Riceviamo da Pietro Paluello, Relazioni esterne / ITW-LKW Geotermia Italia SpA., e pubblichiamo. L’intervento fa seguito all’articolo di Franco Raimondo Barababella, pubblicato su orvietosi.it il 14 agosto. Barbabella nel suo intervento interpreta perfettamente la posizione del nostro giornale, che vorrebbe aiutare ad accrescere la consapevolezza dei lettori sui grandi temi della comunità anziché alimentare il tifo, la fede acritica, la passività.
A seguito dell’articolo di F. R. Barbabella “cari sindaci dell’orvietancastelgiorgese…”
Occorre dare atto al dott. Franco Raimondo Barbabella, che la Sua lettera rivolta ai sindaci “dell’orvietancastelgiorgese” ha il merito di alzare, con nostra grande soddisfazione, il livello del confronto al di la delle compagini e degli interessi “politici” che, almeno fino ad ora, dal nostro punto di vista, dal punto di vista di un’azienda proponitrice, si sono solo avvitati intorno a visioni tutte personalistiche e mai rivolte all’interesse generale. Lo abbiamo sempre affermato tanto che a un certo punto abbiamo, come si dice, cercato di fare “spalluccia” e abbiamo tirato dritto il più possibile. Ma non ci siamo mai sottratti ad ogni tipo di confronto.
Però, bisogna, necessariamente, ritornare all’inizio, da dove si è partiti.
- – Nel 2011 esce una legge, decreto legislativo 3 marzo 2011 n. 28, sicuramente anche alla luce degli studi portati avanti da diverse facoltà universitarie italiane, che consente a soggetti privati di presentare progetti per impianti geotermici “pilota” di potenza non superiore a 5 megawatt e a totale “impatto zero” ambientale. In più, sempre questa legge, individua alcune aree del paese più idonee per proprie caratteristiche naturali, come tra quelle sulle quali principalmente appuntare l’attenzione. Già la legge quadro decreto legislativo 10 febbraio 2010 n. 22, tenendo conto di tutta una serie di direttive europee e volendo in qualche modo aprire questo tipo di mercato a più soggetti (per non di fatto monopolizzarlo), esclude a priori che l’ENEL o chi per lei possa avanzare progetti. C’è anche da dire che essendo ENEL, malgrado partecipazioni di mercato rilevanti, comunque ancora saldamente in mano allo Stato, un soggetto “pubblico” avrebbe finito con l’investire di fatto ingenti risorse economiche comunque pubbliche, e ciò non lo si voleva. Con la stessa legge, dato che in questo caso lo Stato non sovvenziona con proprie risorse economiche tali progetti, stabilisce che vi sia la possibilità di accedere ad incentivi sulla vendita di kilowatt elettrici ma solo ed esclusivamente in virtù dell’accertata produzione a ZERO IMPATTO AMBIENTALE.
Qual’ è in realtà l’intento del legislatore? E’ quello, in una visione più allargata del generale problema del fabbisogno energetico elettrico nazionale, soprattutto dopo che il nucleare è stato completamente abbandonato, di ricercare una fonte rinnovabile di approvvigionamento la meno impattante possibile e la meno onerosa possibile. Perché se è vero che anche grazie alla crisi la richiesta di energia elettrica è sensibilmente scesa, comunque la richiesta standard non può totalmente essere soddisfatta solo dall’energia prodotta dal fotovoltaico e dall’eolico già impiantati. Tutt’ora, per poter sopperire alla richiesta dell’intero paese, acquistiamo energia prodotta dal nucleare all’estero e ne produciamo sensibilmente grazie al carbone e al gas con non pochi problemi di impatto ambientale e con, alla fine, sensibili costi per il conseguenziale aspetto socio-sanitario.
L’area dell’Alfina è una delle dieci aree individuate a livello nazionale per la presentazione di detti progetti “pilota”. La stessa legge prevede la possibile autorizzazione per un numero di impianti non superiore a dieci, intanto, per tutto il territorio nazionale. Sempre ognuno non superiore a 5 megawatt e a totale impatto zero.
- – Nel 2012 la nostra società ITW-LKW Geotermia Italia SpA, presenta il progetto per l’impianto geotermico “pilota” di Castel Giorgio, e non è che quest’area viene scelta così per caso. C’era un ampia letteratura tecnica in merito al pozzo geotermico dell’Alfina oltre a tutta una serie di studi e monitoraggi e di pozzi già studiati ed ancora esistenti, per quanto realizzati molti anni fa, dalla stessa ENEL. All’epoca l’ENEL non proseguì nell’attività poiché la temperatura massima del pozzo dell’Alfina non gli consentiva di poter generare potenze di produzione elettrica molto alte, come invece poteva fare nella zona, non lontana, dell’Amiata. Ma contrariamente alle esigenze di ENEL, per una produzione di 5 megawatt o fosse anche di 10 megawatt, la temperatura di 150 gradi circa che genere il pozzo va più che bene.
