di Dante Freddi
Sono anni che cerco di sensibilizzare gli amministratori orvietani sulla vergognosa condizione del sito web del Comune e sulla sua precaria stabilità in rete.
L’ex assessore Margottini tenne in rete il nuovo sito commissionato dalla sua Giunta soltanto per un pomeriggio, poi capì dai commenti che dava scandalo e ripristinò il precedente.
La nuova amministrazione assicurò l’impegno per cambiare pagina, ma dopo più di un anno non è cambiato nulla. Anzi, la grafica di inizio Duemila, allora dignitosa, è stata deturpata dalla necessità di aggiungere in home sempre più informazioni non previste. Una confusione raccapricciante. È ovvio che non ha nessuna responsabilità il personale addetto all’informatica, che deve garantire un servizio di trasparenza obbligatorio per legge con mezzi del tutto inadeguati.
Gnagnarini, appena insediato, voleva a spron battuto un sito che mettesse in rete tutti gli uffici del Comune e che quindi rendesse possibile la condivisione dei documenti, pensando di fare un passo avanti anche nell’organizzazione del lavoro amministrativo.
Ieri però l’assessore scriveva su Facebook interloquendo con Roberta Tardani, capogruppo di FI in Consiglio: “Ci sono cose emblematiche di inefficienze che vanno oltre il colore politico di chi amministra. Sul sito avete fatto figuraccia voi e stiamo facendo una figuraccia noi. Gli ostacoli che si frappongono a una felice soluzione del problema hanno un retaggio antico che continua ad affondare le proprie radici nella complessa e invisibile struttura tecnico burocratica del comune. Chiedo venia per questo linguaggio in politichese ma sono certo che almeno la consigliera Tardani potrà leggere tra le righe. Ergo cara Roby se volessi presentare una interrogazione su questo scandalo del sito web del nostro comune non ti accontentare del fatidico” ci stiamo lavorando”.
Gnagnarini, non c’è che dire, è un uomo coraggioso, non è impantanato in legami di partito, sa che senza informatizzazione la burocrazia comunale non può essere produttiva e quindi non può esserlo neppure l’Amministrazione, quale che sia. Addirittura, nella speranza di trovare sponde per velocizzare il processo di rinnovamento informatico, c’è l’invito alla ”cara Roby” di non fare sconti alla sua Giunta.
Continua poi Gnagnarini, sempre rivolgendosi a Tardani: “Riorganizzare la macchina comunale e un’altra delega di questo assessorato. La nuova pianta organica che sarà partecipata è studiata anche per affrontare seriamente la questione qui sollevata dal direttore Lattanzi (Forse la vera rivoluzione politica che Orville attende invano da sempre è quella di far marciare i dipendenti comunali come lavoratori del settore privato n.d.r.). Già so che , a proposito di musate, le occasioni in questo caso si moltiplicano. Per operare e decidere in questo caso occorre una buona dose di pazzia e spero proprio di conservarla. La prima bozza da me presentata risale a gennaio. Mi pare che dopo “serrato” confronto con i vertici dirigenziali del comune, entro questo mese di settembre possiamo presentare e partecipare una proposta ufficiale di riorganizzazione. Ti anticipo che la questione non riguarda solo le risorse umane, bensì una profonda modificazione del sistema informatico e di un piano informatico in attuazione della cosiddetta Agenda Digitale che obbliga i comuni a digitalizzare tutti i servizi erogati. Puoi capire allora quanto sia necessaria un po’ di pazzia per affrontare una simile sfida. Qui cara Roberta , a Orvieto, è come passare in un sol colpo dall’età’ del ferro a quella delle fonti di energia rinnovabili.
Il salto, in effetti, sarebbe davvero come quello figurato dall’assessore. Basti guardare le foto delle tre pagine notate facendo qualche clic nel sito, senza approfondire.
Mi sembra talmente urgente un miglioramento che credo sia utile che l’Amministrazione decida di individuare qualche passaggio intermedio, perché per arrivare a realizzare il progetto finale, seppure si riuscissero a superare le resistenze al cambiamento di alcuni dipendenti oltre le prepotenze della politica, ci vorrebbe qualche anno.
È anche una questione di dignità tenere pulito il biglietto da visita e aperto lo sportello verso i cittadini.