ORVIETO – Sala Consiliare del Comune di Orvieto gremita di pubblico e di soggetti portatori di interesse,giovedì pomeriggio per lo svolgimento della prima Assemblea di Fiume finalizzata alla costituzione del Comitato previsto dal nuovo strumento “Contratto di Fiume” per il sub bacino del Paglia/Chiani e il basso Tevere umbro, iniziativa promossa di concerto con la Regione Umbria nell’ambito dell’attivazione del Contratto di Fiume per il Paglia, con l’obiettivo di coinvolgere in modo ampio e diffuso la comunità locale (presente anche il Sindaco di Magliano Sabina, presidente del Contratto di Fiume della Tuscia).
A tale proposito è stato curato un questionario distribuito ai partecipanti in forma cartacea e che è disponibile anche sul sito istituzionale del Comune http://www.comune.orvieto.tr.it/pdf/pattodifiume/QUESTIONARIO_%20Paglia.pdf le cui risultanze saranno elaborate dalla segreteria del Contratto di Fiume, per poi essere sintetizzate in un documento finale che verrà anch’esso inserito sul sito.
I lavori sono stati aperti dal Sindaco di Orvieto, Giuseppe Germani il quale ha riassunto l’iter preparatorio della prima Assemblea di Fiume che, in queste settimane, ha visto lo svolgimento di vari incontri con i Sindaci e tecnici dei Comuni interessati, della Provincia e della Regione, nonché con le associazioni, comprese quelle del mondo agricolo e Confindustria. Richiamando la necessità della massima concretezza, il Sindaco si è soffermato sulla grande attenzione che deve essere riservata al Parco Urbano del Paglia e all’esigenza di dare soluzioni per la salvaguardia del patrimonio privato dei proprietari confinanti con il fiume.
Il Sindaco di Fabro, Maurizio Terzino ha parlato invece della necessità di interventi di mitigazione del rischio idraulico per la salvaguardia del territorio mediante il coinvolgimento delle Istituzioni ma soprattutto delle popolazioni, partendo proprio dal basso per costruire una nuova consapevolezza e una nuova responsabilità condivisa nell’utilizzo del territorio.
Di analogo avviso il Sindaco di Allerona, Sauro Basili che ha riconosciuto la validità del Contratto di Fiume come punto di riferimento per quanti hanno competenze ai vari livelli del governo del territorio. Basili ha puntualizzato le varie esigenze di intervento manutentivo lungo il fiume Paglia a tutela sia del fiume che del territorio di pregio che lo circonda (ad esempio le aree di Rimarcale e del Parco del Monte Rumeno); si è poi soffermato sulla necessità della mappatura sentieristica, sull’analisi di fattibilità degli interventi da improntare nell’ottica della qualità ambientale e paesaggistica, agricola e sociale, secondo una strategia urbanistica organica che tenga conto di tutte le aree interessate. Auspicando idee da trasformare in un progetto credibile, ha infine sollecitato azioni tese alla tutela e valorizzazione del patrimonio idrico del territorio attraverso occasioni didattico-educative che vedano coinvolte le scuole, a partire dal Laboratorio Ambiente dell’Istituto Compresivo di Allerona.
L’Arch. Massimo Bastiani (Tavolo nazionale dei Contratti di Fiume) ha spiegato cosa sono i contratti di fiume: il panorama nazionale e le prospettive. “I contratti di fiume – ha detto – concorrono alla definizione e all’attuazione degli strumenti di pianificazione di distretto a scala di bacino e sotto-bacino idrografico, quali strumenti volontari di programmazione strategica e negoziata che perseguono la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali, unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale di tali aree. Inoltre, i Contratti di Fiume sono strumenti che possono fattivamente contribuire a sperimentare un nuovo sistema di governance per uno sviluppo sostenibile, che passa inevitabilmente attraverso un approccio integrato tra politiche di sviluppo e di tutela ambientale. Un emendamento al Testo Unico Ambientale, Approvato il 13 novembre 2014 dalla Camera dei Deputati e Trasmesso al Senato (approvazione prevista fine febbraio), prevede al Capo VIII – un articolo (n 43) dedicato ai Contratti di Fiume. Nel 2014 La Regione Umbria ha aderito alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume dando avvio all’introduzione di questo strumento assieme ai Contratti di Paesaggio, a scala Regionale”.
Ha quindi sintetizzato le fasi principali del CdF che sono: il Documento d’indirizzo (Manifesto del Contratto di Fiume); la predisposizione di un Documento d’indirizzo; l’Analisi conoscitiva preliminare integrata; lo Scenario strategico di medio/lungo termine; il Programma d’Azione con un orizzonte temporale ben definito e limitato e l’Attivazione, realizzazione e monitoraggio delle azioni.
