È nato il movimento politico che vuole interpretare con visione aperta l’orgoglio e i bisogni di crescita del territorio orvietano. Si chiama “Comunità in Movimento”, un nome che indica nel contempo appartenenza, partecipazione solidale, futuro da costruire insieme. Un nome che ricorda “Movimento Comunità” fondato da Adriano Olivetti, l’imprenditore piemontese che contestava il centralismo statalista in nome di un federalismo radicato nelle realtà locali.
Il territorio oggi rappresenta il fattore competitivo determinante, qualunque sia la forma che assumono gli aggregati istituzionali. Ogni territorio deve perciò poter esprimere le sue potenzialità traducendole in ideazioni e azioni coerenti.
Perché questo accada non basta proclamare il policentrismo regionalista, che spesso è un decentramento di facciata che nasconde un centralismo reale, a sua volta alimentato da un localismo povero e chiuso.
Ad esso si deve sostituire un nuovo regionalismo, che superi, seppure gradualmente, l’attuale assetto con la formazione di macroregioni. La nostra è quella dell’Italia Mediana, che indipendentemente dalla configurazione che alla fine potrà assumere, possiamo immaginare come la Regione dei due mari. Non localismo, ma esattamente il contrario.
L’Umbria impostata verticisticamente non può esprimere il potenziale di sviluppo culturale, economico e civile, che pure possiede. Lo potrà fare se svolterà decisamente verso la valorizzazione dei territori e se interpreterà in senso moderno il suo ruolo storico di “marca”, ossia di cerniera e ponte di un insieme allargato territoriale che superi gli attuali confini verso una nuova e forte realtà regionale.
“Comunità in Movimento” indica quella che per noi è la direzione di marcia e si apre alla collaborazione con gli altri movimenti, associazioni o aggregazioni dell’Umbria e delle regioni della futura Italia Mediana allo scopo di accelerare i processi di maturazione culturale e politica di questa prospettiva.
Tutto ciò comporta un cambiamento profondo degli orientamenti di cultura politica e amministrativa. I partiti e gli schieramenti per come sono e per come agiscono oggi non sono in grado di interpretare quanto noi abbiamo delineato. È necessario dunque che l’impegno si concentri sui problemi concreti e che le decisioni non rispecchino l’interesse di cerchie ristrette ma quelle delle popolazioni.
Possono pertanto aderire a “Comunità in Movimento” coloro che ne condividono le idee e gli obiettivi, indipendentemente dalla loro iscrizione o semplice appartenenza a partiti, altri movimenti e associazioni. “Comunità in Movimento” non discrimina, include.
“Comunità in Movimento” non nasce per andare a favore o contro qualcuno, per sostituire soggetti o movimenti esistenti. Vuole essere altro, il soggetto che si rapporta ai problemi della comunità senza schemi precostituiti, e richiamando chi ha responsabilità pubbliche non solo alla trasparenza delle procedure e degli atti, ma anche alla qualità delle impostazioni e dei risultati.
“Comunità in Movimento” vuole dimostrare che la diversità fa ricchezza, che l’unità di intenti per obiettivi autenticamente comuni è più interessante di litigi per un osso spolpato e che il sonno della ragione può essere interrotto. Presto produrremo una iniziativa su un tema di rilievo locale e generale con una metodologia che ci distinguerà. Sarà quella anche l’occasione per la presentazione ufficiale delle linee di programma e dell’organizzazione.
Di seguito i nomi dei componenti il “Comitato promotore” del movimento
Franco Raimondo Barbabella, Stefano Moretti, Gianluigi Maravalle, Pier Luigi Leoni, Simone Tiberi, Roberto Morucci, Marcello Nucci, Giampiero Tilli, Fabrizio Trequattrini, Stefano Talamoni, Enrico Petrangeli, Enzo Prudenzi, Walter Giulietti, Giuseppe Mazzi, Stefano Corradino, Luigi Franzini, Patrizia Giontella