Intervista di Dante Freddi ad Andrea Vincenti, assessore alla viabilità del Comune di Orvieto.
Da quarant’anni, da quando si è presentato il problema che le auto iniziavano a essere troppe per il centro storico orvietano, si è posto il problema di limitare traffico e creare parcheggi. Oggi il problema è ancora lì, nonostante lo Stato abbia regalato agli orvietani due straordinari parcheggi insilati costati milioni. La discussione, ogni volta che si tocca qualcosa sull’argomento scende a livelli indescrivibili, perché si toccano abitudini, modelli di comportamento, interessi. L’Amministrazione Germani ha iniziato questo faticoso percorso di razionalizzazione tra mille paletti ed è bastato togliere qualche stallo o riorganizzarne qualche altro per scatenare una bagarre insensata, soprattutto su FB. L’interlocutore per capire è l’assessore Andrea Vincenti, al quale abbiamo rivolto le tre quattro domande.
Queste scelte sulla sosta da quale principio sono motivate, quale fine perseguono? Economico, per un migliore sfruttamento degli stalli, o anche di razionalizzazione complessiva dei parcheggi?
Tutt’e due.
La finalità generale, da perseguire costantemente, è quella di adeguare le strutture di mobilità alle varie esigenze della città e senza dubbio il sistema parcheggi era bisognoso di una ristrutturazione complessiva; che non esclude affatto – ma anzi in qualche modo presuppone – affinamenti e aggiustamenti futuri ed ulteriori.
Intanto, mi preme sottolineare che il lavoro svolto fin qui dal settore vigilanza è stato eccezionale. Colgo l’occasione per ringraziare uno ad uno dal dirigente, Comandante Vinciotti; al Cap. Enrico Sacco; a tutto il Corpo di Polizia Municipale, tutti i dipendenti del comparto viabilità e del servizio segnaletica, per l’importante sforzo profuso in un anno e per l’impegno e la disponibilità, molte volte garantiti a titolo personale, anche oltre gli ordinari orari di lavoro.
L’obiettivo dell’Amministrazione, più volte ribadito dal sindaco nonché di recente anche dall’assessore al bilancio, è e deve essere quello di uscire dal predissesto prima della scadenza decennale, grazie alle risorse della città e alla forza della collettività orvietana.
Questo obiettivo è anche allo stesso tempo una esigenza, se non la prima esigenza, della città.
Abbiamo tutte le carte in regola per riuscire nell’intento. Chiaramente ciò presuppone l’utilizzo ottimale e più proficuo del mosaico di risorse di cui disponiamo, ed i parcheggi sono un importante tassello di questo mosaico.
Il ritorno economico che contiamo di ottenere servirà per sorreggere ulteriori investimenti e dovrà provenire in massima parte dai turisti che visitano la città e ne utilizzano i servizi: non dagli orvietani, né dai residenti dei comuni dell’ambito. Per questo abbiamo scelto di offrire gratuitamente i parcheggi insilati nella fascia serale e diminuito ulteriormente le tariffe per i residenti muniti di tessera dei comuni d’ambito. Per questo abbiamo mantenuto inalterati i prezzi degli abbonamenti ai parcheggi di Via Roma e Campo della Fiera. Per questo non abbiamo diminuito il numero di posti gratuiti. Per questo abbiamo abbassato la tariffa della prima ora di sosta nelle strisce blu.
Daremo graduale ed opportuna comunicazione di queste, e di tutte le altre novità introdotte.
Grazie alle recenti modifiche, un residente del Comune di Orvieto o dei comuni d’ambito che desideri salire in centro, con una semplice tessera potrà spendere meno per parcheggiare di quanto abbia mai speso negli ultimi anni; e nella fascia serale, parcheggiando a Via Roma o Campo della Fiera, non spenderà mai niente.
Il problema del traffico, che va certamente diminuito per garantire una maggiore fruibilità della città, non è soltanto trovare dove far sostare chi viene a Orvieto, ma anche limitare le vie in cui l’automobilista può transitare. Non ti sembra che sia giunta l’ora di chiudere l’anello viario sulla rupe e chiudere sempre piazza Duomo? È anche un messaggio culturale, che non vale alcune ore di alcuni giorni, ma rappresenta una scelta di fondo.