“Il manifesto di adesione al Contratto di Fiume del Paglia – ha detto – è frutto di una serie di incontri di partecipazione pubblica promossi da Enti Territoriali e Locali nell’ultimo anno (a seguito dell’alluvione del Novembre 2012 – oltre 6 milioni di euro di danni subiti solo dal territorio orvietano) che hanno affrontato le problematiche del bacino fluviale, favorendo il dibattito pubblico ed il coinvolgimento di una pluralità di soggetti pubblici e privati, anche a livello interregionale, con la finalità di attivare strategie e politiche condivise di prevenzione del rischio, pianificazione e programmazione strategica integrata anche inserendo il percorso di Contratto di Fiume con le strategie interregionali per le Aree Interne.
Il Contratto di Fiume del Paglia si attiva attraverso la realizzazione di un processo concertativo che coinvolga tutti i settori interessati alla gestione del fiume e del territorio fluviale per raggiungere obiettivi di coesione e sviluppo sostenibile, a partire dalla gestione della risorsa idrica, fino alla firma del Contratto di Fiume ed all’attivazione di interventi e progetti di miglioramento e valorizzazione del territorio fluviale. A fine febbraio dovrebbe essere promulgato il cosiddetto ‘collegato ambientale’ che all’art. 43 contempla i Contratti di Fiume e da, quindi, maggiore consistenza e legittimazione al procedimento intrapreso. Vi è poi la definizione, che si sta licenziando in Commissione al Ministero Ambiente, dei criteri sull’art. 7 ovvero sulla quota minima del 20% concessa agli interventi sul rischio idrogeologico con una classificazione di interventi che integrano fra loro qualità dell’acqua, sicurezza e natura”.
La parola è passata a Giorgio Cesari (Segretario dell’Autorità di Bacino del Fiume Tevere) che, richiamando l’esigenza di essere costruttivi, ha relazionato sui Piani di Gestione qualità delle acque e del rischio: obiettivi e finalità. “L’aspetto fondamentale – ha detto tra l’altro – è il dialogo sempre costante tra agricoltura e ambiente. Altrettanto fondamentale è l’individuazione delle risorse pubbliche e private. Su questo aspetto si possono immaginare anche soluzioni nuove come ad esempio, quella che la Regione dedichi una percentuale delle economie di gara ai Contratti di Fiume per il presidio del territorio; oppure, la possibilità di attivare le collaborazioni con i privati o le associazioni di volontariato che è un’altra forma di contribuzione che si sta sviluppando attraverso ‘Italia Sicura’ specie per i piccoli borghi storici. E ancora, migliorare l’efficacia dei Comuni con iniziative come lo ‘sportello del Paglia’ attraverso cui il comune da vita ad un confronto di omogeneità delle pianificazioni locali”.
Mario Clerici (Responsabile Contratti di Fiume della Regione Lombardia) ha presentato invece i risultati dell’esperienza in atto da tempo con i Contratti di Fiume nella Regione Lombardia (dove nel 2016 si terrà uno specifico convegno nazionale), argomento utile per comprendere meglio come agire accrescendo la progettualità locale.
Clerici ha parlato del metodo che è stato seguito attraverso la messa in discussione del vecchio approccio settoriale e della incomunicabilità dei sistemi che insistono su un bacino fluviale come il Po. “Sono stati messi insieme – ha detto – i vari settori e le tematiche degli ambiti fluviali alla scala di bacino e sottobacino, mettendo attorno ad un tavolo i vari attori che esercitano competenze. Da qui è nata l’idea del ‘Contratto di Fiume’. Oggi la Lombardia ha 3 contratti di fiume che interessano 7 province e 267 amministrazioni comunali coinvolte che sono punto di riferimento per un’area molto estesa. Gli Accordi quadro di sviluppo sono articolati in obiettivi e risorse da ottenere anche attraverso il partenariato per il finanziamento di progetti proposti dal territorio. Nel concreto, il Contratto di Fiume produce interventi strutturali e culturali nel senso che la comunità diventa partecipe rispetto all’uso del territorio e delle acque. I Contratti di Fiume, dunque, possono portare un contribuito alla pianificazione di distretto adeguata alle esigenze del territorio. Il Contratto do Fiume dunque, si inserisce in un dialogo continuo, attraverso un piano più evoluto facendolo diventare un progetto vero e proprio”.
