Riceviamo da Rete Nazionale No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante e pubblichiamo.
I giorni scorsi organizzate dalle rispettive amministrazioni comunali con l’ausilio della Rete Nazionale No Geotermia Elettrica Speculativa e Inquinante si sono tenute due preoccupate assemblee ad Allerona e Castel Viscardo.
Il tema geotermia è infatti molto caldo, e cresce l’avversione dei territori e delle amministrazioni nei confronti di questa offensiva speculativa a danno di popolazioni e territori. Non bastava infatti la vicenda degli impianti pilota a Castel Giorgio e Torre Alfina della società ITW-LKW, ora si aggiungono due istanze della società ToscoGeo per realizzare altri due impianti geotermoelettrici tra Allerona e Castel Viscardo e tra Castel Giorgio ed Orvieto. I progetti sono due: “Monte Rubiaglio” (che interessa territori dei comuni di Castel Viscardo, Allerona, Castel Giorgio e Orvieto), e l’altro denominato “Montalfina” nei comuni di Castel Giorgio e Orvieto. Il primo è stato presentato in Regione Umbria in questi giorni con scadenza delle osservazioni per i Comuni ed il pubblico il 6 di agosto p.v.
E questo impunemente mentre il Governo non ha ancora emesso le norme- richieste dal Parlamento con la Risoluzione del 15.04.2015- che definiranno le “aree” dove installare gli impianti e le “nuove regole” che si dovranno rispettare nella valutazione delle istanze.
Circa Castel Giorgio –si è avuta notizia ieri- è stata convocata il prossimo 8 settembre la conferenza dei servizi presso il Ministero dello Sviluppo Economico (mentre è in corso presso il TAR Lazio il ricorso dei sindaci del territorio e della Provincia di Viterbo), nella quale ci auguriamo che la Regione Umbria – come sempre sostenuto – non conceda la “intesa” necessaria per poter conferire, da parte del Ministero l’autorizzazione alla costruzione dell’impianto.
Ottima la partecipazione dei cittadini di Allerona e Castel Viscardo, che hanno espresso contrarietà ad una operazione soprattutto a carattere speculativo, priva di veri benefici per la popolazione e densa di rischi. Dalla parte dei cittadini alleronesi si è apertamente detto il sindaco, Sauro Basili, che ha introdotto l’assemblea ricordando la presa di posizione della propria amministrazione: contraria a questo tipo di sviluppo geotermico e partecipe del ricorso al TAR contro la Valutazione di Impatto Ambientale per l’impianto di Castel Giorgio la cui realizzazione pone gravi incognite per tutti i comuni dell’area. Per la Rete Nazionale era presente Fausto Carotenuto che ha aggiornato i presenti sullo stato della “vertenza geotermia”, attualmente in corso, con il Governo.
A Castel Viscardo il sindaco Daniele Longaroni si è detto contrario a tali installazioni nel territorio essendo l’area dell’Alfina ritenuta, da più parti, un’area ad elevata fragilità sismotettonica, all’interno di quelle suscettibili di sfruttamento geotermico. Del resto le fallimentari trivellazioni dell’ENEL nell’area negli anni 70 e 80 del Novecento, con i terremoti ad esse associati, sono lì a dimostrare questa realtà. Il professor Roberto Minervini – a nome della Rete Nazionale- ha inoltre sostenuto come l’industrializzazione geotermica dell’altopiano dell’Alfina rappresenta un suicidio per l’economia del paesaggio, l’agricoltura ed il turismo che producono reddito, occupazione e qualità della vita nel territorio.