Stefano Cimicchi, dopo le asperrime polemiche che si sono succedute nei giorni scorso, ha scritto al nostro giornale per trovare un pubblico a cui raccontare lo stato dell’arte sulle centrali a biomasse. E’ la sua posizione di imprenditore del settore, che certamente non va in giro a fare l’untore e che spera d’ intraprendere anche domani con la sua attvità legata alle energie rinnovabili. E’ un punto di vista importante per capire meglio e formarsi un’idea matura. Interessante, a tal propostito, anche il breve “pezzo” da Repubblica, in fondo all’articolo: Il Paese dei Nimby”.
Caro Dante,
come ben sai ne ho viste di tutti i colori in passato e ora ci mancava anche questa.
Io non conoscevo il Signore che ha avuto il dubbio se sfidarmi a duello, ecc… ecc… mi sono bastati tre incontri per capirne lo sfrenato narcisismo e la tendenza antidemocratica del demagogo tipica del politico mancato.
Sprecare mezzo articolo per giustificare a se stesso e al mondo intero perché non mi ha sferrato un pugno mentre veniva punto nell’orgoglio di tribuno di fronte alla folla inferocita (contro di me, chiaro!) invece di riflettere su quanto di sbagliato stava facendo completa il quadro insieme al folklore (di cattivo gusto e anche un poco agghiacciante sulla Sua spettacolosa mira e sui duelli rusticani).
A Orvieto dietro ai carmelitani c’è l’uscita della scala mobile e una strada, parcheggio, molto trafficata e poi io sono, adesso, più incline alla riflessione e al ragionamento che ai duelli.
Comunque quella parte del discorso finisce qui perché abbiamo deciso di presentare una denuncia e querela contro quel signore per diffamazione, calunnia e procurato allarme!
La cosa grave non è stata tanto l’affermazione in sé ma il contesto in cui è stata formulata.
Con tanta gente, per la maggior parte in perfetta buona fede(!), che è stata convinta di trovarsi di fronte a un inceneritore di rifiuti, una affermazione del genere (pronunciata con atteggiamento vanitoso e saccente, dopo l’intervento di un esperto vero!) ha avuto l’effetto di procurare danni incalcolabili da un punto di vista morale e ha innescato ulteriormente il processo alle intenzioni, visto che in quel contesto ero solo contro tutti ed è stato veramente antisportivo!!!
La vera sconfitta di tutti, ma dei cosiddetti “esperti” in particolare, è stata l’occasione mancata di tanta partecipazione per capire. Il puntare sui bassi istinti e sulla violenza verbale che oramai è il karma di ogni talk show quotidiano è esplosa in maniera terribile.
Mai un confronto serio e mai un contraddittorio, solo mistificazione dei fatti e demagogia antipolitica.
Poi la chicca è pure stata che una distinta signora abbia chiamato in causa il medio evo (non sapeva che nel frattempo era stato rivalutato) come esempio di oscurantismo…
Mi ha colpito la impreparazione tecnica di quelli del Comitato, bastava un confronto serio e qualche sopralluogo nella nostra stessa zona per capire di che cosa si stava parlando. Bastava fare il “bilancio ambientale” del canyon autostradale, abitativo e industriale di Fabro per capire che bisogna adottare la “reductio ad unum” delle sorgenti di produzione di calore e di fresco.
Volendo essere veramente “cattivi” è proprio la parte in cui il signore dal “grilletto facile” parla dei rischi ambientali di Fabro e dove, ancora una volta “subdolamente” insinua specificità epidemiologiche, che andrebbe presa alla lettera e trasformata in un progetto avanzato (per il quale ci sono i finanziamenti ai comuni nei prossimi POR) di teleriscaldamento e di teleraffrescamento. Chiudere decine e decine caldaie inquinanti e incontrollate e aprirne una che può essere monitorata costantemente e democraticamente tramite la rete web.
Questo sarebbe successo se ci fossimo trovati di fronte a degli educatori e non di fronte a dei “diseducatori” che dicono una cosa in privato e un’altra quando si trovano di fronte a un pubblico caricato a pallettoni.
Dove va la democrazia e lo stato di diritto con questo passo?
Che si fa a questo punto?
