Riceviamo dal M5S Orvieto e pubblichiamo.
Orvieto, arrivano i temuti bollettini della Tari, la tassa sui rifiuti che sostituisce i vecchi acronimi come tarsu aumentando nel frattempo l’imposizione. Peggio del previsto.
Era stata garantita in Consiglio una sensibie riduzione, i cittadini si sono trovati aumenti esorbitanti.
Il M5S ricorda che ha provato a chiedere ed ottenere la tariffa puntuale in modo che chi più differenzi meno paghi, un sistema premiante che non è stato recepito, abbiamo inutilmente chiesto conto di aggio ambientale e ricavi delle materie prime ottenute dalla differenziata ma anche stavolta il sovietico NIET è stato assoluto.
Del resto siamo stati solidali con le minoranze nel sostenere emendamenti di merito che avrebbero spostato le maggiori aliquote, ad esempio, a favore delle famiglie e non delle banche, enti per i quali lavora l’attuale assessore al bilancio e che a nostro avviso, vista la situazione, solleva anche una legittima suspicione di poca libertà e scarsa serenità nelle decisioni d’interesse generale.
Infine rivendichiamo che la nostra posizione di puntare alla progettualità europea, utilizzando le risorse disponibili coi finanziamenti diretti di Bruxelless, avrebbe potuto alleviare e non poco i costi di messa in opera della gestione moderna dei rifiuti locali. Pazzesco non prendere neanche in considerazione uno studio in tale direzione, una vera follia.
Per la maggioranza invece l’impostazione del bilancio andava accolta con dichiarazioni di entusiasmo per un’inversione di tendenza di ampio respiro per la sostenibilità dei conti delle casse comunali, e dunque per le finanze amministrate dalla maggioranza stessa.
I cittadini stanno traendo le pesanti conclusioni e sappiano che è solo l’inizio visto che a fine anno è previsto un ulteriore inasprimento della disciplina di raccolta rifiuti ed arriveranno i bidoncini con i chip identificativi, ed all’orizzonte non vi sono ancora previsioni di ritorni e risparmi.
Per una città che vive sotto una discarica, la più grande della regione, è davvero il colmo.