Non solo, a Castel Giorgio, sin dagli anni ’70 c’è, all’interno dell’ area industriale, una zona destinata a cosiddetto “campo geotermico”.
- – L’azienda inizia una serie di contatti con l’amministrazione comunale di Castel Giorgio, all’epoca guidata dall’allora sindaco, ma tra i consiglieri, seppur di minoranza, vi era anche l’attuale sindaco. Addirittura, onde far meglio comprendere in che cosa consiste il progetto, si organizza una sorta di gita proprio nei comuni dell’Amiata interessati dall’attività dell’ENEL. Al ritorno, tutti, sia i facenti parte della maggioranza come i facenti parte della minoranza, si dichiarano ben felici che si possa realizzare l’impianto geotermico anche nel loro comune. Oggi sappiamo molto bene che al di la di quanto ufficialmente sempre dichiarato, il sindaco in carica in quel periodo, fu fatto cadere perché qualcuno immaginava che vi fossero con noi chissà quali concordati personali interessi. E crediamo sia ora di dichiarare apertamente che mai nulla fu neanche lontanamente condizionato e/o concordato “sottobanco” con l’allora sindaco, al quale oggi come allora volgiamo il nostro più sentito rispetto. Caso mai e ad onor del vero, non possiamo dimenticare come invece da parte di quelli stessi che gli hanno “dato addosso”, separatamente, venivano a noi fatte reiterate e pressanti richieste, queste sì, di tipo molto personale. Richieste che molto garbatamente non prendemmo neanche in considerazione proprio per filosofia aziendale, ma che se da parte nostra fossero state effettivamente soddisfatte, probabilmente le cose avrebbero avuto un diverso sviluppo. Sottolineo probabilmente.
- – Alle dimissioni dell’allora sindaco di Castel Giorgio segue a quel punto una campagna elettorale che improvvisamente e, per noi senza alcuna ragione, si “incendia” e si impernia tutta sul “no alla geotermia”, come se questa fosse assolutamente paragonabile al peggiore girone dell’inferno. Con l’aiuto dell’allora amministrazione di centrodestra di Orvieto e per voce dell’allora assessore all’ambiente, geologo che per sua stessa pubblica dichiarazione ha un’impianto geotermico funzionante sotto casa sua (quindi lui il riscaldamento già non lo paga), si lancia in una quanto mai discutibile tesi in merito alla “microsismicità indotta” che si POTREBBE (egli stesso utilizza il condizionale), eventualmente verificare. Tutto questo lo fa adducendo le ragioni che stanno scritte negli studi a suo tempo effettuati dall’ENEL in quella zona e sottoscritti dal Dott. Fabio Moia (come lui geologo e collega). Interpelliamo il Dott. Moia che non credendo ai propri orecchi ed una volta verificato bene ci ragguaglia spiegandoci che l’assessore di Orvieto ha estrapolato solo una parte di quegli studi, omettendo di prendere in considerazione gli aspetti nella loro interezza, che per come sono, portano a conclusioni oggettive completamente diverse. E quali sono queste conclusioni? Nell’area persiste in maniera costante e naturale una normale attività “microsismica” che proviene proprio dalla presenza del pozzo geotermico. In tutto il periodo in cui l’ENEL svolse le attività di perforazione per la creazione dei pozzi, non vi fu mai possibilità di sancire che alla normale e naturale attività sismica si alternasse o si sovrapponesse dell’attività sismica indotta dalle stesse perforazioni. Solo in un caso vi furono alcuni tangibili problemi (ed appunto estrapolati dall’assessore di Orvieto), derivanti da un solo pozzo in particolare che per caratteristiche di quella specifica parte di terreno, risultò “non beante” e quindi non perforabile. E’ vero, in quell’area c’è stato un forte terremoto nel 1957, e un altro forse ancora più forte qualche secolo indietro, ma da allora, di veramente consistente e pericoloso, non c’è stato altro. I notevoli danni procurati dal terremoto dell’epoca furono più dovuti alle modalità di costruzione degli immobili che alle scosse in quanto tali. E’ tanto vero ciò che non più tardi di qualche anno fa la stessa Regione Umbria ha declassificato sismicamente quell’area.
- – Da allora, senza mai riuscire a poter trovare punti oggettivi di confronto che fossero improntati alla verità tecnica e scientifica, siamo stati tacciati di essere tutto e il contrario di tutto. Dai cosiddetti “comitati” e da alcune amministrazioni, sono state presentate osservazioni e tesi che sempre e puntualmente in tutte le sedi di valutazione tecnica e ad ogni grado, sono state puntualmente smentite con dati veri, comprovabili. Uno per tutti è l’argomento delle implicazioni con le falde acquifere e con il Lago di Bolsena:
“c’è allora da premettere che l’acqua reimmessa nel sottosuolo ha la stessa composizione chimica di quella emunta, in quanto il processo industriale in esame è a circuito chiuso. Non vi è pertanto aggiunta di componenti esterni e la concentrazione di arsenico nel fluido è quella naturale.
