Lirica, virtuosismo pianistico e armonia barocca sono i protagonisti della stagione concertistica COESIONI MUSICALI, in programma al Ridotto del Teatro Mancinelli di Orvieto fino al 14 giugno.
Organizzata da Associazione TEMA e Scuola Comunale di Musica “Adriano Casasole”, con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Orvieto, “Coesioni Musicali” è, ormai, un appuntamento consolidato per gli appassionati della musica classica, ma non solo. Il programma di questa edizione è un omaggio alla tradizione musicale italiana: quella del bel canto e del virtuosismo strumentale del pianoforte e degli archi. Una stagione che rende il giusto tributo ai musicisti della Città: a professionisti che contano una pluriennale esperienza concertistica, ma che soprattutto alla Scuola Comunale “Adriano Casasole” svolgono da anni il compito di diffondere la cultura musicale ai ragazzi orvietani.
Iniziata il 31 maggio scorso con il virtuosismo e la dolcezza vocale del Soprano Kho Myungiae e proseguita il 2 giugno con il concerto eseguito dagli allievi del laboratorio di Pianoforte a 4 Mani della Scuola Comunale di Musica tenuto dal M° Riccardo Cambri, la rassegna vedrà come prossimo appuntamento d’eccezione PIANO RECITAL, concerto del pianista vincitore del Premio Venezia 2011 LEONARDO PIERDOMENICO, che si esibirà nella splendida cornice del Foyer del Mancinelli sabato 6 giugno alle ore 18.
Definito dalla critica come un ragazzo in cui colpiscono “la naturalezza, la fluidità e il controllo strumentale” (M. Messinis, Il gazzettino) e “la brillantezza perlacea del tocco” (R. Campanella, GBOpera), il pescarese Leonardo Pierdomenico è uno dei pianisti più promettenti della nuova generazione Italiana.
Leonardo Pierdomenico comincia lo studio del pianoforte all’età di 5 anni e da allora è subito risultato vincitore assoluto di decine tra concorsi concorsi nazionali ed internazionali. Dopo il suo debutto con l’Orchestra Sinfonica di Pescara all’età di 15 anni, Leonardo continua a laurearsi in diversi concorsi pianistici, come il 29° “Valsesia Musica International Competition”, il 6° “San Daniele International Piano Meeting” (premio speciale per la migliore esecuzione di un concerto per pianoforte e orchestra) e soprattutto la 28° edizione del prestigioso “Premio Venezia” (Primo Premio), dedicato esclusivamente ai diplomati col massimo dei voti dai conservatori italiani.
E’ stato inoltre vincitore della borsa di studio “Vanna ed Enrico Ferrari Bravo” alla Scuola di Musica di Fiesole, ed insignito della Medaglia di bronzo dall’ex Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano e della targa del Senato della Repubblica per meriti artistici.
Pierdomenico eseguirà musiche di Chopin, ovvero Notturno Op.27 n.2, Ballata n. 1 Op. 23, Ballata n. 2 Op. 38 e Variazioni su un tema di Chopin Op. 22 di S. Rachmaninov. Le Ballate di Chopin, composizioni di altissimo valore musicale, rappresentano la sublime arte del grande polacco, sia per la drammaticità e la complessità delle architetture che per la bellezza dei temi lirici. Le Variazioni su un tema di Chopin, capolavoro di Rachmaninov, è un’opera monumentale che prende spunto da un breve Preludio di Friederich Chopin.
La conclusione della stagione concertistica, il 14 giugno alle ore 18, sarà affidata alle affascinanti melodie di ARMONIA BAROCCA. Saranno le composizioni di Bach, di Vivaldi, di Telemann e di altri autori di epoca barocca a guidare gli spettatori in un percorso sonoro che sarà eseguito dall’Ensemble Barocco composto da Rita Graziani (flauto), Dino Graziani (violino) Cecilia Rossi (violino), Luigi Capini (viola), Giuseppe Dolci (violoncello) e Riccardo Cambri (pianoforte).
