Tra le iniziative propedeutiche al Festival del Dialogo del prossimo ottobre, sabato 20
giugno alle 16,30, presso la Sala del Governatore del Palazzo dei Sette si terrà un interessante
incontro tutto dedicato al dialogo, inteso sia come mezzo che come fine.
L’iniziativa nasce dalla collaborazione tra ApertaMenteOrvieto e l’Associazione Philo-Club,
recentemente nata ad Orvieto con lo scopo di coltivare e condividere il piacere di leggere opere
filosofiche per riscoprire e approfondire gli insegnamenti e le idee che da oltre 2.500 anni i
pensatori hanno prodotto “riguardo le cose del mondo”.
Inizierà Fulvio Fulvi, parlando di «Consonanze e dissonanze nella musica… e nel dialogo»,
ripercorrendo le più antiche riflessioni sulla musica, che offrono un modello di lettura dei
fenomeni di armonia e disarmonia nei suoni, applicabili anche alla condivisione e ai contrasti di
idee fra le persone.
Sarà poi la volta di Luigi Monachello che proseguirà dissertando circa «L’unione degli
opposti: l’armonia invisibile», partendo dalle parole di Eraclito sul Logos comune e sulla
individualità del pensiero, con l’intento di risvegliare da quel sonno che è separazione del mondo a
cui la storia occidentale ci ha condotto.
Emmanuela Meiwes illustrerà l’importanza dello studio e della conoscenza delle lingue
straniere come riconquista di un linguaggio globale, in un intervento dal titolo «Babele: l’unità
perduta».
A concludere il pomeriggio sarà Angelo Strabioli con «Il dialogo che cura», ovvero come il
dialogo terapeutico ci aiuta a scoprire e cambiare gli aspetti problematici della vita psicologica.
L’iniziativa, coordinato da Raffaele Iacarella e improntata all’aristotelica “meraviglia” che
anima il Philo-Club e la filosofia tutta, è ad ingresso libero.
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