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Home LETTERE PROVINCIALI

LETTERE PROVINCIALI n. 46 del 29 giugno 2015

Redazione by Redazione
30 Giugno 2015
in LETTERE PROVINCIALI, Archivio notizie
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MA QUANTO DURERÀ QUESTA CORSA AL LAMENTO PER LE FALLE DI BILANCIO CHE “HANNO FATTO GLI ALTRI”?

 Caro Leoni,

l’assessore Gnagnarini, rispondendo al consigliere Sacripanti sulla destinazione dei proventi derivanti da aggio ambientale, parcheggi e imposta di soggiorno, fa affermazioni che sottopongo alla sua attenzione essendo stato lei importante esponente della maggioranza che ha governato nel precedente mandato amministrativo. Dice Gnagnarini che l’utilizzo di quei proventi è coerente con l’orientamento dell’attuale amministrazione, che ha individuato “nell’ambiente, viabilità e accoglienza turistica i cardini di una azione di governo e di sviluppo della città”. Questa affermazione non le sembra che indichi una visione limitata delle potenzialità di sviluppo della nostra città? Ma poi l’assessore fa anche un’altra affermazione pesante proprio sul passato recente che lei ha vissuto direttamente. Dice infatti che “è pacifico che ancora oggi una parte della fiscalità generale vada a coprire le falle del passato”. Ma lei non ha detto più volte che la precedente amministrazione aveva risanato le falle del passato?

Benvenuto A.

 Caro Benvenuto, “ambiente, viabilità e accoglienza turistica” sono semplicemente i settori in cui vanno impiegati i proventi delle contravvenzioni stradali e dell’imposta di soggiorno. Se fossero solo questi i cardini del governo e dello sviluppo della città, staremmo freschi. Quanto alle falle del passato, l’amministrazione Concina le ha ereditate, non ne ha aggiunte altre, ne ha risanate una parte e per le altre ha pianificato il risanamento decennale. Vedremo se l’amministrazione attuale saprà fare di meglio.

DALLA DISCARICA ALLE PALE EOLICHE E ALLA GEOTERMIA È TUTTO UN CONTESTARE CHE FAVORISCE IL NON FARE. CHI HA RAGIONE, CHI LE VUOLE O CHI LE CONTESTA?

Caro Leoni,

qualche giorno fa si poteva leggere nel sito di OrvietoSi questo titolo: “Geotermia a Castel Giorgio: i sindaci del territorio e la Provincia di Viterbo ricorrono al TAR Lazio contro il decreto di compatibilità ambientale emesso dal Ministro dell’Ambiente Galletti”. Leggendo poi i motivi del ricorso e dando per scontato che non sono campati in aria, viene da chiedersi in quale Paese viviamo: perché, o sono irresponsabili gli amministratori locali e regionali (e il Ministro) che non impediscono o favoriscono interventi giudicati pericolosi dagli altri amministratori pubblici, o lo sono proprio i ricorrenti, che vogliono impedire questo che, come altri interventi, hanno sì un impatto con l’ambiente, ma determinano anche le condizioni di sviluppo necessarie a creare lavoro. Lei che idea si è fatta di questo problema, che nel caso specifico riguarda Castel Giorgio, ma che è lo stesso delle pale eoliche del Peglia o della discarica de Le Crete.

Adriano M.

 Caro Adriano, non ha mai avuto il sospetto che la classe politica sia disonesta e che usi il ricatto dello sviluppo economico per fare gli interessi di lobby industriali e di faccendieri molto ammanicati? A me questo sospetto viene quando considero che lo Stato fomenta il vizio del gioco d’azzardo con effetti devastanti per le persone e per le famiglie. Questa è moralità?

PERCHÉ SALVINI HA VITA FACILE

Caro Barbabella,

gli orfani di Berlusconi (il morto che parla) stanno riversando i loro voti sulla Lega. Ma il Sud non dimentica i sermoni antimeridionalisti dei leghisti. Come può diventare la Lega un partito nazionale?

Checco V.

Caro Checco, non credo che sarà difficile per la Lega di Salvini trasformarsi da Lega Nord a Lega nazionale. Per diverse ragioni. La prima è che basta abbandonare l’idea bossiana della superiorità del Nord e dell’indipendenza dell’inesistente Padania, cosa che Salvini ha già fatto non essendo in realtà molto difficile. La seconda è che il popolo dimentica facilmente, basta un po’ di abile demagogia che ne solletichi bisogni e interessi immediati. La terza è che appunto Salvini questo lo sa fare molto bene, toccando temi di facile presa (immigrazione, legge Fornero, tasse, corruzione), facilitato com’è dalla realtà degradata, dall’ignavia degli altri e dalle incerte e contraddittorie politiche del governo. Sono convinto che non è qui, nel fenomeno leghista, che troveremo le soluzioni per assicurarci il futuro, ma per l’immediato molti italiani vedranno lì la soddisfazione delle loro aspirazioni.

