Riceviamo da Gabriele Anselmi, capogruppo Lista Civica – Prima di Tutto Castel Giorgio, e pubblichiamo.
Arroccata nelle sue idee e lontana dai cittadini. E’ un quadro purtroppo poco edificante per il bene della cittadinanza castelgiorgese quello che esce dall’ultimo consiglio comunale di venerdì 10 Aprile dove il sindaco Garbini – e quello che resta della sua maggioranza – hanno incassato una sonora bocciatura sui progetti del Puc 3.
Il consiglio comunale, con i voti contrari dei gruppi di opposizione e l?astensione di due consiglieri di maggioranza, ha inviato un messaggio chiaro ed esplicito al sindaco e ai suoi due assessori: il progetto della pedonalizzazione di Piazza del Municipio, delle limitazioni del traffico nelle vie centrali del paese, del parcheggio che sorgerà dalla distruzione di parte dei Giardini Comunali, della ridotta Sala Polivalente in piazza Anne Frank con annesso Bar e Campo da bocce, così come impostate non sono il massimo della funzionalità per lo sviluppo del paese e per le esigenze dei castelgiorgesi.
Ancora una volta ad emergere è stata l’assoluta intolleranza di questa amministrazione nel condividere le idee e i progetti, anche quelli importanti come le nuove infrastrutture. Senza nessuna assemblea pubblica, senza la benché minima intenzione di ascoltare il parere dei cittadini, il sindaco e i suoi due assessori hanno per l?ennesima volta calpestato il diritto delle opposizioni e soprattutto della popolazione di conoscere e condividere le scelte determinanti per il futuro del paese. Tutto come se fosse insindacabilmente calato dall?alto.
Ma anche stavolta il buon senso di chi interpreta il mandato elettorale nell’assoluto rispetto dei cittadini ha prevalso nei confronti di chi invece continua a decidere da solo o insieme a coloro – che senza comprenderne il motivo – si muovono liberamente per le stanze del Comune, comprese quelle “decisionali”.
Altrettanto scorretta e priva di ogni rispetto della moralità politica che deve manifestarsi nei rapporti tra maggioranze e minoranze è stata la scelta di istituire le Commissioni consiliari dopo che per due anni tutte le richieste fatte al sindaco erano state respinte. Il tentativo del sindaco di far credere alle opposizioni di voler condividere le scelte dell’attività amministrativa è arrivato fuori tempo massimo e – assurdità delle assurdità – senza che prima del consiglio il capogruppo di maggioranza si fosse degnato di partecipare con le opposizioni almeno la composizione numerica delle commissioni.
Purtroppo in due anni il prezzo del cambiamento sta diventando decisamente alto ed oneroso. Non bastavano gli aumenti spropositati delle tasse, l’incuria e il degrado che regna sovrano nel paese. Oggi a questo spiacevole elenco si aggiunge anche l’assoluta e certificata mancanza di partecipazione delle scelte amministrative con il consiglio comunale – sia nei confronti della maggioranza, sia dell’opposizione – e soprattutto con i cittadini.
Castel Giorgio non si merita questa lezione di autoritarismo, ma una condivisione di idee, di progresso e democrazia in grado di elaborare progetti che sappiano veramente unire le sensibilità popolari e dare risposte concrete alle esigenze dei cittadini. Dopo due anni il sindaco Garbini ha dimostrato ampiamente di non avere nessuna intenzione di ascoltare la voce della popolazione arrivando a perdere anche la fiducia della sua maggioranza. Il cambiamento non si costruisce con pochi alleati e poche idee, ma ha bisogno di una squadra unita e di fiducia reciproca. Ormai Garbini può solo ammettere che il suo progetto di cambiamento è fallito e trarne le dovute conseguenze.
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