Informazioni:
Ingresso concerti 7 euro (Ridotto 5 euro per Soci TEMA e iscritti all’Associazione Musicale Adriano Casasole e loro familiari).
I biglietti sono disponibili al botteghino del Teatro Mancinelli da un’ora prima dell’inizio di ogni concerto. Posti limitati.
www.teatromancinelli.com biglietteria@teatromancinelli.it Tel.0763.340493
Concerto: “ Chopin e variazioni “
- Chopin : Ballata n.1 Op.23
Ballata n.2 Op.38
Già Schumann nel 1841 – nel periodo più intenso della sua attività di critico – affermava di aver appreso dallo stesso Chopin che questi «era stato ispirato per le sue ballate da alcune poesie di Adam Mickiewicz», il sommo poeta romantico polacco; da qui ebbe origine quella tradizione critica, viva ancora nel nostro secolo, che si sforzò di stabilire una correlazione fra alcune delle Ballate e Romanze di Mickiewicz (pubblicate nel 1822) e le ballate di Chopin, attribuendo perfino i titoli di alcune delle opere poetiche alle composizioni musicali. Certo Chopin avrebbe rifiutato questi titoli (come fece in altre occasioni), ma è indiscutibile che egli fosse affascinato dal carattere nazionalistico e insieme epico delle opere del poeta polacco. Il problema centrale della ballata pianistica, dunque, deve essere stato quello di attribuire un carattere narrativo a composizioni prive di un referente testuale, problema risolto da Chopin principalmente sul piano della forma. Le quattro ballate, infatti, hanno in comune, oltre all’adozione del metro fluido di 6/8 o 6/4, il contrasto fra due principali idee tematiche; esse si riallacciano così alla dialettica propria della forma-sonata dell’età classica; ma essendo prive quasi completamente di sviluppi tematici di tipo beethoveniano – reinterpretano l’opposizione bitematica in modo libero, assolutamente originale e specifico per ciascuna ballata.
- Rachmaninov: Variazioni su un tema di Chopin Op.22
Le 22 Variazioni sul celebre Preludio n.20 in Do minore furono composte da Rachmaninov nell’estate del 1902. Meno popolare dei contemporanei preludi op.23, l’opera fu accolta tiepidamente dalla critica del tempo perchè troppo lunga e melodicamente dispersiva, ma differisce dagli altri set di variazioni composti da Rachmaninov (su temi di Corelli e Paganini) musicalmente e formalmente, stimolando un’intrigante curiosità all’ascolto. Strutturalmente le variazioni sono raggruppate in modo da simulare una sonata in 3 movimenti; ogni variazione supera in lunghezza la precedente, così da creare una graduale intensificazione sia da un punto di vista sonoro, sia da un punto di vista formale con lo scorrere dell’opera. Vastissime e molto diversificate sono le atmosfere che scaturiscono dalle 22 variazioni: dalle dimesse prime 4 variazioni, meditabonde ed intricate, alle esplosive variazioni IX, XIX e XXII. Dedicate alla sofferenza invece le variazioni XIII, XIV, che richiamano il Dies Irae e l’incombenza del fato, scandito da rintocchi di lugubre campane come nella marcia funebre della variazione XVII. Più terrene e sognanti le variazioni VI, XVI e XXI, ritmicamente interessanti per gli incastri tra le mani.
Le ultime 4, che segnano l’ultimo movimento dell’opera, iniziano con un brusco cambiamento di clima nella tonalità lontana di la maggiore, come se le campane suonassero di nuovo, ma questa volta a festa. Nella Variazione XXI, in re bemolle, troviamo il Rachmaninov più ispirato e sognante. Si tratta di un meraviglioso intermezzo lirico, in cui compare il tema al tenore e in ottave sugli acuti a canone, con una sezione centrale quasi orchestrale. La variazione finale e più lunga, con i suoi accordi Schumanniani, è il realizzarsi di tutte le emozioni contrastanti del pezzo, che anticipa la salvezza finale dal fatidico Do minore del tema nelle acque calmanti di Do maggiore.