di Sara Simonetti
Si dice che esista un solo modo per sentire la fotografia: è esserne dentro. E lui quel modo lo conosce come fosse stato da sempre una parte di sé, tanto che a soli diciannove anni uno dei suoi scatti è stato scelto dal National Geographic Italia. E’ la foto in cui una Ghiandaia è illuminata da uno dei pochi raggi di luce filtrati da un fitto bosco. Studente castellese al liceo scientifico Majorana, Michele Bavassano ha scoperto la passione per la fotografia quasi per caso. Dapprima prendendo confidenza con la macchina fotografica, poi con gli obiettivi e l’elettronica che la compone capace di assicurargli lo scatto migliore. «Ma poi mi sono accorto delle potenzialità di questo meraviglioso strumento che ti permette di “cristallizzare” gli attimi fuggenti e meravigliosi della natura che mi circonda» racconta Michele. Come il Martin Pescatore che cattura la preda in una frazione di secondo. «E’ qualcosa di evanescente e forte – dice – che solo la fotografia naturalistica può cogliere. Le sfumature e le variazioni cromatiche che le stagioni portano con sé sono state altre cause di avvicinamento a questa meravigliosa arte figurativa». Ed è proprio arte quella che Michele, con al collo la sua macchina fotografica, è capace di cogliere dalle acrobazie di una Cincia e dai colori simmetrici del Macaone. Sono nascoste proprio lì, dietro le ali maestose di una farfalla notturna e nell’oscurità di un temporale in arrivo, tutto l’amore che il giovane fotografo convoglia nel click dello scatto. «Dedico alla fotografia moltissimo tempo – aggiunge – soprattutto la caccia fotografica chiede passione e pazienza … ma anche molti insuccessi prima di ottenere uno scatto che sia realmente evocativo ed emozionante». Alla fine, però, scorrendo le sue foto, ciò che ne esce è qualcosa che ha il sapore della magia e la forma di una natura che si muove nella sua irrequietezza ma miracolosamente trova quiete nel tondo dell’obiettivo. Pensare che sono appena due anni che Michele si dedicata anima e cuore alla caccia fotografica anche se il mondo della natura, i suoi colori, i suoi enormi spazi con le sue piccole e grandi forme lo hanno da sempre attirato. «E’ da quando ero bambino che ne sono affascinato e ancora oggi che ho 19 anni – continua a raccontare – riesco a guardare il mondo con gli stessi occhi di prima. È bello trovarsi soli, immersi nella natura, lontani dai mille rumori del nostro tempo, per riflettere e capire cosa “nasconde” l’ambiente intorno a noi e che la fotografia può palesare a me ed agli altri». Il soggetto preferito da Michele per fermare il tempo è l’avifauna locale. «In particolare – aggiunge – mi piace riprendere gli uccelli in condizioni di natura selvaggia senza i condizionamenti della cattività». Ora i suoi migliori scatti sono stati raccolti in una mostra dal titolo “Natura mia” che, patrocinata dal Comune di Castel Viscardo, presso la sala Sant’Agostino del paese.