di Giordano Sugaroni
In un dettagliatissimo documento presentato a corollario del voto di astensione, i consiglieri della lista civica di minoranza al Comune di Acquapendente presentano ufficialmente il “quadro della situazione” che li ha indotti ad esprimere voto di astensione sul Piano di Assestamento della Riserva Naturale Monte Rufeno. Nel sottolineare che “le varie relazioni non ci consentono di poter dare una approvazione completa al Piano visto che a Nostro parere non è stata fatta la dovuta e necessaria chiarezza sulla Riserva Naturale Monte Rufeno sotto un più ampio profilo istituzionale ed organizzativo”, Aldo Bedini, Sergio Iacoponi, Franco Ferri, Alessandro Brenci effettuano una precisa cronistoria dei vari passaggi. “Per l’affidamento del Presidente Piano”, sottolineano, “la Regione Lazio ha concesso un finanziamento apposito al Comune di Acquapendente, Ente Gestore della Riserva. A seguito di espletamento gara, l’elaborazione del Piano è stata affidata alla Società Coop Dream-Italia. Il tempo disponibile in concreto si è limitato soltanto al periodo Gennaio-Maggio 2015. L’approvazione del piano è stata sottoposta all’esame del Consiglio Comunale del 12 Giugno 2015, che, su istanza della minoranza, e per la carenza del tempo necessario all’esame e valutazione dello stesso, è stata rinviata alla seduta del 26 Giugno, previo preliminare passaggio in Commissione consiliare. Non è nostra intenzione entrare nello specifico sia delle illustrazioni che delle varie proposte che sono contenute nel piano. Ci limitiamo, pertanto, a fare alcune considerazioni di carattere generale, su alcune delle proposte contenute nel piano stesso, per concludere, alla fine, con una nostra valutazione di carattere politico-amministrativo sulla Riserva Naturale Monte Rufeno, che, è bene ricordarlo, ha in servizio un organico 21 dipendenti, in massima parte con funzioni di carattere prettamente amministrativo, ha una estensione di ettari 2.882,93, all’interno del quale sono presente numerosi fabbricati, in gran parte non utilizzabili, e solo otto ristrutturati e dati in gestione a privati, tre gestiti direttamente dalla Riserva, uno gestito dal Comune di Acquapendente. Nell’anno 2013 ricorreva il trentennale delle costituzione della Riserva (Legge Regionale 66 / 1983) e, a nostro parere, l’evento non ha avuto quel risalto che, forse, meritava nonostante le buone premesse. La Regione Lazio ha proposto linee di indirizzo specifiche per la Riserva. Uno dei criteri che riteniamo meritevole di rilievo prevede l’internalizzazione delle esternalità ambientali, ovvero sostenere l’adozione di iniziative affinché i servizi ambientali, di cui gode la collettività, possano diventare occasioni di sviluppo socio-economico per le popolazioni delle aree montane e rurali. Per quanto abbiamo potuto vedere, non ci sembra che detta linea di indirizzo abbia avuto concreta rilevanza nel Piano di gestione ed Assestamento Forestale. Viene affermato che l’istituzione della Riserva ha rappresentato, indubbiamente, un punto di svolta nella organizzazione dell’ economia aquesiana, creando un indotto agricolo, turistico e di servizio, che rappresenta una delle principali fonti di reddito, e, soprattutto, un fattore di innovazione della stessa struttura socio-economica locale. Non ci ritroviamo in questa troppo ottimistica valutazione che, forse, poteva essere valida quando la Riserva è stata istituita, ma che non ci risulta essere stata suffragata dalla effettiva realtà operativa della Riserva stessa. Nell’anno 1986 è stato redatto un primo piano di assestamento periodo 1987-1996, peraltro mai approvato dalla Regione (e questo è molto grave !!), con interventi limitati ai primi 3-4 anni di validità dello stesso, al quale ha fatto seguito un nuovo piano 2001-2010 che ha confermato le linee guida del precedente. Non siamo in grado di conoscere quanti finanziamenti sono stati concessi dalla Regione per la realizzazione di detti piani e quali risultati sono stati ottenuti. Vogliamo augurarci che quanto previsto nel presente piano possa trovare il consenso ed il conseguente finanziamento da parte della Regione, ed evitare che vada ad incrementare le buone intenzioni del passato