Riceviamo dal M5S Orvieto e pubblichiamo.
Nel prossimo Consiglio comunale della città di Orvieto, sarà anche in discussione una proposta sul Reddito di Dignità a doppia firma Rosati (Sel) e Vergaglia (M5S). Sui temi concreti il MoVimento c’è sempre e mai come in questo momento la questione del reddito è in primissimo piano. Il M5S ha infatti ottenuto grandissima attenzione sulla proposta di un reddito di cittadinanza regionale, seppur con i tanti “distinguo” tra le varie formule possibili che in questi casi si manifestano.
«Reddito di dignità, reddito minimo, reddito di base o di cittadinanza. Nelle sue tante possibili forme- afferma Lucia Vergaglia, MoVimento 5 Stelle Orvieto- ce lo chiede la Caritas, l’Europa e soprattutto i cittadini. Bisogna fare presto e bene, senza contrapposizioni ideologiche, e noi ci siamo. Il M5S ha nel suo programma generale, quello del sostegno al reddito e ricorda spesso che, con la Grecia, l’Italia è l’unico paese europeo a non prevedere neanche una minima misura in tal senso. L’impegno incassato dagli operosi portavoce Maria Grazia Carbonari ed Andrea Liberati ha sicuramente spezzato il tabù che per anni ha circondato l’impegno delle forze associative, come l’associazione Libera, e di tanta politica sulla concretezza di questo strumento di civiltà e di protezione sociale. Una mozione di sostegno e di adesione di principio proprio alle iniziative di dignità richieste da Don Ciotti è stata presentata da due consiglieri ai lati opposti degli scranni comunali, ed è una scommessa sulla maturità della politica in tempi di crisi come questi, un atto di proposta contro il vuoto che il rigore europeo ha fatto attorno a chi è in difficoltà. Siamo certi della capacità di cogliere lo spirito positivo di tutta l’assise comunale. Per ripartire questo del reddito è uno dei punti cardine, è ossigeno per l’economia vera e locale, è speranza per chi si arrenderebbe, è opportunità per creare impresa e lavoro assieme alle tante iniziative di ricostruzione del tessuto sociale, ed è sostegno per chi proprio non ce la farebbe altrimenti, e non lo diciamo noi, lo dice la Caritas. E’ ora di prendere posizione netta da parte di tutte le forze politiche ed affrontare finalmente, e seriamente, il problema.»