Il Consiglio Comunale ha approvato (10 favorevoli: Germani, Pettinacci, Taddei, Timperi, Mescolini, Talanti, Vergaglia, Sacripanti, Tardani, Concina; 3 contrari: Rosati, Di Bartolomeo, Cotigni) l’ordine del giorno presentato dalla Cons. Lucia Vergaglia (capogruppo M5S) che impegna il Consiglio Comunale a deliberare affinché “il Comune si doti di specifiche reti sociali gratuite quali un account Twitter ed una pagina sociale Facebook per l’interazione con la cittadinanza ed un canale Youtube per la condivisione udio video, la diretta video e la registrazione online visualizzabile anche dai suddetti terminali mobili. Che le sedute di Consiglio siano trasmesse in diretta streaming audio video sui citati canali sociali pubblici come, youtube.com con ‘licenza’ CC:A-NC (Creative Commons: Attribuzione – Non Commerciale), che i collegamenti alle registrazioni restino a disposizione della cittadinanza sul sito ufficiale del Comune e che sia dato risalto e pubblicità sulle suddette reti sociali all’avvio delle dirette streaming”. Il documento raccomanda inoltre che “lo streaming video sia gestito internamente dal Comune od in convenzione con accordi che permettano la miglior fruizione ed efficacia, coinvolgendo ove possibile le numerose professionalità ed aziende di tecnologia del territorio”.
La Consigliera Vergaglia ha argomentato la proposta affermando che “la trasparenza è intesa come accessibilità totale delle informazioni concernenti l’organizzazione e l’attività delle pubbliche amministrazioni, allo scopo di favorire forme diffuse di controllo sul perseguimento delle funzioni istituzionali e sull’utilizzo delle risorse pubbliche. L’attuale stato dell’arte e della tecnica permette a costi contenuti e con strumenti e servizi facilmente reperibili sia la diffusione delle informazioni delle pubbliche amministrazioni che l’interazione con queste ultime attraverso le cosiddette reti sociali. Il Comune di Orvieto attende la consegna del nuovo sito internet che rispetti tutti i requisiti della normativa, ed in particolare i 66 parametri del DGLS 33/2013 definiti ‘Bussola della Trasparenza’. La rapida innovazione tecnologica ha anche elevato il livello d’attesa qualitativa della cittadinanza orientando questa utenza vero l’accesso via rete internet alla pubblica amministrazione utilizzando terminali mobili (smartphone o tablet) e relative apps piuttosto che personal computers”.
“La forza politica a cui appartengo – ha aggiunto – intende sottoporre all’attenzione dell’amministrazione comunale la necessità di permettere la pubblica visione delle attività del consiglio, in primis le adunanze e successivamente anche le sedute di commissione ove non vigano impedimenti di legge nonché favorire la diffusione di queste informazioni attraverso la rete internet, le reti sociali (Facebook e Twitter) e l’interazione con la pubblica amministrazione locale. La Regione Umbria, attraverso il suo assessorato ai beni immateriali, lo Stato italiano con i vari programmi afferenti all’Agenda Digitale e l’Unione Europea attraverso il programma di sviluppo 2014/2020 noto come Horizon 2020 raccomandano, promuovono e stimolano tutte le iniziative volte alle Smart Cities delle quali la capacità dell’amministrazione locale di stare in rete in maniera proattiva è sicuramente prerequisito essenziale”.
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Sintesi del dibattito
La Cons. Roberta Cotigni (Per andare avanti) premettendo di aver studiato la mozione con il proprio capogruppo Cons. Alessandro Vignoli ha affermato: “Siamo tutti consapevoli che uno dei principi a cui si deve ispirare l’attività amministrativa oggi, sia quello della trasparenza. Questo principio trova la sua ragione di essere in primis nell’art. 97 della Costituzione, ed ha la sua rilevanza in particolare nei cosiddetti “Rapporti politici” disciplinati dal titolo IV della Costituzione medesima ed in particolare nell’assunto di cui all’art. 54 della Costituzione in forza del quale ‘i cittadini a cui sono affidate le funzioni pubbliche hanno il dovere di esercitarla con disciplina ed onore, con la conseguenza che ogni limitazione del diritto di informazione, strumentale da partecipazione, potrebbe costituire una grave violazione del dovere di disciplina’. Siamo anche consapevoli che ai sensi del Decreto Legislativo 18 agosto 2000 n. 267, le sedute del Consiglio e delle Commissioni sono pubbliche, salvo i casi previsti dal regolamento.
Alla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle, dunque, va data e garantita la massima attenzione. L’argomento è stato già affrontato dalla giurisprudenza dei Tribunali Amministrativi Regionali. In particolare va esposta a questa assise la pronuncia del TAR del Veneto, particolarmente articolata nell’esposizione delle premesse (sentenza 826/2010). Il caso è quello nato dall’impugnazione da parte di una lista civica contro un provvedimento del Sindaco di Strà (provincia di Venezia), che esprimeva il proprio diniego alla richiesta di registrazione audiovisiva delle sedute pubbliche del Consiglio Comunale. Il TAR ha rigettato il ricorso sulla base del seguente assunto: è vero che deve essere rispettato il principio della pubblicità delle sedute del Consiglio e delle Commissioni, tutto ciò però va fatto nell’ambito di un apposito regolamento da adottarsi con delibera di Consiglio.