La situazione morfodinamica del fiume Paglia come contesto di riferimento, è stato il tema trattato dal Prof. Corrado Cencetti (Università di Perugia, Dipartimento di Fisica e Geologia) che ha riferito e mostrato con l’ausilio di slides, i risultati dello studio prodotto insieme a Paolo Tacconi e altri sulle attuali tendenze evolutive del corso d’acqua del fiume Paglia “un fiume – ha detto – attualmente in forte disequilibrio sia nella parte alta, che in quella media e nella parte bassa del corso d’acqua. Il fiume presenta un forte deficit sedimentario dell’alveo con tendenza all’erosione e ulteriore approfondimento dell’alveo stesso. Il fiume mostra una situazione complessa con una forte mobilità planimetrica compromessa da una rilevante asportazione, nel corso degli anni, di sedimenti grossolani legata alla realizzazione di importanti opere infrastrutturali come l’Autostrada e l’Alta Velocità ferroviaria. Nel tempo, per effetto del boom economico e degli interventi antropici, è cambiata la larghezza media del Paglia che oggi è un fiume in sofferenza”.
Della prevenzione, ma anche dell’esigenza di rendere omogenei gli studi idraulici, ovvero della compatibilità degli interventi sul territorio ha poi parlato Marco Spinazza (Provincia di Terni), che ha anche spiegato il ruolo della Provincia di Terni all’interno del contratto di fiume, in relazione alla fase transitoria delle competenze dalla Provincia verso la Regione in vista della trasformazione in ente strumentale d’area vasta.
A conclusione dell’Assemblea di Fiume, l’Assessore all’Ambiente della Regione Umbria, Silvano Rometti ha osservato: “il forte protagonismo del territorio orvietano è un esempio di grande volontà nel portare avanti il progetto del Contratto di Fiume. Uno strumento utile perché, laddove utilizzato, ha dimostrato di raggiungere obiettivi altrimenti più complessi da realizzare (e di questo ne abbiamo vari esempi anche nella nostra regione). E’ uno strumento a cui va data massima concretezza, pertanto una volta compreso il quadro delle azioni da attuare, va definita la scaletta degli interventi. Una forte spinta al Contratto di Fiume l’ha data obiettivamente l’alluvione del 2012, quindi oggi possiamo riconoscere che viene messa a valore una esperienza, seppure brutta”.
“Il Contratto di Fiume – ha aggiunto – è importante perché serve anche ad adottare la pianificazione regionale evitando lungaggini. Quindi è importante che i cittadini conoscano bene questo strumento e ne apprezzino l’utilità. Il tema forte che è emerso anche da questa prima Assemblea di Fiume è la difesa idraulica. Abbiamo risorse da utilizzare, utilizziamole bene. C’è la possibilità del programma pluriennale nazionale di difesa idraulica predisposto dal Governo per 15 miliardi di euro, per l’Umbria sono quantificati 360 milioni di euro, di cui 7 milioni per i prossimi anni. Il fabbisogno per il territorio Orvietano è di almeno 30 milioni di euro”.
“Contratto di Fiume e Aree Interne sono due strumenti che vanno utilizzati al meglio – ha concluso Rometti – da questo punto di vista Orvieto è la prima programmazione che prende avvio. In aggiunta vi sono gli ex fondi FAS (anche se è da chiarire la completa autonomia delle Regioni su queste risorse) quindi nei prossimi anni c’è un mix di possibilità di finanziamento a cui si lega la programmazione comunitaria che parte adesso, per far fare dei passi avanti alla sicurezza, alla riqualificazione ambientale e paesaggistica del territorio”.
Sono seguiti gli interventi programmati relativi alle dichiarazioni ed adesioni al processo di Contratto di Fiume del Paglia. Successivamente l’Arch. Rocco Olivadese (Tavolo Tecnico Contratti di Fiume Comune di Orvieto) ha parlato dell’architettura funzionale del Contratto di Fiume riassumendo i passaggi che hanno portato alla formalizzazione di questo strumento, ovvero: la partecipazione del Comune di Orvieto al convegno del IX Tavolo Nazionale Contratti di Fiume di Venezia, la sottoscrizione del Manifesto di Intenti che ha dato avvio all’attività del Comitato Promotore funzionale all’attivazione del processo partecipativo per la sottoscrizione del Contratto di Fiume vero e proprio alla formazione della Cabina di Regia e dell’Assemblea di Fiume.
Al termine il Sindaco, Giuseppe Germani ha affermato che “con la costituzione del Comitato di Fiume e con la prima Assemblea di Fiume si entra adesso nella fase operativa che prevede incontri specifici su vari temi e progetti per arrivare entro il prossimo mese di aprile ad un quadro generale delle linee di indirizzo. Con il Contratto di Fiume i Sindaci interessati dal bacino idrografico del Paglia/Chiani sono parte integrante della Cabina di Regia”. “L’Assemblea di Fiume – ha concluso – si riunirà con cadenza quindicinale e possibilmente sarà itinerante sul territorio di riferimento”.