di Fabrizio Cortoni
Ho avuto l’occasione di poter conoscere il progetto delle opere previste dal Consorzio di Bonifica Val di Chiana per la mitigazione del rischio idraulico lungo l’alveo del fiume Paglia.
Naturalmente non azzardo neanche minimamente una valutazione tecnica delle opere previste.
Comprendo anche la particolare tortuosità dell’argine previsto in sponda destra subito dopo il ponte dell’Adunata, resa necessaria dall’esigenza di tutelare i due insediamenti esistenti in quel punto: lo stadio De Martino e il confinante insediamento artigianale e commerciale.
E’ questo il tratto che richiede l’impegno economico più rilevante, poco meno di 5 milioni di euro, anche in funzione della complessità dell’opera prevista. Ci sarebbe da chiedersi come sia stata possibile la realizzazione di quei due impianti proprio in quel punto, ma queste sono domande alle quali mai seguono risposte soddisfacenti.
Bene, voglio tentare un approccio al problema decisamente diverso, probabilmente inconsueto per il nostro modo di pensare e gestire la “cosa pubblica”.
E se noi usassimo parte di quei finanziamenti per la delocalizzazione di quei due insediamenti, trasferendoli in zone non più a rischio idraulico?
Di sicuro avremmo la possibilità di recuperare parte (o forse la totalità) delle risorse necessarie all’operazione dalla semplificazione della realizzazione di quel tratto di argine, raggiungendo inoltre altri innegabili vantaggi: restituzione del suo alveo al fiume Paglia con l’eliminazione della strozzatura necessariamente prevista dall’attuale progetto, disinnescamento definitivo della certezza di allagamenti futuri degli insediamenti ed eliminazione totale del conseguente onere a carico della collettività.
Cosa potrebbe mai remare contro? La resistenza dei proprietari dell’attività commerciale? Forse, ma potremmo sentirli; anzi, forse sarebbero disponibili a trovare soluzioni che li tolgano da situazioni a rischio, tenuto conto che oggi il loro immobile è deprezzato proprio dalla probabilità di allagamenti che di certo nessun argine può eliminare con certezza e per sempre.
Un’altra difficoltà può essere forse la diminuizione delle risorse gestibili dagli Enti competenti, che hanno in questo momento di certo le loro difficoltà economiche.
Ma una volta tanto, daremmo l’idea di un Paese Civile, restituendo alla politica il ruolo e la capacità di fare scelte urbanistiche intelligenti e lungimiranti.
Riflettiamoci insieme.