Oltre la finestra, ovvero oltre le apparenze, oltre i vapori che pervadono le viscere del Pozzo della Cava dove anche i tufi intrisi di storia passata passano al linguaggio corrente e alla notizia del giorno. Sarà un caso però la concomitanza con i risultati del referendum in Irlanda non può che dare risalto alla mostra “Oltre la finestra” allestita appunto nei sotterranei del Pozzo della Cava.
Simboli fallici e colori sfiorano la soffusa umidità che li evidenzia e li esalta mentre la canzone di Sanremo fa da lieve sottofondo…
Ma è oltre che bisogna guardare, oltre le apparenze. Lo dice Marco Sciarra, titolare del Pozzo della Cava ed uno dei realizzatori della mostra.
<< È vero, l’anthurium ha un potente valore fallico anche se in realtà il nome deriva dal greco e significa “il fiore con la coda”. Non perché la donna abbia la coda, e non tanto la donna in quanto animale ma in quanto sposa, strascico… L’anthurium unisce un po’ sia la parte maschile che la parte femminile. E lo stesso la foglia di aspidistria. Ha un nome di donna ma significa scudo (con allusione allo stimma dei fiori). Quindi io e Diego abbiamo scelto gli elementi che unissero in sè sia la parte maschile che quella femminile. Oltre l’illusione perché il vero fiore dell’anthurium non è la parte colorata ma lo spadice che però è un elemento femminile con forma maschile mentre la parte colorata è una foglia modificata. La canzone di sottofondo? L’abbiamo scelta perché scritta da Raffaele Petrangeli, un orvietano, insieme a Grazia Di Michele, è andata anche a Sanremo, praticamente una canzone biografica scritta su Mauro Coluzzi, “Platinette”, per cui abbiamo giocato molto su quello che è e quello che appare. Con il gioco di spezzare il testo della canzone in tante strofe selezionando una parola per ogni strofa abbiamo anche voluto rappresentare il problema della diversità, della conformità dall’esterno all’interno in tanti tipi di diversità, non solo di genere. Poi Diego ha fatto tutto una sintesi della canzone con un abito di fiori e foglie.>>
La mostra, inaugurata il 21 maggio, nella serata di sabato 23 è stata visitata anche dalla stessa Grazia Di Michele che entusiasta, ha chiesto di prolungarne il periodo di apertura. Tutto dipenderà dalla tenuta dei bellissimi fiori che completano e vestono i pezzi esposti, anche se è bene fare un discorso d’insieme tra l’ambientazione, la ceramica, i fiori e i colori ossidati del tufo naturale delle grotte. Come un discorso d’insieme va fatto per l’intera realizzazione, frutto della forte collaborazione tra Marco Sciarra e Diego Anselmi, aiutati da Marco Mandini il fioraio dell’Arcone che ha fornito i fiori ed è stato prodigo di consigli, da Marco Presciuttini che ha prestato la finestra, e, infine, da ApertaMenteOrvieto, il Comitato Cittadino dei quartieri, la FISAR, il Museo delle terrecotte di Castel Viscardo…
<<L’idea iniziale è nata all’interno dell’associazione “Apertamente Orvieto”.- racconta Marco Sciarra -Volevamo chiamare Raffaele per farci raccontare com’era andata la sua esperienza… Nel frattempo siamo stati chiamati a realizzare qualcosa per Orvieto in fiore per cui abbiamo cercato di unire le due cose.<<
Intanto Marco Sciarra aveva ricominciato a fare ceramica e, quando è arrivato il forno, la prima cottura è stata proprio per la ceramica preparata per la mostra, in particolare per i 7 vasi che introducono all’allestimento di Diego Anselmi nell’ultima grotta con la cornice, lo specchio, le due figure maschili e femminili che ruotano sulla stessa piattaforma senza mai incontrarsi. Altro messaggio tutto da interpretare.
La chiusura della mostra “Oltre la finestra”, prevista per il 24 maggio, è stata prorogata al 2 giugno.