Nel documento ”Progetto definitivo” e nello SIA prodotti dalla Società ITW & LKW Geotermia Italia SpA in allegato al progetto di cui trattasi, sono state descritte accuratamente le precauzioni che verranno adottate nel corso delle perforazioni e nella successiva gestione dei pozzi, per scongiurare ogni possibilità di inquinamento della falda superficiale ad opera dei fluidi geotermici utilizzati e reimmessi nel sottosuolo.
Al capitolo 3.4.13 dello SIA P13_ITW_049 tutti questi aspetti sono stati analizzati in dettaglio prendendo in esame ogni possibilità di rilascio del fluido in conseguenza di malfunzionamenti o difetti di costruzione o difetti di isolamento sia dai pozzi che dalle tubazioni interrate, evidenziando i relativi rischi e misure di prevenzione.
La Società, inoltre, nel marzo 2014, nel formulare le proprie Controdeduzioni in merito alle osservazioni presentate dal Pubblico nell’ambito della procedura di VIA; (pubblicate sul Portale delle Valutazioni Ambientali – cap. 2.4, 2.6 e 2.7), ha ricordato tutte le misure di cautela previste nel progetto volte ad escludere ogni possibile inquinamento dell’acquifero superficiale.
Per quanto concerne l’acquifero profondo, si rappresenta ancora una volta che lo stesso non può venire in contatto con quello superficiale, in quanto separato da questo da una spessa formazione impermeabile (flysh).
Gli oltre 6 Km di distanza del lago dall’opera più vicina del progetto, infine, sono tali da far escludere che vi possa essere un impatto sull’acqua del lago anche nell’ipotesi improbabile/impossibile di una perdita del fluido geotermico durante le operazioni di re immissione del fluido geotermico”.
6) – La materia è tecnica e scientifica. Quello che noi chiediamo non è di accettare ad occhi chiusi tutto e comunque, chiediamo che vengano poste delle questioni tecniche vere e non pretestuose. Che si abbia la volontà di capire. E’ giusto fare osservazioni, porre quesiti e sottoporre questioni. Ma una volta che queste sono state analizzate e alle stesse vengono date risposte che ne consentono il superamento oggettivo, poi si vada avanti. Ancora oggi leggiamo su alcuni siti a firma di improbabili personaggi che si nascondono dietro a bambineschi pseudonimi, l’esatto contrario di tutto quello che sta scritto nel progetto e che è stato già ampiamente valutato da fior di tecnici e scienziati. Che ci dicano in quale testo di scienza si attesta che alle stesse condizioni morfologiche della zona e alle stesse condizioni di operatività della centrale vi è rischio sismico. Che ci dicano in quale testo di scienza (con tutta l’ampia letteratura che c’è sullo specifico argomento), si riporta che può esserci pericolo per le falde acquifere e per il bacino del Lago di Bolsena. Che ci dicano in quale parte del progetto e della legge che regolamenta questo tipo di impianti, c’è scritto che esce un solo fumo, un solo odore o un grammo di Co2. Certo che si può contestare, ma sulla base di dati tangibili e incontrovertibili.
Quello che noi possiamo con certezza dichiarare e che se ci sarà mai (speriamo di no), un’altra scossa di terremoto come quella del ’57, questa non sarà mai dovuta alla centrale geotermica ma solo a fattori naturali. Noi già monitoriamo con l’INGV (a nostre spese) il territorio e quindi da più di un anno consentiamo alla popolazione di poter contare su maggiore sicurezza. Le prescrizioni del VIA consentono di controllare e monitorare, passo dopo passo, tutta l’evoluzione dell’attività sia di perforazione che di sfuttamento dei fluidi sia per l’estrazione che per la reiniezione degli stessi. Questo darà la possibilità a tutto quel territorio di poter contare su una tale mole di dati e di informazioni, non solo a posteriori, che contribuiscono non poco alla sicurezza ambientale di quell’area e di chi ci vive. Perchè non si parla di questo?
Per dovere di verità è opportuno ricordare alla cittadinanza le norme di approvazione che nelle due leggi (d.lgs. 22/2010 e art. 57 del Decreto Legge 9 febbraio 2012, n. 5, convertito, con modificazioni, dalla Legge 4 aprile 2012, n. 35) che disciplinano tutti i permessi previsti da legge per gli impianti pilota geotermoelettrici non esiste un potere pubblico interditivo dei Comuni o delle Provincie. E tutti gli altri enti nazionali hanno già espresso i pareri definitivi e positivi sull’impatto ambientale e paesaggistico. Che nell’iter, come recita la circolare MISE 9 luglio 2015, si sia allargato a molti la Conferenza dei servizi, lo si fa per dare l’opportunità a tutti di proporre piccoli miglioramenti sul progetto definitivo prima del permesso a costruire. Ma, lo ripetiamo per dovere di chiarezza, con nessun potere interditivo. Se le amministrazioni non vogliono portare i suggerimenti dei cittadini, gli stessi possono farlo alla società proponente ITW LKW Geotermia Italia Spa a paluello@itwlkwgeotermia.it.