La questione ruota intorno a tre aspetti che non consiglio a nessuno di sottovalutare:
- Ti allego l’art. 12 dlgs 387/2003 che individua questi impianti come di “pubblica utilità, indifferibili e urgenti” e le relative autorizzazioni sono addirittura in variante al PRG (ove non esistono vincoli ambientali oppure archeologici) e possono andare anche in zona agricola, mentre noi li prevediamo in aree artigianali, attrezzate e autorizzate (per questo, tra l’altro non c’è bisogno di VIA). Il percorso di queste autorizzazioni non tocca minimamente il “livello politico” e ogni dichiarazione di questo livello si scontra contro una doverosa e necessaria “assunzione di responsabilità” che non può vedere in alcun modo esautorato il potere autorizzativo del tecnico comunale in base alla legge 241 del 1990 Capo II (Responsabile del Procedimento) art.6
- C’è un problema relativo alla libertà d’impresa sancita dalla Costituzione Italiana al pari di altri principi e che non può essere limitata come si sta facendo con minacce, calunnie e intimidazioni. Non è un problema di minacciare qualcuno, qui ci sono danni morali e materiali ingenti. Seguire acriticamente i “pifferai magici” nelle persone di qualche vecchia ciabatta dell’ambientalismo nostrano e qualche importato, porta a commettere reati anche gravi. Se qualcuno non ha dormito per una notte si deve sapere, con quello che ne consegue, che noi siamo un gruppo di diverse imprese artigianali e agricole, decine di lavoratori, finanziatori e creditori che da un mese non chiudiamo occhio!
- C’è, infine, una oggettiva questione di “ordine pubblico”. Io stesso ho sentito una signora a Fabro che diceva, costernata: “avevamo una unica cosa buona, l’aria! Non possono toglierci anche quella!!”
La situazione è veramente drammatica su questo versante. E’ come la campagna diffamatoria sui vaccini. Quanti anziani che non hanno voluto vaccinarsi sono morti a causa di una campagna tanto diseducativa quanto scorretta?
Questa è la vera responsabilità della Pubblica Amministrazione nel ripristinare lo stato reale delle cose.
Non cercate scorciatoie andando a trovare cavilli per bloccare le cose, avreste solamente lunghi e dolorosi iter giudiziari (Io ne so qualcosa che per la mancata variante urbanistica dell’isola ecologica di Orvieto; ho dovuto pagare ventimila euro circa oltre ad altrettanti soldi versati da Mazzi e Mocio), i danni si pagano eccome e i politici non possono scaricare questo sui tecnici.
Bisogna fare incontri seri tra esperti veri e non ciarlatani che senza titoli sproloquiano su tutto!
Ripeto, la gente è stata pesantemente spaventata e non si può discutere razionalmente quando c’è di mezzo la paura che porta a temere per la propria salute e per quella dei propri cari. Il sistema sanitario pubblico non può cavarsela mandando allo sbaraglio quelli dell’ARPA che hanno fatto egregiamente e, direi con cognizione di causa, coraggiosamente il proprio dovere. Anche i servizi d’igiene pubblica e l’Università (penso a oncologia in primis) devono essere mobilitati in modo serio e coerente per spiegare ai cittadini quali sono i veri rischi e la loro incidenza.
Carissimo Dante, Ti ringrazio per l’ospitalità e per la pazienza. Anche i mezzi di informazione svolgono un ruolo importante e a tale proposito ti allego pure un box di La Repubblica uscito domenica mattina. E’ curioso notare che tutti appaiono mossi da sani principi poi non c’è nessuno che si assume le proprie responsabilità. E’ una corsa a chi è più “struzzo”.
A presto.
Stefano Cimicchi, Direttore Commerciale e Portavoce Gruppo Macchia Alta
P.s. di seguito trovi le note tecniche sulla questione “filtri”, la 387/2003, e l’articoletto di La Repubblica.
Le proposte del Coordinamento Free
LETTURA COMMENTATA DEL DECRETO 29 dicembre 2003, n. 387
Decreto Legislativo 29 dicembre 2003, n. 387
“Attuazione della direttiva 2001/77/CE relativa alla promozione dell’energia elettrica prodotta da fonti energetiche rinnovabili nel mercato interno dell’elettricità”
pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 25 del 31 gennaio 2004 – Supplemento Ordinario n. 17
Art. 12.
Razionalizzazione e semplificazione delle procedure autorizzative
- Le opere per la realizzazione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili, nonche’ le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli stessi impianti, autorizzate ai sensi del comma 3, sono di pubblica utilità ed indifferibili ed urgenti.
- Restano ferme le procedure di competenza del Mistero dell’interno vigenti per le attività soggette ai controlli di prevenzione incendi.