Il problema del traffico, nel nostro caso, era anche, e prima di tutto, trovare dove far sostare chi viene a Orvieto. Anche perché chi viene in visita alla città e non trova posto, come chiunque può constatare, continua a girare finché non lo trova. Generando ulteriore traffico.
Ad esempio, nello scorso periodo primaverile abbiamo avuto flussi turistici davvero notevoli, più che in passato, ma nei momenti di “picco” non eravamo attrezzati – come del resto non siamo stati per molti anni – ad offrire una capacità ricettiva ed organizzativa proporzionale al numero di arrivi.
In alcune giornate della scorsa edizione di “Gelati d’Italia”, sempre per fare un esempio, già verso mezzogiorno il centro storico, compresa tutta Piazza d’Armi, era completamente saturo di automobili, nonostante l’ondata di veicoli in arrivo non fosse ancora esaurita.
In tali evenienze, in tempi recenti come in passato, la città ha pagato, sul piano dell’immagine e non solo, la mancanza di una quantità sufficiente di parcheggi regolamentati in maniera adeguata: da un lato, non riuscendone a trarne i potenziali benefici economici; dall’altro, perché la sosta non regolamentata impedisce o rallenta il ricambio di auto in sosta, con l’effetto di costringere a rinunciare a parcheggiare in città una porzione significativa dei turisti che giungono in centro in momenti della giornata successivi alla mattinata.
Per questo abbiamo aggiunto circa 200 posti a strisce blu – ripeto: senza toccare il numero di posti gratuiti preesistenti – ed abbiamo aggiunto il sistema di pagamento tramite smartphone, più pratico per i turisti, soprattutto stranieri.
Vogliamo poter organizzare e gestire al meglio la sosta nei giorni di massimo afflusso, consentendo alla città di ricevere un proporzionato ritorno economico. Dal quale ci aspettiamo di trarre ulteriori risorse per erogare ulteriori e migliori servizi, a cominciare dalla piena funzionalizzazione dei bagni pubblici e, per la stagione turistica 2016, dalla nuova segnaletica turistico-pedonale.
Come noto, siamo anche impegnati per la riconduzione della Funicolare ad una autonoma forma di gestione. È ovvio che si tratta di un altro fondamentale elemento, nel quadro d’insieme orientato alla piena valorizzazione delle risorse della città.
Quanto alla scelta definita “di fondo”, va detto innanzitutto che il problema, prima ancora che culturale, è strutturale, nel vero senso della parola.
Lo stato di conservazione della Rupe stessa, infatti, su cui poggia il centro storico di Orvieto dipende anche, e soprattutto, dai volumi e dalle tipologie di traffico veicolare che su di essa gravano ogni giorno.
Tale elementare verità risulta definitivamente documentata da decenni, con particolare riguardo all’ultima fase dei lavori di consolidamento collegati al “Progetto Orvieto”, eppure ancora oggi sembra a volte essere obliata, o dimenticata. Inutile dire che l’esigenza di non pregiudicare la solidità del masso tufaceo sarà sempre valutata dall’Amministrazione con priorità rispetto ad ogni altra istanza.
Quanto alle scelte che effettueremo nel prossimo futuro in tema di mobilità, attenderemo prima l’esito delle riunioni di lavoro del tavolo tecnico del q.s.v.: in particolare, riguardo al posizionamento di nuovi varchi elettronici; ai relativi orari di transito; agli orari di carico e scarico merci e raccolta differenziata; ed altro ancora.
Si tratta dei temi di cui si è ampiamente discusso in occasione delle numerose riunioni pubbliche del q.s.v., svolte nei mesi scorsi, aperte ai residenti, oltre che ovviamente a tutte le categorie produttive ed ai rappresentanti delle varie forze politiche.
Una parte significativa di quanto è stato sin qui messo in campo è, peraltro, già frutto del dibattito pubblico e dei numerosi incontri con i cittadini, che da tale dibattito sono scaturiti.
Molti sono, infatti, gli spunti ed i contributi apprezzabili che ci sono pervenuti. È stato in particolare riportato all’attenzione dell’Amministrazione, da più parti, il tema della creazione di un percorso alternativo al transito su Piazza Duomo, ossia la famosa “variante” che dovrebbe passare sotto l’ex ospedale: l’idea non è nuova, ma il tavolo di lavoro del q.s.v. sarà chiamato, intanto, a studiarne la fattibilità.
