allo Yemen) ha fatto visita alla Città di Orvieto nell’ambito del programma di attività di studio collaterali alla V^ Edizione dell’International Summer School in Gestione e Promozione Sostenibile del Territorio in corso di svolgimento a Perugia (31 agosto / 6 settembre) a cura dell’Unità di Ricerca di Economia Applicata del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Università di Perugia in collaborazione con un ampio partenariato che investe istituzioni ed imprese locali e nazionali.
Della delegazione, guidata dal Prof. Adriano Ciani Ordinario di Economia Agraria ed Estimo dell’Unità di Ricerca in Economia Applicata del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari ed Ambientali dell’Ateneo umbro, hanno fatto parte anche il Prof. Endro Martini (Alta Scuola), Nicola Berni (Protezione Civile Regione Umbria) e funzionari del Servizio geologico regionale.
Dopo una prima visita all’Osservatorio Rupe presso l’ex Chiesa della Madonna del Velo per acquisire notizie tecniche sugli interventi di risanamento effettuati sul masso tufaceo di Orvieto nel corso degli ultimi decenni, il gruppo di ricercatori ha compiuto anche una parte del percorso ad anello della Rupe, quindi ha visitato il centro storico, i principali monumenti ed alcune attività tipiche delle produzioni artigianali ed enogastronomiche del territorio.
In Comune, infine, si è svolto l’incontro ufficiale nel corso del quale l’Assessore Floriano Custolino ha rivolto agli ospiti e all’Università di Perugia il ringraziamento per aver scelto Orvieto e l’esperienza di risanamento che qui è stata condotta, quale caso di studio in materia di gestione del territorio; quindi ha assicurato la collaborazione del Comune di Orvieto per ulteriori occasioni culturali e di scambio. L’Assessore, in particolare, ha rivolto la sua attenzione sulla illustrazione delle varie fasi attuative del “Progetto Orvieto” che nel tempo ha visto una sinergia fra mondo della ricerca e istituzioni nell’ottica non soltanto della realizzazione degli interventi per la stabilità geologica del masso tufaceo, ma anche per lo sviluppo sostenibile del territorio con particolare riferimento all’ambiente, alla natura e alla cultura quali veicoli della crescita e sviluppo innovativo del territorio.
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“La situazione nel mondo e in particolare in molti paesi – sostiene il Prof. Adriano Ciani – mostra un trend di continuo degrado della terra e il suo utilizzo per scopi diversi agricoltura. Ciò risulta sia dalla incapacità dei governi locali e nazionali per far fronte al dissesto idrogeologico, che si verifica sempre più spesso anche in considerazione degli effetti incombenti di un cambiamento globale del clima. Secondo le stime, il danno globale, calcolato nel 2011, è pari a oltre 311 miliardi di dollari. Perciò è arrivato il momento di cambiare definitivamente il modo di governare il problema. Ed è una necessità impellente passare da una ‘gestione delle emergenze’ ad una ‘gestione innovativa e preventiva’ con la partecipazione attiva di coloro che operano sul territorio”.
“Il territorio – aggiunge – è un substrato fisico (terreno, terreni coltivabili, acqua, foreste, la biodiversità, le energie rinnovabili, le risorse non rinnovabili, paesaggio, edifici e infrastrutture, ecc), dove, aspetti sociali, storici e culturali economiche sono stratificati. Ma possiamo anche intendere il territorio come un libro aperto scritto in inchiostro simpatico che non si può normalmente leggere. Ma è nostro dovere renderlo leggibile a tutti, con un approccio innovativo, intelligente e abile. Perché il territorio ha diversi ruoli e funzioni: dimostra e rappresenta, racconta storie, canta, odora, emana sapori, stimola i sentimenti, catalizza la creatività, stimola l’inventiva, attrae, ispira, intriga. Il territorio nella sua forma più ampia e globale, insieme con l’uomo con la sua capacità di analizzare, scegliere e operare insieme ad altre persone, dovrebbe essere portato di nuovo al centro delle strategie utilizzate da qualsiasi modello di sviluppo. Ciò è necessario al fine di creare le condizioni di base per un irrinunciabile ‘nuovo rinascimento’. Le azioni di programmazione territoriale e di pianificazione, essendo attività innovative, devono essere svolte e fortemente supportate da un uso appropriato e diffuso di strumentazione avanzata di Information and Communication Technology. Il GIS, GPS, DSS e Internet a banda larga dovrebbero essere gli elementi chiave di un archivio ‘user-friendly’ della conoscenza in una moderna gestione del processo di strategia di sviluppo sostenibile. Prendendo in considerazione il territorio è un modo indispensabile per garantire il futuro sostenibile di tutte le attività nelle zone rurali”.