TRAFFICO IN CENTRO CHE PASSIONE. MA CHE COS’È QUESTO PIANO!?

Caro Barbabella,

me la spiega la “filosofia” del piano del traffico che l’amministrazione comunale di Orvieto sta varando?

Anna Rita G.

Gentile signora, le risponderò anzitutto che la filosofia è una bestiaccia, perché obbliga all’uso del pensiero, nel senso che non solo abilita all’analisi dei problemi e alla formulazione di ipotesi di soluzione che contemplino obiettivi chiari e strategie e mezzi coerenti per raggiungerli, ma “costringe” anche a un rapporto dinamico con il contesto, sia locale che generale. Ho chiamato tante volte questo modo di pensare, e conseguentemente di fare, di tipo progettuale. A lei sembra che l’atteggiamento mentale dell’amministrazione sia di questo tipo? Guardi, io so bene quali possono essere le difficoltà di affrontare in modo progettuale le questioni del traffico in una città come Orvieto, complessa per tante ragioni, e inoltre disabituata da tempo ad affrontare i problemi in modo organico, direi anche abbioccata e schiacciata sul presente. Ma possibile che almeno non si tenti di uscire in qualche modo dalla palude del minimalismo? Trovo davvero incredibile che si tenti ogni volta di uscire dalle difficoltà del pensare progettuale con la partecipazione che scivola nella povertà del partecipazionismo. Beh, però le ripeto, posso capire da dove viene tutto ciò: storia lunga, passata e presente. Dico anche che forse il mio atteggiamento severo deriva dalla mia esperienza di amministratore pubblico, che certo non è detto possa essere ripetuta in epoca così diversa. Ma, sia chiaro, non pretendo che gli altri facciano quello che penso io, ma che almeno dimostrino di essere all’altezza della situazione attuale e contrastino lo scivolamento verso la nostra emarginazione per evidente difficoltà a confrontarsi con le migliori analoghe situazioni ed esperienze. Una buona organizzazione del traffico è soprattutto un buon progetto di città, ecc. ecc. Io per ora non lo vedo. Se lo vedrò sarò il primo a gioirne e e a darne atto all’amministrazione.

leoniping200L’elzeviro della settimana

 Nostalgia del Medioevo

di Pier Luigi Leoni

Il servita F. Costantino Battini pubblicò nel 1823 “L’apologia dei secoli barbari”, una rivalutazione del Medioevo che scandalizzò gli intellettuali, ma che interpretava l’aspirazione del popolo a scoprire le proprie radici in funzione della riscossa nazionale. Nel rileggere quel saggio, ho estratto alcuni brani che mi sembrano efficaci. Lamenta il Battini che i secoli del Medioevo siano “comunemente screditati e vilipesi”. Quei “valorosi nostri Antenati che hanno ingrandito e decorato le nostre Città e Provincie” sono “vituperati, derisi, calunniati mordacemente e con i più tetri colori da non pochi loro figli ingrati”. I nostri progenitori sono ritenuti tutti rozzi, sozzi, ignorantissimi, selvaggi, brutali, barbari, feroci, distruttori dell’umana specie, abbandonati alle rapine, alle estorsioni, alle violenze, alle stragi, ai massacri, e peggiori delle fiere istesse; e, nel tempo istesso, torpidi, imbecilli, pigri e da nulla, anzi occupati da un letargo universale di forze, e da una certa imbecillità di ragione, tanto goffi, inetti e stupidi, che sarebbesi potuto fino dar loro ad intendere che gli asini un tempo volassero come le rondini…. Meglio sarebbe distruggerne ogni memoria e dichiararsi piuttosto figli soltanto del nostro secolo illuminato, culto, ingentilito, e che ha finalmente deposto i rozzi costumi e i pregiudizj vergognosi di quei tenebrosi e barbari tempi”.

Quando vado in giro per Orvieto, non posso fare a meno di confrontare quel che resta di case, palazzi e chiese medievali con tutto ciò che è stato costruito successivamente e, in particolare, negli ultimi settant’anni. Se poi penso al Duomo, mi sconforta profondamente il dover constatare lo scempio operato nella valle dai successori di coloro che hanno concepito ed eseguito quella meraviglia . Eppure questi indegni successori il Duomo l’hanno visto, e hanno visto il Palazzo del Capitano del Popolo e molto altro.

Forse oggi abbiamo altre virtù, ma il senso della bellezza e dell’armonia l’abbiamo irrimediabilmente perduto. O peggio, sappiamo ancora apprezzare le cose belle, ma non sappiamo farle. Siamo dimezzati e ci consoliamo col fatto che la metà che ci resta campa un po’ di più.

(La foto in home è di Dario Ercolani)

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