di Pier Giorgio Oliveti, ANPI Orvieto
E’ tempo di ricordare, con pacatezza, grande attenzione, desiderio di sapere: pochi giorni fa abbiamo celebrato il Giorno della memoria della Liberazione di Auschwitz avvenuto il 27 Gennaio 1945, oggi si celebra la Giornata delle Memoria per tutti gli “infoibati”, orrendo logismo che ci parla delle foibe, di per sé innocue forme di erosione superficiale della terra, buchi e forre scavati dall’acqua spesso a forma di imbuti rovesciati nel solubile substrato calcareo…Queste caverne naturali sono come sappiamo inscindibilmente legate al sacrificio di un intero popolo, quello Giuliano-Istriano-Dalmata, che al termine della Seconda Guerra Mondiale pagò più di altri gli esiti di una dittatura e di una guerra offensiva dalla parte sbagliata…Le foibe furono strumento di terrore, orrore e morte per migliaia di concittadini che vennero ingiustamente sacrificati per “favorire” la pulizia etnica che poi sarà una delle aratteristiche del Novecento, fino alla fine.
L’Italia perse la guerra e un’intera regione al confine orientale con l’Istria, la Dalmazia, Fiume e il Quarnero. 350 mila abitanti terrorizzati e oppressi furono costretti ad abbandonare le loro case da un giorno all’altro, spesso con le chiavi sulla porta … e finirono esuli nelle altre regioni italiane. Una storia tragica e dolorosa, subito “rimossa” e sottaciuta anche nei libri di storia che oggi è giustamente ricordata. Talvolta non si seppe capire, era più comodo dimenticare. Oggi se vogliamo avere un futuro dobbiamo per forza di cose confrontarci col nostro passato presente e lontano, dobbiamo essere protagonisti del nostro tempo dando il giusto valore a parole e concetti come “libertà”, “democrazia”, “partecipazione”: senza di questo – la Storia insegna – il rischio è che a settant’anni di pace e di prosperità relativa seguano momenti più difficili che dobbiamo impegnarci tutti a scongiurare. La globalizzazione delle idee e i nuovi formidabili mezzi di comunicazione ci danno strumenti mai visti per fare per il meglio e per il bene comune. Non usiamoli per il male comune, non replichiamo i “non luoghi” con i “non concetti”, la non democrazia, la non libertà…il vuoto della civiltà. La morte civile può e deve essere debellata ogni giorno per evitare ogni foiba presente e futura.=