di Vittorio Fagioli, portavoce Rete Nazionale NO Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante
Con nota del 30.07.2015 il Ministero per lo Sviluppo Economico (MISE) ha convocato per l’8 settembre p.v. a Roma la conferenza di servizi per l’analisi dell’istanza relativa a Castel Giorgio, invitando i sindaci del territorio, la regione dell’Umbria ed altri enti. Con l’intenzione di procedere nel conferimento del permesso di ricerca.
Riteniamo molto grave che si proceda verso l’autorizzazione di tale impianto, ignorando il dettato della Risoluzione del Parlamento sulla geotermia del 15.04.2015 la quale impegna il Governo a rilasciare le autorizzazioni per i progetti di impianti geotermici, solo a seguito dell’emanazione delle “linee guida” nell’ambito delle aree idonee di cui alla “zonizzazione” e della valutazione di impatto ambientale (VIA) che tenga conto, appunto, delle “nuove regole”.
Eravamo stati buoni profeti nell’indirizzare ai parlamentari della Commissioni Ambiente e Attività Produttive della Camera dei Deputati –che avevano approvato la detta Risoluzione- note richiedenti un assiduo “controllo da parte del Parlamento su come si muoveranno il MISE ed il MATTM sul terreno della riforma”, perché “il peso delle lobbies -consolidate anche in questo settore nel periodo berlusconiano – è molto forte (ne è testimonianza l’emissione da parte del ministro Galletti del decreto di compatibilità ambientale dell’impianto geotermico di Castel Giorgio, pochi giorni prima della promulgazione della Risoluzione…). E senza una specifica e convinta volontà di riforma è facile banalizzarne il portato”.
Cosa che –per la vicenda di cui trattasi-il MISE sembra voler fare. Qui –in barba ai dettati parlamentari – non si aspetta neppure l’emanazione e la entrata in vigenza di tali “nuove regole” e si procede come se nulla fosse, sollecitati dalle lobbies geotermiche. Del resto in questo periodo le imprese-dopo una lunga stasi- stanno accelerando la presentazione alla Commissione VIA del MATTM di molti impianti pilota, in modo che vengano analizzati prima che si definiscano le “nuove regole” (vedere www.va.minambiente.it).
Ovviamente come Rete Nazionale abbiamo immediatamente protestato verso i parlamentari firmatari della Risoluzione per questa grave violazione dell’impegno parlamentare che il Governo si era assunto e immediate interrogazioni parlamentari sono state inviate nelle ore scorse al Governo perché receda dalla indizione di tale conferenza, rispettando i tempi che lo stesso Governo si è dato per la loro emissione (metà ottobre). Rianalizzando il progetto Castel Giorgio alla luce dei contenuti delle nuove norme inerenti “nuova zonizzazione nazionale”, le nuove “linee guida”, e le aggiornate norme in merito alla valutazione di impatto ambientale, così come prevede la citata Risoluzione.
Tra le interrogazioni segnaliamo quella a firma degli on. Terrosi, Braga, Mazzoli e Bonaccorsi (PD) (l’on. Chiara Braga è la responsabile ambiente della segreteria nazionale del PD, mentre l’on. Lorenza Bonaccorsi ne è la responsabile per la cultura ed il turismo) che interroga il Governo se sia a conoscenza della iniziativa del MISE verso Castel Giorgio “ignorando quindi quanto previsto al terzo punto del testo unificato delle risoluzioni 7-00486 Braga, 7-00519 Abrignani, 7-00529 Pellegrino, 7-00530 Segoni, 7-00648 Vallascas, considerando inoltre che la data prevista per la già citata conferenza di servizi cade ad appena un mese dalla scadenza del termine previsto per la emanazione delle linee guida, di cui al secondo punto della suddetta Risoluzione”.
Contro la deplorevole iniziativa è stata subito attivata altra interrogazione dai parlamentari Daga, Zolezzi, Vallascas, Bernini Massimiliano, Busto, De Rosa, Mannino, Micillo, Terzoni a Vignaroli del M5S richiedenti al Ministro dell’Ambiente di “predisporre una nuova valutazione ambientale per l’impianto pilota di Castel Giorgio, utilizzando opportune professionalità specializzate nelle materie di cui trattasi, a fronte del conflitto ravvisato dagli scriventi tra società richiedente e membri Commissione VIA (stessa persona per controllato e controllore), e solo a valle della emissione degli impegni del Governo rispetto la citata Risoluzione parlamentare relativi alla definizione della “zonizzazione”, di “nuove regole” e dei nuovi contenuti che devono informare la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA)” e “conseguentemente annullare il DM 59 del 3 aprile 2015 di compatibilità ambientale per il progetto pilota di Castel Giorgio”; ed al Ministro dello Sviluppo Economico se “non ritenga necessario, in nome della tutela dell’incolumità delle persone e della sicurezza ambientale, ritirare detta conferenza dei servizi e predisporla, se del caso, solo a valle della emissione degli impegni del Governo rispetto la citata Risoluzione parlamentare relativi alla definizione della “zonizzazione”, di “nuove regole” e dei nuovi contenuti che devono informare la procedura di valutazione di impatto ambientale (VIA)”.
I parlamentari Segoni, Artini, Baldassarre, Barbanti, Bechis, Matarelli, Mucci, Prodani, Rizzetto e Turco (Alternativa Libera), Pellegrino e Zaccagnini (SEL) + Terrosi (PD) + Daga e Vallascas (M5S) hanno presentato una ulteriore interrogazione parlamentare sui medesimi fatti, richiedendo al MISE di “sospendere l’iter procedurale per le concessioni geotermiche, ed in particolare per l’impianto “Castel Giorgio”, per le poche settimane rimanenti fino al 15 ottobre, in modo da permettere l’emanazione delle linee guida in un contesto scevro da ogni condizionamento esterno e subordinare all’emanazione delle “linee guida” e gli altri suddetti impegni del Governo qualsiasi altro iter amministrativo, in rispetto dello spirito della risoluzione 8-00103 richiamata in premessa”.
La Rete Nazionale invierà una nota di protesta al MISE che non può pensare di forzare la mano (ed i tempi) su progetti invisi ormai ad una moltitudine di amministratori (ieri l’ultimo contro la geotermia –nei Campi Flegrei- è il sindaco di Napoli De Magistris !) di cui porta la responsabilità non solo la inaffidabilità delle ditte in cerca di business –scatenate dal piano Berlusconi/Scajola-ma lo stessa impopolarità ed inaffidabilità del piano geotermico del Governo su cui il Parlamento ha dovuto intervenire, imponendogli “nuove regole”, nel tentativo di rendere accettabile lo sfruttamento geotermico nei territori.
Infatti autorevoli scienziati sono da tempo preoccupati dei problemi ambientali prodotti da tali impianti che trovano opposizione in tutti i territori in cui si propongono. Autorevoli studi sono in corso per definite la “geotermia di terza generazione “rispettosa finalmente dell’ambiente, utilizzabile in ogni luogo e non solo nelle aree sismiche, ma c’è bisogno che il Governo smetta di alimentare con gli incentivi la geotermia speculativa ed inquinante.