ORVIETO – Dove vanno i soldi dell’aggio ambientale? Il sindaco apre una verifica su sollecitazione di una mozione di Andrea Sacripanti (FdI). Che è stata comunque respinta.
Il consigliere d’opposizione ha fatto presente la norma regionale per cui “ciò che il Comune riceve in termini di aggio ambientale” debbe “restituirlo ai cittadini, pena la illegittimità delle cartelle Tari che arrivano. Le utenze che abbiamo pagato – ha specificato Sacripanti – sono tutte illegittime per il 3% perché non rispettano la legge regionale. Il Comune di Orvieto – ha insistito il consigliere – vuole rispettare la legge regionale o no? Se la precedente amministrazione era inadempiente, il sindaco attuale, che per cinque anni è stato capogruppo, è stato parimente inadempiente. I cittadini devono sapere che dovrebbero beneficiare di un aggio che non riceveranno e che, in aggiunta, pagano altri 7 euro. Il sindaco dica chiaramente che l’amministrazione non rispetterà la legge e spero anche che i cittadini abbiamo modo di alzare la voce sulla illegittimità delle bollette”.
La mozione è stata respinta, anche se se ne tornerà a parlare nell’ambito della discussione sul bilancio. “Tutto da prendere subito in considerazione – ha detto tra l’altro il sindaco – se fossimo stati un Comune normale, ma siamo sotto regime di pre-dissesto, quindi oltre al bilancio normale dobbiamo trovare un altro milione di euro. Prima purtroppo dobbiamo sistemare il debito pregresso trovare i fondi necessari per il piano di riequilibrio e poi viene il resto”. In ogni caso Germani si è impegnato “a verificare nei prossimi giorni se, nelle annualità precedenti, siano stati commessi atti illegittimi in questo Comune, a qualsiasi titolo e da qualsiasi persona; se le somme date come aggio ambientale al Comune di Orvieto vanno utilizzate come agevolazioni tariffarie favore degli utenti – ha detto – verificherò se abbiamo utilizzato questi fondi in modo corretto o meno. Faremo tutti gli atti previsti dalla normativa regionale e nazionale fermo restando che con il supporto della Corte dei Conti, capiremo se siamo dentro le regole o no”.