di Pierfederico Tedeschini
Nel girare per le troppo spesso tristi vie di Orvieto, la più ricorrente frase che riempie le stesse vie è : ‘’che schifo Orvieto’’. La cosa sorprendente è che a dirlo sono gli orvietani stessi. Altrettanto sorprendente poi , è ritrovarsi nelle festività, a salutare amici che hanno spostato la loro vita lontano dalla rupe e con cui si possono scambiare osservazioni troppo volte semplici riguardo il mal funzionamento della nostra cittadina. Intanto l’orvietano, senza limiti o vergogna, commenta pubblicamente la presenza di questi con altre frasi tipo’’ Il su babbo c’ha un sacco de sordi e è annato a vive all’estero’’. Quello che non si considera, essendo Orvieto un esempio lampante di paesino di provincia italiano, è che se Fiat la facevano e la fanno gli operai, Orvieto la fanno gli orvietani. Le invidie e le male lingue saranno sempre carattere di un paesino di provincia, però forse è arrivato anche il momento di capire che si può pretendere quel che si vuole dalla propria città. Se un imprenditore dà lavoro a decine di persone ed in più finanzia eventi importanti, non ci si può fermare a parlar male di lui e dei suoi famigliari, bisognerà anche prendere atto che tenga alla propria città . Per me è stupendo trovarsi a camminare in centro accanto a personaggi di spicco del panorama internazionale, e poi sentirsi dire sfacciatamente: ‘’Quello te viene a trova perché c’hai avuto l’incidente’’. Un mio amico professore a Cambridge, altrettanto sfacciatamente, guardando il barista, gli disse :‘’i grandi manager non hanno tempo né di amare né di provare pena per qualcuno’’. Io scoppiai a ridere , ormai certo che in questo paese dovrò vivere con il nome di colui che è stato male e ha vissuto i suoi brutti periodi. Quello che mi viene da dire agli orvietani è solamente di capire che la città la fanno i cittadini . Esistono in Toscana paesi più piccoli di Orvieto e dalla ricchezza pro-capite impressionante, abitati da cittadini che credono in loro e nel loro nome. I vizi di forma riguardo la lontananza mentale dal concetto di impresa e imprenditore, di ricchezza e di successo, rimarranno per sempre nella rupe, però almeno crediamo in questa e nella terra che viviamo.