di Massimo Gnagnarini , assessore bilancio del Comune di Orvieto.
Ci siamo mossi nel quadro della legge dello Stato che individua i parametri di formazione della tariffa della TARI.
Ci muoviamo nel quadro di normative regionali.
Ci muoviamo nell’ambito del Piano regionale dei rifiuti.
Ci muoviamo nell’ambito della sentenza del TAR del 2010 che rigetta i ricorsi di altri Comuni umbri afferenti la questione della non condivisione degli ATI i quali, per ogni comune, stabiliscono i costi generali del servizio che devono essere poi integralmente coperti con gli introiti della tassa a carico delle famiglie e delle attività produttive.
Pertanto a Orvieto ci muoviamo nel quadro dei vincoli e degli impegni contenuti nel capitolato della Gara d’Ambito svoltasi nel corso della precedente consigliatura.
Al Comune è rimasto il compito di prevedere esenzioni, riduzioni ed eventuali rimodulazioni della tariffa con l’adozione del Regolamento, nella consapevolezza che il conto finale deve sempre dare un importo pari alla copertura totale dei costi previsti dall’ATI.
Nell’ultimo triennio, a Orvieto, il massimo carico fiscale per i cittadini sui rifiuti si è registrato nel 2013, è calato nel 2014 ed è risalito nel 2015.
Questa amministrazione, quest’anno, nei rispetto degli equilibri di bilancio, per la prima volta nella storia dei bilanci di questo Comune ha usato una parte delle proprie entrate, relative al cosiddetto aggio ambientale corrisposto dal gestore della discarica, per ridurre il costo a carico degli utenti e quindi le tariffe della TARI.
Abbiamo corretto le tariffe per i nuclei famigliari più numerosi possessori di più di una casa e che si erano visti calcolare in modo pieno la parte variabile della tariffa su ognuna delle case possedute e solo saltuariamente utilizzate, abbiamo corretto le anomalie circa il carico sui fabbricati rurali e dei cosiddetti annessi, abbiamo corretto e compensato taluni coefficienti di calcolo per quelle attività produttive più penalizzate in quanto considerate dalla legge più suscettibili per tipologia di attività di produrre una maggiore quantità di rifiuti.
Lo abbiamo fatto consapevoli che là dove toglievamo, fatalmente, lo scarto si sarebbe ricaricato sull’intera popolazione degli utenti e infatti proprio da ciò dipendono le , per lo più lievi, variazioni in aumento sulle cartelle consegnate in questi giorni specularmente a quelle interessate da variazioni in diminuzione.
Abbiamo esentato per due anni ogni attività economica nuova che si insedi nel territorio comunale.
Abbiamo, credo, fatto del nostro meglio per quanto ci compete in un quadro e nelle regole che abbiamo trovato e che ci sono imposte da un sistema che certamente giudichiamo costoso e non sempre efficiente. Questa è la realtà.
Una realtà sulla cui modifica e correzione si dovrà lavorare nelle sedi e nei più ampi contesti politici e amministrativi da cui di fatto essa dipende e che la regolano.
Se poi in questi giorni, in occasione della consegna delle cartelle di pagamento agli utenti, taluni esponenti politici della nostra città si giuggiolano nel raccontare una realtà diversa e fantasiosa al fine di gettare discredito sulla Giunta del Comune di Orvieto sottintendendo che le bollette troppo care dipendono da un turpe proposito di fare cassa da parte del Comune oppure, come qualche ingenuo tra questi si è perfino spinto a scrivere , che l’assessore ai Tributi in quanto impiegato di banca ha fatto pagare di meno queste aziende a scapito di altre o dei cittadini manipolando o interpretando pro domo sua i parametri delle tariffe stabilite dalla legge, allora, restando in tema , è lecito affermare che tutta questa “fuffa” non fa altro che alimentare e appesantire il ciclo dei rifiuti.