di Paolo Borrello
In Umbria nelle elezioni regionali si è registrata la vittoria della candidata del centrosinistra, la governatrice uscente Catiuscia Marini. Ma la Marini ha ottenuto solo il 43% dei voti (5 anni fa l’avevano votata il 57% dei partecipanti al voto) e il candidato del centrodestra, il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, ha ottenuto il 39%.
Occorre aggiungere che il candidato del movimento 5 stelle, Andrea Liberati, ha ottenuto solo il 15% (alle europee del 2014 il 20% dei votanti aveva scelto questo movimento in Umbria) e quindi il risultato dei “grillini” in Umbria è stato decisamente inferiore rispetto a quanto verificatosi nelle altre regioni.
C’è stata anche in Umbria una forte crescita dell’astensionismo, ma la percentuale dei partecipanti al voto, il 55%, è risultata essere superiore alla percentuale media nazionale, il 52%.
Quali le cause della stentata vittoria della Marini?
Diverse possono essere le cause, ma io mi soffermo solamente su quella che considero la principale e cioè l’aver scelto, da parte del Pd, una candidatura sbagliata.
La Marini, a mio avviso, non ha svolto, nei 5 anni passati, un’azione di governo efficace, all’altezza dei problemi che l’Umbria si trovava di fronte.
Nonostante questo, è stata candidata nuovamente, sebbene non fosse in grado di interpretare quell’aspirazione all’innovazione, al cambiamento, che anche in Umbria si è diffusa e che ha trovato altri canali di espressione a livello elettorale.
Del resto dal Pd umbro, forse, non ci si poteva attendere una scelta diversa.
Il Pd, infatti, in questa regione, è contraddistinto, più che altrove, dalla ricerca del potere per il potere, relegando in secondo piano una concezione della politica più elevata, tendente principalmente a progettare e ad attuare un futuro della nostra regione decisamente migliore del presente.
Del resto, il fatto che fra i 10 consiglieri eletti dal Pd 4 siano “bocciani”, cioè quelli sostenuti dal sottosegretario del governo Renzi Bocci, ex democristiano, che più di altri esponenti del Pd regionale interpreta il modo di concepire la politica appena sopra criticato, è emblematico della validità della mia considerazione circa il conservatorismo molto esteso nel Pd umbro.
Quindi, la sconfitta di Boccali, il candidato del centrosinistra a sindaco nelle elezioni comunali di Perugia, non ha insegnato nulla.
Si è evitata un’altra possibile sconfitta principalmente perché nelle elezioni regionali umbre non era previsto il ballottaggio.