Siamo al delirio. E’ scoppiata una polemica, la solita dei soliti, tanti per la verità, che esprimono opinioni provenienti dal più cupo “qualunque” che alberga nel loro stomaco, nella totale disinformazione, non perché non sappiano, ma perché non elaborano le informazioni per trasformarle in idee con un capo e una coda, con un sì o un no che abbiano una logica e siano argomentati.
Parla la politica politicante minore, esaltata dal contesto elettorale, e il pensiero debole che spesso ammorba le discussioni sui social, nei bar e lo struscio per il corso.
A suscitare tanto scalpore è stata la Festa degli studenti con tema “free alcol”, quindi con l’intento di dimostrare che ci si può divertire senza ubriacarsi. La Festa è organizzata dagli studenti orvietani delle superiori e sostenuta dal Comune di Orvieto, oltre, ovviamente, dagli Istituti scolastici di appartenenza, con il contributo economico dei commercianti, a cui i ragazzi hanno chiesto la sponsorizzazione.
Venerdì e sabato, giorni della festa, è anche periodo preelettorale, con le forze dell’ordine impegnate nei seggi e nel controllo della legalità in questo delicatissimo momento.
Con puntuale e doverosa conseguenzialità, l’Amministrazione comunale di Orvieto ha emesso un’ordinanza in cui si dispone “ il divieto di somministrazione e vendita per asporto o la cessione a qualunque altro titolo di bevande alcoliche in tutto il centro storico, nei giorni di venerdì 29 maggio a partire dalle ore 23.00 fino alle ore 06.00 del mattino successivo e sabato 30 maggio a partire dalle ore 22.00 fino alle ore 06.00 del mattino successivo”.
L’ordinanza è un minimo di prevenzione, considerato che è prevista la presenza di migliaia di giovani e che non tutti, probabilmente, intervengono per affermare il valore “no alcol”. Vietare la vendita di alcolici per categorie commerciali o per età non è legalmente possibile- ha spiegato il comandante Vinciotti- quindi per qualche ora a Orvieto non si beve. E allora?
Sono d’accordo gli studenti e le scuole, sono all’assalto alcuni che sostengono che ristoranti e bar saranno alla rovina, che la festa non serve, che si chiedono perché l’ordinanza è attiva soltanto nel centro storico e non a Ciconia e allo Scalo, che sostengono che tanto l’alcol chi vuole se lo porta, o, al contrario, che se non c’è la possibilità di ubriacarsi non c’è sacrificio e quindi il messaggio “free alcol” è inficiato. Poi giù esercitazioni con la casistica dei disagi, fino al caso insopportabile del ristorante che alle 23 non può più servire vino a un avventore ritardatario. E così via, senza alcun rispetto per i giovani che vogliono dimostrare di non essere bamboccioni, ma di sapere organizzare, con tutte le difficoltà del caso, una festa con un valore importante, che dovrebbe essere sostenuto senza remore da tutti gli adulti che sanno stare tre ore senza bere alcolici. Alcuni gestori di bar, è saltato fuori durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento, si sono organizzati per proporre bibite ad hoc, analcoliche, utili per stare insieme e dissetarsi. Un bell’esempio di serietà professionale e di comprensione di quanto gli studenti orvietani hanno voluto organizzare, per se stessi e per chi ne vorrà godere.
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