Non so quanto sia legittima la tesi della deliberazione del Consiglio comunale del 2011, quella che il TAR ha bocciato e per cui il terzo calanco è in area boschiva. È una questione tecnica controversa e lo deciderà in ultima istanza il Consiglio di Stato.
Nessuno vuole il terzo calanco, almeno a parole, ma sulla vicenda per riaffermare la giustezza di quella deliberazione non è intervento alcun esponente della vecchia maggioranza, soltanto Còncina ha continuato a sostenere coerentemente la sua scelta.
I silenzi spesso valgono più delle parole.
La nota di Germani, che segue, tenta di fare chiarezza sulla cronologia delle vicende che riguardano il terzo calanco e risponde alla nota maligna che spesso accompagna o precede qualsiasi argomentazione e che suggerisce chissà cosa ci sia dietro, secondo il vecchio adagio “Corpo male usato quello che fa gli viene pensato”. Le domande qualificano chi le fa.
Alla votazione della deliberazione non parteciparono Germani, che uscì dall’aula, Belcapo e Ranchino. Il sindaco, chiamato in causa questi giorni, spiega perché uscì dall’aula: ha un fratello professionista e sarebbe potuto incappare in qualche incompatibilità, data l’articolazione complessa della deliberazione, che potrete trovare qui. (D.F.)
Comunicazione del sindaco di Orvieto diffusa dall’ufficio stampa del Comune.
In merito ai vari interventi che in questi giorni si susseguono sulla stampa locale da parte di osservatori politici a commento della recente sentenza del TAR Umbria relativa all’ipotizzato “terzo calanco” della discarica “Le Crete”, il sindaco Giuseppe Germani, sulla scorta dei documenti ed indicazioni fornite dagli uffici comunali, riassume in ordine cronologico i principali passaggi ed atti ufficiali:
– Nel dicembre 2004, il Comune di Orvieto approvò la variante al PRG.S per l’adeguamento al PTCP (piano territoriale di coordinamento provinciale) della Provincia di Terni.
– A marzo del 2008, la Regione Umbria comunicò che ‘dalla sovrapposizione delle aree boscate previste dallo strumento urbanistico vigente e l’orto foto 2005′, si rilevavano delle incongruenze.
– Ad aprile e novembre 2010, venne adottata e poi approvata la variante parziale al PRG.O per differire l’attuazione di alcune zone ‘C’ di espansione e per la prescrizione di alcune verifiche da effettuare preventivamente alla trasformazione delle aree.
– Le NTA.O (norme tecniche di attuazione parte operativa) prevedevano che entro un anno dalla data di adozione della variante dovevano essere approvate le nuove perimetrazioni delle aree boscate.
– Affidato l’incarico ad un professionista esterno, a giugno 2011, venne adottata la variante parziale al PRG con l’individuazione delle nuove aree.
– Variante successivamente pubblicata per ventitré giorni, durante i quali chiunque ha potuto presentare le proprie osservazioni (al Comune pervennero 10 osservazioni e 1 breve replica).
– In particolare, vennero parzialmente accolte le osservazioni presentate da due associazioni, che chiedevano espressamente ‘appropriati approfondimenti’ in merito alla sussistenza o meno di elementi vegetazionali tali da poter costituire ‘area boscata’ ai sensi e per gli effetti della L.R. n. 27/2000 e della L.R. 28/2001 nella ‘zona F2a in corrispondenza del ‘terzo calanco’ in località Le Crete’, e di verificare la presenza del bosco nella zona F2a (Servizi Generali e impianti tecnologici territoriali) di PRG, nell’area delle Crete.
– Tenuto conto che il ‘Testo unico regionale per le foreste’ recita: ‘ai fini della presente legge sono definiti enti competenti per territorio le Comunità montane ed i Comuni non ricadenti in alcuna comunità montana’, nel settembre 2011 l’Amministrazione comunale chiese alla Comunità Montana Orvietano, Narnese, Amerino e Tuderte ‘un parere in merito alla sussistenza o meno di elementi vegetazionali tali da poter costituire ‘area boscata’ ai sensi e per gli effetti della L.R. n. 27/2000 e della L.R. 28/2001, dei terreni siti al F. 64 part.lle 19, 29, 45 e 46 e F. 65 part.lle 1, 20, 16, 17, 19, 25 33, 43, 44, 47, 48, 49, 50 e 88′.
– La Comunità Montana, ad ottobre 2011, comunicò al Comune che a seguito di ‘apposito sopralluogo, è stata individuata un’area boscata, ai sensi dell’art. 5 della L.R. 28/2001, di ha 1.42.01 sulla part. 16/p del Fg 65, come risulta dalla cartografia allegata (stralcio ortofotocarta e stralcio planimetria catastale entrambe in scala 1:5.000)’.
E’ bene precisare che quando viene richiesto un parere (al fine di accertare se un’area è boscata o meno) al soggetto che per legge si qualifica come ‘ente competente’ (ed il ‘Testo unico regionale per le foreste’, appartenendo Orvieto ad una comunità montana, riconosce quest’ultima come ‘ente competente’), l’Amministrazione comunale è tenuta ad uniformarsi a quel parere, a farlo proprio e a modificare gli elaborati precedenti.
– Tenuto conto quindi del parere della Comunità Montana Orvietano, Narnese, Amerino e Tuderte, l’area è stata destinata a zona agricola (E) anziché ‘F’, in quanto quel terreno venne riconosciuto come bosco e la destinazione a zona ‘F2a Servizi Generali e impianti tecnologici territoriali’ non era compatibile con la sua presenza”.
“Chiariti tali aspetti tecnico-amministrativi rispetto ai quali, come già annunciato, questo Comune impugnerà la sentenza del TAR Umbria al Consiglio di Stato – prosegue il sindaco – occorre precisare alcuni aspetti politici, sui quali taluni commentatori – peraltro con cariche pubbliche negli anni indicati e segnatamente nella passata amministrazione – si stanno oggi attardando sulla stampa on line, tentando di mestare nel torbido laddove, anche volendo, di torbido non c’è nulla. Mi riferisco in particolare all’ex capogruppo Stefano Olimpieri, che insinua chissà quali presunti conflitti di interesse mi abbiano indotto a non votare la delibera di Consiglio del 7 novembre 2011, quando non partecipai alla votazione di alcuni atti, incluso quello che impediva la costruzione del terzo calanco mediante la riperimetrazione delle aree boschive a ‘Le Crete’. Quella delibera prevedeva una serie di atti che riguardavano anche altre parti del territorio e, siccome ho un rapporto di parentela in linea diretta con un libero professionista che esercita nella nostra città, così come prevede la legge, evitai di partecipare alla votazione di pratiche che potevano adombrare i temuti conflitti di interesse, quindi nella massima trasparenza. Tutto qua”.
“Sul ‘terzo calanco’ – conclude – la mia posizione è estremamente chiara: ora è tempo di fare atti e fatti, con la nomina, se del caso, di periti di parte e quant’altro. Con gli uffici comunali e i nostri legali stiamo studiando la sentenza del TAR e ci prepariamo nei termini dovuti a predisporre il ricorso in appello al Consiglio di Stato. Per le polemiche, non abbiamo tempo. Siamo impegnati a risolvere i tanti problemi che abbiamo ereditato da altri, compreso il signor Olimpieri”.