L’ultima domenica del mese di febbraio, baciata dal sole solo dalla tarda mattinata, ha visto prender corpo ad Orvieto l’uscita di speleologia urbana prevista nel calendario delle attività della sezione di Terni del Club Alpino Italiano; l’attività è stata curata dal Gruppo Grotte Pipistrelli in collaborazione con il Parco Archeologico ed Ambientale dell’Orvietano e Speleotecnica, la società che gestisce Orvieto Underground. Il gruppo era composto da 46 soci provenienti dalla sottosezione di Orvieto e dalle sezioni di Terni, Perugia e Spoleto. Gli escursionisti hanno dapprima visitato il tunnel della Cascata dei Cappuccini, parte del complesso sistema di canalizzazioni funzionali all’acquedotto medievale, in loc. Molinella; lo spettacolare affaccio sulla sottostante valle del Campo della Fiera, sede del santuario federale degli Etruschi, è stato reso ancor più intrigante dalla nebbia che iniziava a diradarsi pigramente. La grotta dei Tronchi Fossili, con resti paleovegetali di 350.000 anni or sono, è stata seconda tappa che prevedeva poi la risalita da Palazzo Tiberio Crispo, dopo aver percorso un breve tratto dell’Anello della Rupe. La pausa pranzo è stata consumata presso il Parco delle Grotte, a fianco della cattedrale, dove è stato anche possibile effettuare una discesa in corda dal ciglio della rupe con il duplice scopo di controllare la stabilità del masso pozzolanico e di esercitarsi nelle tecniche speleo; la parete si presta bene, con i suoi 40 metri in verticale ad esperienze del genere. Nel pomeriggio l’escursione si è conclusa con la visita al cantiere di scavo presso via Ripa Medici nel quartiere medievale. Ai soci CAI sono stati illustrati i risultati degli scavi condotti in questi ultimi anni nella grotta 254 (numero attribuito durante il censimento effettuato dal locale gruppo speleologico negli anni ’80 del secolo scorso); gli scavi sono resi possibili dalla collaborazione fra PAAO, Saint Anselm College del New Hampshire e l’Arizona Study Abroad Program in Italy, che tiene corsi presso il Centro Studi Città di Orvieto. La cavità si caratterizza per la sua peculiare forma a tronco di piramide, una tipologia finora nota solamente nella città del tufo ricca di più di 1200 ipogei artificiali, e per l’elevata qualità e quantità dei reperti sin ora recuperati. In definitiva si è trattato di una giornata spesa alla ricerca di valenze ambientali e culturali di cui il territorio orvietano è estremamente ricco, in un clima di rilassata e fattiva collaborazione. Un’esperienza da ripetere per toccare con mano quanto ancora sia in grado di offrire una città come Orvieto: un grazie agli amici di Terni che l’hanno scelta come meta di una delle loro uscite.