Perché questo? Perché vi sono altri interessi in gioco cui tener conto, interessi e diritti che vanno salvaguardati e che anche oggi non possono che condurci ad esprimere parere negativo sulla mozione presentata dal Movimento 5 Stelle e che suggeriscono un approfondimento della materia e la sua destinazione alla sede regolamentare. Stiamo parlando delle implicazioni relative al trattamento dei dati personali, approvato con Decreto legislativo 30/06/2006 n. 193.
La ripresa televisiva delle sedute del Consiglio Comunale, soprattutto se prevede le dirette, si configura sicuramente come occasione di trattamento di dati personali, ossia quale operazione che concerne la raccolta, la registrazione, l’organizzazione, la conservazione, la consultazione, l’elaborazione, la modificazione, la selezione, l’estrazione, il raffronto e l’utilizzo di informazioni relative a persone fisiche, persone giuridiche, enti od associazioni identificati o identificabili.
Indubbiamente, in una situazione come quella descritta, devono essere operanti le garanzie di cui all’art. 7 del Decreto legislativo 196/2003, che in defettibilmente presuppongono la certezza in ordine all’individuazione del titolare o del responsabile del trattamento, previa idonea informativa ai sensi dell’art. 13 dello stesso decreto. Quindi decisioni che riguardino la pubblicità delle sedute consiliari e di commissione non possono conseguire a superficiali deliberazioni o ad estemporanei assensi emanati dal Presidente del Consiglio Comunale o del Sindaco, ma necessitano di essere disciplinati da un’apposita fonte regolamentare di competenza consiliare.
Questo è ciò che si evince da un parere reso dal Garante per la protezione dei dati personali del 202, e dalle successive note esplicative del 2008, in cui si afferma che questa fonte normativa po’ costituire la sede idonea a disciplinare modalità e limiti di pubblicità delle sedute, comprese eventuali riprese televisive.
Venendo al caso specifico, nel nostro Comune, viene quindi evidenziata da questo gruppo consiliare di maggioranza, l’esigenza che venga adottato un regolamento ad hoc che disciplini modalità, limiti ed informativa delle sedute. Anzi stiamo già lavorando per la predisposizione di una bozza da sottoporre all’approvazione di questo Consiglio. La gestione potrà, molto probabilmente, essere effettuata in house, con le apparecchiature di cui il Comune dispone, avendo preventivamente effettuato i necessari controlli ed essendoci assicurati che il CED abbia le competenze e le possibilità necessarie per poterlo fare”.
Cons. Andrea Sacripanti (Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale): “non dobbiamo mai dimenticarci che qui non siamo in un’aula di tribunale. Il Consiglio Comunale è chiamato a dare degli atti di indirizzo. La fase regolamentare è altra cosa ovvero lo strumento per dare corso all’atto di indirizzo. La finalità che ci possiamo dare è quella di dare ai cittadini la possibilità di seguire in streaming i lavori consiliari e delle commissioni. Ciò simboleggia la volontà di questa consiliatura di avvicinarsi ai nostri concittadini. Questa iniziativa quindi non appare insolita. Favorevole”.
Cons. Tiziano Rosati (SEL): “va bene la proposta di Vergaglia e la votazione della minoranza per una cosa che è sicuramente buona, però non è tutto buono perché non credo che ci sia bisogno di divulgare e pubblicizzare quello che avviene nelle commissioni togliendo il ruolo alla politica. Contrario”.
Cons. Roberta Tardani (Forza Italia): “stiamo facendo di una questione naturale come la pubblicizzazione dell’attività amministrativa un affare di stato. Trovo la proposta interessante. Voto favorevole e auspico che anche le commissioni siano seguite dai cittadini”.
Cons. Paolo Maurizio Talanti (PD): “la mozione parla dello sbarco sui social network dell’Amministrazione Comunale, tema sui cui siamo fortemente in ritardo. Importante anche la parte sullo streaming. Se il regolamento è necessario e urgente, come presidente della 2^ commissione sollecito la Consigliera Vergaglia di rendersi protagonista di questo processo. Voto favorevole”.
Cons. Angelo Pettinaci (PD) – Presidente Consiglio Comunale: “come presidente sono favorevole allo streaming perché il principio della trasparenza è una cosa che ci è propria, tuttavia è necessario darci un regolamento ad hoc”.
Replica Cons. Vergaglia: “dal dibattito colgo spunti incoraggianti ed un approccio operativo soddisfacente. Chi parla di ‘eccessi di trasparenza’ invece è più preoccupante in quanto non si sono forse superati certo schemi di una sinistra antica. Voglio dare la sponda per poter attuare queste linee programmatiche. Appare, invece, capzioso e pesante l’intervento della consigliera Cotigni. La fonte normativa c’è già e va applicata, se viene applicata bene o male quello sarò motivo di contestazione. Non mi è piaciuta l’impostazione del vostro intervento che trovo poco convincente, specie nella parte relativa alla privacy dal momento che noi consiglieri comunali siamo tutti soggetti pubblici”.
Di Bartolomeo: “siamo d’accordo ad istituire delle regole per fare lo streaming. Voto contrario rimandando al regolamento”.
Rosati: “ribadisco il voto contrario. Mi limito a dire che l’eccessiva esposizione mediatica porta talvolta taluni soggetti ad utilizzare determinati strumenti più che per la trasparenza per una visibilità soggettiva”.
(Fonte ufficio stampa del Comune di Orvieto)








