Riportiamo la precisazione del M5S alla nostra nota. Non mi dilungo in chiarimenti ai chiarimenti, i lettori se vogliono capiranno. Rilevo soltanto che così stiamo perdendo tutti tempo su questioni di lana caprina. Non si possono avanzare proposte simili, come cambiare nome a un ponte perché evoca lontanamente il fascismo, e poi insorgere se si riuniscono costosi consigli comunali per discutere del nulla che propongono alcuni consiglieri bisognosi di esistere. C’è altro da fare. Per me sicuramente. (Dante Freddi)
Scrive Silvio Torre a Dante Freddi:
Direttore carissimo, Non solo siamo ben coscienti della storia del nome e del ponte, ma avevamo riepilogato il tutto nell’incipit della nostra proposta.
Noi si evidenziava il problema dell’equivoco con la simiglianza al nome fascista e proponeva due vie per risolverla. Vie non prese in considerazione ne dalla precedente Giunta de da quella della sinistra attuale che ha passato le giornate a vantare il proprio essere “antifa” senza fare nulla.
Dopo due anni e mezzo abbiamo riportato in auge una questione che conosciamo benissimo. La cantonata, mi spiace (ma solo un po’), è tutta Vostra. Ti riporto qui di seguito il testo originale della proposta del 2013 di apposizione di targa storica e revisione della toponomastica per il Ponte dell’Adunata. A riprova di quanto affermo ti invito a verificare anche qui: http://www.umbria24.it/orvieto-m5s-sul-ponte-delladunata-cambiamogli-il-nome-sembra-fascista-anche-se-non-lo-e/234553.html Come risolviamo?
Segue poi un comunicato, che ovviamente pubblichiamo:
Cosa sapete del “ponte dell’adunata”?
Beh… qualche orvietano ha dato la stessa risposta dei turisti: il nome sembra d’epoca fascista, del ventennio delle “adunate” e dei balilla. Non è così.
Premesso che la storia dei ponti del paglia è risalente a tempi lontani, dall’etrusco ponte “della mola” al romano ponte “de subtus” allo stesso ponte Giulio, è sul ponte “dell’adunata” che vorremmo sia fatta un’opera chiarificatrice. La questione è che tale nome è davvero spesso confuso od interpretato dai molti turisti e visitatori come qualcosa di etimologicamente risalente all’epoca del ventennio fascista.
In effetti è il nome che fu dato al ponte costruito da Papa Gregorio VII (nel 1083, due anni prima di morire) nel punto di confluenza, di adunata quindi, tra Paglia e Chiani. Il ponte non è più lo stesso di allora e si potrebbe addirittura valutare l’opportunità di, ad esempio, chiedere alle nostre scuole d’indire una gara per un nuovo nome, ricordando che la natura dei ponti è quella di unire ciò che è separato ed è di tutti noi; questo secondo il principio che la toponomastica costituisca anche il biglietto da visita di una città.