- La costruzione e l’esercizio degli impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, gli interventi di modifica, potenziamento, rifacimento totale o parziale e riattivazione, come definiti dalla normativa vigente, nonche’ le opere connesse e le infrastrutture indispensabili alla costruzione e all’esercizio degli impianti stessi, sono soggetti ad una autorizzazione unica, rilasciata dalla regione o altro soggetto istituzionale delegato dalla regione, nel rispetto delle normative vigenti in materia di tutela dell’ambiente, di tutela del paesaggio e del patrimonio storico-artistico. A tal fine la Conferenza dei servizi e’ convocata dalla regione entro trenta giorni dal ricevimento della domanda di autorizzazione. Resta fermo il pagamento del diritto annuale di cui all’articolo 63, commi 3 e 4, del testo unico delle disposizioni legislative concernenti le imposte sulla produzione e sui consumi e relative sanzioni penali e amministrative, di cui al decreto legislativo 26 ottobre 1995, n. 504, e successive modificazioni.
- L’autorizzazione di cui al comma 3 e’ rilasciata a seguito di un procedimento unico, al quale partecipano tutte le Amministrazioni interessate, svolto nel rispetto dei principi di semplificazione e con le modalità stabilite dalla legge 7 agosto 1990, n. 241, e successive modificazioni e integrazioni. Il rilascio dell’autorizzazione costituisce titolo a costruire ed esercire l’impianto in conformità al progetto approvato e deve contenere, in ogni caso, l’obbligo alla rimessa in pristino dello stato dei luoghi a carico del soggetto esercente a seguito della dismissione dell’impianto. Il termine massimo per la conclusione del procedimento di cui al presente comma non può comunque essere superiore a centottanta giorni.
- All’installazione degli impianti di fonte rinnovabile di cui all’articolo 2, comma 2, lettere b)e c)per i quali non e’ previsto il rilascio di alcuna autorizzazione, non si applicano le procedure di cui ai commi 3 e 4.
- L’autorizzazione non può essere subordinata ne’ prevedere misure di compensazione a favore delle regioni e delle province.
- Gli impianti di produzione di energia elettrica, di cui all’articolo 2, comma 1, lettere b)e c), possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici. Nell’ubicazione si dovrà tenere conto delle disposizioni in materia di sostegno nel settore agricolo, con particolare riferimento alla valorizzazione delle tradizioni agroalimentari locali, alla tutela della biodiversità, così come del patrimonio culturale e del paesaggio rurale di cui alla legge 5 marzo 2001, n. 57, articoli 7 e 8, nonche’ del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228, articolo 14.
- Gli impianti di produzione di energia elettrica di potenza complessiva non superiore a 3 MW termici, sempre che ubicati all’interno di impianti di smaltimento rifiuti, alimentati da gas di discarica, gas residuati dai processi di depurazione e biogas, nel rispetto delle norme tecniche e prescrizioni specifiche adottate ai sensi dei commi 1, 2 e 3 dell’articolo 31 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, sono, ai sensi e per gli effetti dell’articolo 2, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 203, attività ad inquinamento atmosferico poco significativo ed il loro esercizio non richiede autorizzazione. E’ conseguentemente aggiornato l’elenco delle attività ad inquinamento atmosferico poco significativo di cui all’allegato I al decreto del Presidente della Repubblica 25 luglio 1991.
- Le disposizioni di cui ai precedenti commi si applicano anche in assenza della ripartizione di cui all’articolo 10, commi 1 e 2, nonche’ di quanto disposto al comma 10.
- In Conferenza unificata, su proposta del Ministro delle attività produttive, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del Ministro per i beni e le attività culturali, si approvano le linee guida per lo svolgimento del procedimento di cui al comma 3. Tali linee guida sono volte, in particolare, ad assicurare un corretto inserimento degli impianti, con specifico riguardo agli impianti eolici, nel paesaggio. In attuazione di tali linee guida, le regioni possono procedere alla indicazione di aree e siti non idonei alla installazione di specifiche tipologie di impianti.
Per rispettare i limiti imposti per la taglia corrispondente dal Testo Unico Ambientale (D.lgs 152/2006 e s.m.i.) l’impianto non necessita di filtri a maniche ne SNCR ma visto che vogliamo accedere al premio emissioni per il quale i limiti sono più restrittivi (vedi D.M. 06/07/2012) verrà montato un filtro a maniche e l’impianto sara’ predisposto per l’installazione di un sistema di abbattimento NOx di tipo SNCR.
Vedi relazione tecnica pag.15
LINEA DI TRATTAMENTO FUMI
Vedi relazione tecnica pag.17 CARATTERISTICHE DELLE EMISSIONI IN ATMOSFERA