di Marco Marino
Ho ricevuto un numero notevole di commenti di sostegno morale per la vicenda che ferisce non solo me, ma l’intera cultura italiana e forse mondiale.
Ho ricevuto messaggi attraverso il sito, sul telefono, su face book, ho incontrato persone che mi hanno espresso solidarietà, ma non ho ricevuto nulla né dal sindaco né dagli stipendiati degli enti culturali cittadini, né dai presidenti di questi enti.
Ringrazio i giornalisti che hanno comunque pubblicato la notizia senza timori, dimostrando amore per la cultura e libertà di opinione.
Dissento solo su di un commento pubblicato da una sostenitrice che ha dichiarato che se avesse avuto il conto corrente presso la Cassa di Risparmio lo avrebbe tolto.
Non sono d’accordo perché presso quella banca lavorano tutte persone serie ed affidabili, che hanno famiglia e che non possono scontare le colpe della dirigenza, perché se una banca non lavora per prima cosa saltano i posti di lavoro, non certo gli stipendi dei direttori e dei presidenti.
Qualcuno non ricorda o non conosce il mio passato di sindacalista che non posso tradire di fronte a nulla, piuttosto mi sento di criticare gli stipendi del direttore generale e del presidente. Altro che quelli dei politici, come ad esempio quello del sindaco che non arriva ai duemila euro, con tutte le responsabilità che gravano su di lui e la sua giunta.
A volte mi chiedo se la proprietà della Cassa, che risiede a Bari, conosce cosa sta succedendo ad Orvieto, perché invece io so che la Popolare di Bari sostiene intensamente e con qualità la cultura e non solo quella barese.
A breve porterò a conoscenza dell’opinione pubblica un’altra iniziativa, per carità sempre legale, che questa Cassa di Risparmio ha preso nei confronti della mia famiglia.
Attendo solo un documento finale e poi sarà ancora più scandalo e vergogna se della vergogna si ha il senso!