di Dante Freddi
In questi giorni è riapparso sulla scena Stefano Olimpieri, ex consigliere comunale, trombato dopo quindici anni di opposizione inutile alle amministrazioni della sinistra, che pure di stupidaggini ne hanno compiute un bel po’ in tutti gli àmbiti, in quello ambientale con particolare accanimento. Il tema su cui l’ex si è esercitato è la discarica “Le Crete”.
Olimpieri, con un pigolio stridulo, attacca Germani sull’argomento evocando anche possibili coinvolgimenti personali, secondo la più radicata consuetudine della politica politicante.
È corretta la critica politica che esprime l’ex capogruppo di Forza Italia in merito alle azioni di Germani nel suo ruolo amministrativo, perché esprime giudizi legittimi che, giusti o meno, chi fa politica sa di dover subire.
Germani infatti è stato assessore di Cimicchi, che allora vedeva nella discarica il salvadanaio da cui tirar fuori le risorse per offrire a Orvieto una vita più allegra di quella che poteva permettersi un paesotto da 20mila abitanti. Operazione criticabile, per alcuni sciagurata, ma allora “credibile”, quando il nuovo settore dei rifiuti stava mostrando la sua ricchezza e sembrava perfino compatibile con scelte ambientali virtuose. Dopo quasi una ventina d’anni è cambiato l’atteggiamento culturale e molti a favore o indecisi si sono schierati con convinzione contro la politica dei rifiuti in discarica e quindi al possibile ampliamento de “Le Crete”.
Scorretta e inquinante è invece la polemica intorno alla non partecipazione al voto di Germani, quando nel 2011 il Consiglio comunale votò la deliberazione sulle aree boschive, quella bocciata dal TAR Umbria, che riapre ora a SAO- ACEA la possibilità di allargare la zona coltivata, il cosiddetto “terzo calanco”.
Sia il sindaco Còncina, anche se non è nel suo stile, sia Olimpieri, che invece non smentisce la sua natura politica, hanno buttato là insinuazioni per far credere chissà quale interesse abbia convinto Germani a non votare. Dagli interessi più biechi al semplice dissenso sull’atto.
Il sindaco Germani ha spiegato che in quella deliberazione era presente il fratello geometra, Ivano Germani, e che si sarebbe potuta individuare una normalissima incompatibilità. È la verità, come conferma l’ufficio del Comune che confezionò la deliberazione, quindi non c’è nulla di strano.
Se Còncina non lo sapeva, si sarebbe dovuto informare prima di sparare insinuazioni. Lui ricorda il bruciore delle malignità, conosciute bene quando scappò fuori la questione della piscina. E sì che lì la notizia c’era.
Olimpieri, invece, dimostra indefesso il suo livello, coltivato con continuità negli anni e consolidato nella solitudine politica. Ancora ieri terminava l’intervista a un quotidiano locale affermando che “Finora i provvedimenti ufficiali votati o non votati da Germani sono sempre stati a favore di una politica di ampliamento della discarica. È lui stesso a confermare che nella sua persona esiste un problema relativo a eventuali conflitti di interessi”.
È un’affermazione falsa, perché Germani non ha mai votato a favore dell’ampliamento della discarica e nel 2011, insieme a Leoni, a Gialletti, al Covip di Barbabella e a me stesso, ha operato per contrastare il terzo calanco, ben visto invece da alcuni consiglieri della maggioranza di destra.
Raccontare bufale perfide per tentare di danneggiare gli avversari è un metodo che va stigmatizzato senza riserve. Serve soltanto a distruggere, alimenta falsità, costruisce sfiducia.
La foto è di Piero Piscini