“La Summer School – prosegue – si propone di migliorare un metodo di gestione in grado di salvaguardare – attraverso il monitoraggio costante – lo sviluppo, la buona qualità della vita e la tutela delle risorse ambientali, in particolare del paesaggio e della biodiversità. Questa è la direzione dei processi di crescita e innovazione, volti a salvaguardare uno sviluppo sostenibile interno che è ripetibile e trasferibile. In questo senso, la scienza deve facilitare la rimozione degli ostacoli che spesso hanno imprigionato e messo in ombra i valori primordiali delle antiche società, per non essere affrontato come se appartenessero a un museo, piuttosto con la rinascita e la riscoperta dello spirito: una sorta di scienza che premi proprietà ma anche l’umanità. La crescita di centri di ricerca universitari li caratterizzerà, ancora di più, come una finestra di coscienza insieme con il loro spirito di analisi, e le competenze portate da tutti i self-decisionali persone autonome della società mondiale.
“La parola chiave del SIS-SMPT è ‘TRADI-OVATION’ (in breve) l’acronimo di ‘Territorio, aree rurali, attraverso Sviluppo, Innovazione, Organizzazione, Valorizzazione, facile da usare, Tecnologia, condivisione ICT, networking ondine’. Durante la prima edizione nel 2011 è stata elaborata ed approvata la Carta di TODI. La nostra visione vorrebbe raggiungere il risultato di stimolare la creazione di nuovo capitale umano che con l’approccio di ‘pensare globalmente, agire localmente’, ha anche il know-how decisamente modernizzato e la ‘capacità di agire’ che corrispondono fino al corso rivoluzione, conosciuta come la terza rivoluzione industriale, caratterizzata dalla grande diffusione dell’ICT e accesso, economia verde e bioeconomia e l’era dello sviluppo sostenibile.
L’ultimo vertice mondiale di sviluppo sostenibile nel 2012 a Rio de Janeiro (Rio + 20) ci danno un documento finale ‘Il futuro che vogliamo’ che vorrebbe sottolineare l’importanza di una partecipazione diretta alle azioni di attuazione di tutte le persone in tutto il mondo. Non è un caso che l’approccio al futuro della strategia di sviluppo sostenibile passa dall’analisi e dovere per gli Stati indicato nel documento ‘La nostra Commun futuro’ dell’ottobre 1987 (WCED-Rapporto Bruntland della Commissione) a ‘Il futuro che vogliamo’ per dare a ciascun popolo la possibilità di determinare il proprio futuro.
Non è per caso che il 2015 si può definire una Colonna anno per le generazioni attuali e future. E’ l’anno di: Milano EXPO 2015 con il logo ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita’, l’Anno internazionale dei suoli deciso dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nell’ottobre 2013; l’Anno Internazionale della Luce promosso dall’UNESCO; l’Anno della Pubblicazione della Enciclica di Papa Francesco ‘Laudato Si’; l’Anno dell’approvazione del Sustainable Developments Goals 2015-2030 dalla 70° Assemblea Generale delle Nazioni Unite dal 25 al 27 settembreì, un ‘grande evento pilastro’ per il futuro del mondo in cui la scienza sarà chiamata a dare il contributo per un futuro di società mondiale per essere prospera, felice, pacifica, egualitaria e proattivo. infine, l’Anno dove nel prossimo dicembre sarà a Parigi il 21 COP-Conferenza delle parti all’interno al UNCCCF (Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici), che sarà decisivo per evitare il riscaldamento globale irreversibile.
“L’International Summer School in Gestione e Promozione Sostenibile del Territorio – conclude – è dunque una offre opportunità per imparare e toccare direttamente l’alto livello di teoria e pratica della strategia di sviluppo sostenibile congiuntamente a un clima positivo, la storia e la cultura di una zona può infondere speranza positiva per il futuro di ogni area del mondo. L’iniziativa tende a risaltare con una maggiore concretezza l’immagine del territorio dell’Umbria dando continuità ad un Progetto Internazionale mirato alla valorizzazione della ruralità avanzata, innovativa, e sostenibile nella quale si colloca il territorio regionale quale meta di ambita visita turistica per gli aspetti storici, culturali, artigianali, agroalimentari, paesaggistici, ambientali e di servizi che offre”.