Piazza Duomo, in generale, è il luogo simbolo della città e dunque un argomento, per definizione, molto sentito. Abbiamo già varato un regolamento ad hoc, per tutelare maggiormente la piazza; tuttavia, per garantire in maniera continua ed efficace la totale assenza di traffico, giorno e notte, dovremo inevitabilmente collocare un nuovo varco elettronico, quasi certamente su via Soliana. Stiamo studiando la soluzione migliore.
In ogni caso, la pedonalizzazione di Piazza del Duomo è uno degli obiettivi specifici dell’Amministrazione e verrà realizzata compiutamente.
Le polemiche legate alla limitazione del traffico, la razionalizzazione dei parcheggi e la lotta alla sosta selvaggia sono alimentate dalla lesione di interessi consolidati. Cosa ti sembra meno comprensibile tra le scontate critiche che stanno piovendo sull’Amministrazione?
Le critiche provenienti dall’opposizione sono figlie di un clima politico, che lascio volentieri commentare ad altri, instaurato e mantenuto dall’opposizione medesima sin dall’insediamento della Giunta di cui faccio parte.
In questo (solo) senso sono, forse, critiche comprensibili, ma è anche vero che per poter criticare efficacemente occorre essere credibili. Quindi occorre portare idee. Quindi bisogna averne.
Non siamo ostaggi di bieche logiche di schieramento; né il sindaco – al di là delle profonde diversità di impostazione politica e di vedute – ha mai mancato di riconoscere i meriti del suo predecessore.
Siamo sempre stati, e restiamo aperti, a ricevere ogni valido contributo o proposta proveniente dall’opposizione. Così come abbiamo sempre coltivato, senza eccezioni, tutte quelle idee e quei progetti che abbiamo ritenuto meritevoli, pur se avviati dall’Amministrazione che ci ha preceduto, in quanto anche essi costituiscono patrimonio della città, che non va sprecato.
L’auspicio è che non si perda mai di vista l’interesse comune, pur nella logica di una accesa ed inevitabile contrapposizione politica.
Per il resto, nello specifico non so quanto le critiche nei confronti della nostra azione debbano, o dovessero ritenersi, scontate.
Non so, soprattutto, quanto potesse essere vantaggioso per la città e per i cittadini mantenere stagnante, come è da anni, uno stato di cose che a detta di tutti non funzionava al meglio.
Si è parlato per molto tempo della necessità di intervenire in maniera organica sul sistema di mobilità. Noi siamo intervenuti.
E interverremo ancora, coscienti di incidere su veri o presunti interessi – ma io le chiamerei piuttosto consuetudini o abitudini – consolidate, che producono effetti distorsivi e, in ultima analisi, iniqui; oltre che dannosi, perché hanno inciso ed incidono nelle tasche della collettività, si badi bene, anche in termini di spesa, oltre che di mancati incassi.
Basti pensare, solo per fare un esempio, a quanto è avvenuto negli ultimi tempi con riguardo all’incontrollato proliferare di varie tipologie di dissuasori di velocità e di sosta. Il Consiglio Comunale ha di recente votato anche una mozione che impegna la Giunta, in particolare il sottoscritto, ad invertire la tendenza. Questi dissuasori costano per quanto sono brutti e compromettono pesantemente l’estetica del centro storico, eppure sono aumentati negli anni come unico efficace rimedio alla mancanza di rispetto e di senso civico in mille angoli di Orvieto.
Quando si parla di mobilità, si parla anche di queste cose.
Finora i veti, o i vizi, di pochi, hanno posto più di un freno all’ordinato sviluppo della città. Dobbiamo superare questa mentalità.
Tutta la maggioranza consiliare è unita sulle scelte del tuo assessorato?
Assolutamente sì.
Abbiamo dedicato molte riunioni al tema specifico e ci siamo impegnati a fondo tutti, qualche volta discutendo anche animatamente, come è giusto, ma portando ognuno il proprio importante contributo.
Non solo. Il dibattito sulla mobilità è stato esteso in modo proficuo alle forze politiche ed aperto al confronto pubblico per mesi. Del resto, l’apporto del dibattito politico a scelte di così ampio respiro è assolutamente imprescindibile, così come lo è la discussione con i cittadini.
Dopo un anno di lavoro, di ascolto e di analisi a tutto campo, il quadro della situazione era sufficientemente chiaro, direi inequivocabile, perché potessimo prendere le prime decisioni. Ne seguiranno altre, perché quello è alla fine il nostro cómpito: decidere.